Oggi un articolo un po’ diverso e originale. Un articolo che nasce da un commento ricevuto su facebook. Mi preme sottolineare che non è assolutamente contro chi ha fatto quel commento, anzi la ringrazio (si è una donna) perchè mi permette di proporre una riflessione diversa dalle solite. E’ una riflessione che parte da quel commento ma che va molto oltre.
Questa persona ha voluto affermare, all’interno di un discorso più ampio su religiosità e laicità, che non prega prima di far l’amore con il marito. Come se farlo fosse da bigotti. Questa frase mi ha colpito. Mi ha colpito soprattutto perchè ho realizzato che questo commento sintetizza molto bene un modo di approcciarsi, non tanto alla fede quanto al sesso, molto comune tra i credenti. Pregare prima di fare l’amore è un comportamento da bigotti e da persone un po’ represse. E’ davvero così’? E’ vero che può essere così in alcuni casi. Ho conosciuto donne che hanno confessato di pregare durante il rapporto perchè sentivano di fare qualcosa di doveroso ma sporco. Qui però siamo completamente fuori dalla verità del sacramento e anche della fede.
Invece pregare prima del rapporto, magari invocando lo Spirito Santo, può essere un modo per aprirci a Dio anche nella nostra intimità. Ricordate che l’amplesso è un gesto sacro e liturgico per gli sposi, abbiamo avuto modo di scrivere tante volte su questa realtà. Pregare serve per chiedere allo Spirito Santo di darci la capacità di donarci completamente l’uno all’altra, e di donarci la consapevolezza di vivere un momento comunione profonda. Pregare ci fa entrare nella consapevolezza che non stiamo per vivere qualcosa di meramente fisico, ma che stiamo per entrare in un abbraccio che permea ogni parte di noi.
Il matrimonio non è una relazione solo tra me e Luisa ma anche con Dio che ne è parte attiva. La nostra relazione è abitata sempre da Dio. Credete che l’incontro intimo, la manifestazione sensibile d’amore più grande che ci possa essere tra due sposi, non sia importante per Dio? Che sia qualcosa che riguarda soltanto i due sposi? Qualcosa di solo umano? Anzi qualcosa di animale? Come si fa a credere che l’intimità non sia un’esperienza altamente spirituale? Dio ci ha fatti e voluti così. Siamo spiriti incarnati che possono manifestare l’amore solo attraverso il corpo. Non angelichiamo il nostro matrimonio. Il matrimonio è fatto di carne e di corpo. E’ Dio che ha pensato di farci sessuati, è Lui che ci ha creato così con il corpo maschile fatto in un certo modo per penetrare e un corpo femminile fatto in modo complementare per accogliere, è sempre Lui che ha reso quel gesto capace di generare vita. Vi rendete conto? Non c’è nulla di sbagliato o di sporco in quel gesto. Siamo noi che possiamo portare il nostro egoismo e la nostra superficialità in quel gesto. Siamo noi che possiamo portare il male dentro un gesto che non ha nulla di male.
Pregare serve a questo. Serve a preparare il cuore prima che il corpo. Perchè fare l’amore per noi cristiani è difficile ma è meraviglioso. Difficile perchè va preparato e fatto bene. E’ un gesto che però, quando è vissuto bene, permette attraverso il corpo di fare un’esperienza totalizzante. Un’esperienza che tocca sì il corpo, ma che arriva al cuore e all’anima. Dite che è troppo? No non è troppo, e più passa il tempo e più è bello perchè si impara ad entrare sempre più uno nell’altra e trovare in quell’amore corporeo la presenza tangibile di Dio.
Capite la differenza? Tanti “esperti” consigliano la visione di video pornografici per aumentare il desiderio sessuale nella coppia. Noi ci permettiamo di consigliare la preghiera. Dio stesso, nella Bibbia, ci invita a pregare prima dell’incontro intimo. Lo fa attraverso le parole che Tobia rivolge a Sara prima di giacere insieme: Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza. I cattolici lo fanno meglio anche per questo.
Antonio e Luisa
Per acquistare i nostri libri L’ecologia dell’amore – Sposi sacerdoti dell’amore – Sposi profeti dell’amore
quando hai affrontato l’argomento mi è venuto subito in mente il brano di Sara e Tobia richiamato alla fine del commento, infatti l’abbiamo scelto come lettura nella celebrazione del nostro matrimonio. Condivido che la donazione di sè coinvolge entrambi gli aspetti spirituale e corporale. Se manca il primo il secondo perde di interesse e provoca ferite.
"Mi piace"Piace a 1 persona
“Religiosità e laicità”.
Credo che quando si è innamorati veramente tutto viene spontaneo e naturale.
Come nel “Cantico dei cantici” dove si vive l’amore senza “calcolo” o “preparazione”.
E’ la bontà e la verità di se stessi, (dove tutto è semplice e puro) che fa vivere lo Spirito (o il Sogno)…nella coppia.
Quando ci si fa “nudi” come “bambini”.
Quando lasciamo fuori di noi e di casa quanto ci trattiene nella realtà del tempo, del luogo, del ruolo, degli stati d’animo, di quanto ci è stato insegnato o abbiamo imparato, dei preconcetti o pregiudizi culturali.
Quando riposa la mente e ci lasciamo curare dall’amore, ferite e stanchezze.
E’ quando ci si abbandona fiduciosi senza alcuna attesa o pretesa…
Sì, può succedere che anche una carezza può portare in paradiso.
“Pregare prima di fare l’amore”?
Oh…quanto sarebbe stato bellissimo!!!
Ma mio marito è cresciuto in un ambiente dove la fede è tutt’ora vissuta come un aspetto della persona tanto intimo e profondo, sottile, infinito e inviolabile da sembrare, a prima vista, un “tabù”.
Mi sentivo molto ferita quando mi giudicava “bigotta”. Ma il mio cuore sapeva che quando mi sorprendeva a pregare, ero io a ferire lui. Ferivo la sua sensibilità. Quella parte di lui che anelava ad emergere, ma che forse…gli faceva paura Per questo ho evitato, senza nascondere.
Oh sì, abbiamo anche pregato insieme (e per me è stato bellissimo). Ma, devo confessare che sono stata cielo… anche quando vivevamo insieme…”l’ora muta delle fate”.
"Mi piace"Piace a 1 persona