Il castello interiore della relazione sponsale

Il 15 ottobre la Chiesa ha celebrato la memoria di santa Teresa di Gesù (d’Avila, 1515-1582), vergine e dottore della Chiesa, madre del Carmelo riformato e, abbiamo da poco scoperto, protettrice degli scrittori. A lei affidiamo questo nostro primo articolo attraverso cui tentiamo di condividere la bellezza dell’essere sposi cristiani. Santa Teresa, dichiarata dalla Chiesa maestra di orazione, è per noi una guida che ci aiuta a vedere il nostro amore sponsale come un cammino quotidiano che ci conduce a raggiungere quell’intimo rapporto di amicizia con Dio nostro Sposo, dal quale siamo certi di essere amati. Ci piace paragonare questo nostro cammino – fatto di fatiche, di rischi ma anche segnato dalla gioia e dalla consolazione – come quel viaggio, descritto da santa Teresa nella sua opera più conosciuta “Il Castello Interiore”, all’interno del “castello” della nostra relazione sponsale che siamo chiamati a costruisce giorno per giorno, lungo i sette giorni della settimana, attraverso sette tappe che ci portano a donarci l’un l’altro e, insieme, a Dio.
LUNEDÌ – PRIMA TAPPA
«Dobbiamo ora vedere il modo di poter entrare nel castello. Sembrerà che diciamo uno sproposito, perché se il castello è la nostra stessa relazione coniugale, non abbiam certo bisogno di entrarvi, perché siamo già dentro. Non è forse una sciocchezza dire a uno di entrare in una stanza quando già vi sia? Però dovete sapere che vi è una grande differenza tra un modo di essere e un altro, perché molti sposi stanno soltanto nei dintorni, senza curarsi di sapere cosa si racchiude nella loro splendida relazione, né Chi l’abiti, né quali sfumature contenga. … la porta per entrare all’interno della nostra relazione è il desiderio di scoprire il “Mistero grande” che ci ha costituito famiglia»
Durante il primo giorno della settimana entriamo, in punta di piedi, nel nostro spazio relazionale e iniziamo a guardare ai nostri limiti, senza averne paura, alla luce di un Amore che ci ama non per i nostri meriti ma per fatto di essere creature. Solo così possiamo “stare” all’interno della nostra relazione, consapevoli della nostra umanità e senza il bisogno di fuggire all’esterno. Tutto nasce dalla motivazione che ci ha portati a pronunciare il nostro “Sì” il giorno delle nozze e di iniziare, quindi, questo cammino insieme. Dobbiamo dedicarci del tempo, fermandoci in ascolto ma «crediamo che non arriveremo mai a conoscerci, se insieme non procureremo di conoscere Dio. Contemplando la sua grandezza, scopriremo la nostra miseria»
MARTEDÌ – SECONDA TAPPA
«Ma siamo ancora ingolfati negli affari, nelle distrazioni mondane, nell’abitudine di correre dietro alla vanità e l’esempio di un mondo che non sa far altro che mettere a rischio l’amore coniugale, sembra ostacolare questo viaggio. Eppure il nostro Sposo vede tanto volentieri che noi l’amiamo e ne cerchiamo la compagnia, che non lascia di quando in quando di chiamarci perché offriamo a Lui la nostra alleanza»
Durante il secondo giorno della settimana, il cammino all’interno della nostra relazione può essere ancora
“disturbato” dalle tante abitudini personali che ci portiamo dietro e che magari possono essere causa di turbamento all’interno della nostra coppia. Ecco che è arrivato il momento di cambiare prospettiva: è il momento di mettersi in ascolto della Sua voce che continuamente, tramite lo Spirito d’amore che abbiamo ricevuto nel sacramento del matrimonio, sussurra dentro di noi. Senza trascurare le necessità familiari quotidiane, non dobbiamo cadere nella tentazione di vivere superficialmente il nostro amore di sposi. Anche se non vediamo subito i vantaggi del nostro cammino insieme possiamo però intuirli, a volte incoraggiati dalla testimonianza di coppie che sono più avanti di noi.

MERCOLEDÌ – TERZA TAPPA
«Se quando il nostro Sposo ci dice quello che dobbiamo fare per essere perfetti nell’amore, gli voltiamo le spalle e c’è ne andiamo con tristezza, come il giovane ricco del Vangelo, come potrà premiarci a seconda dell’amore che comunichiamo al mondo? Si pensi inoltre che quest’amore non dev’essere frutto
dell’immaginazione, ma provato nel nostro stesso linguaggio coniugale
»
Durante il terzo giorno della settimana, avendo superato la difficoltà iniziale di immergerci dentro la nostra relazione, scopriamo la bellezza di essere stati investiti -in forza del sacramento- di una vera e propria missione che possa rendere visibile, a partire dalle cose semplici e ordinarie, l’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa. È questo il piano che Dio ha per noi e per ogni coppia di sposi in prospettiva del Suo Regno. L’importante non è fare una bella festa di matrimonio e poi “mettere nel congelatore” il sacramento, ma accelerare il passo sulla via dell’obbedienza.

GIOVEDÌ – QUARTA TAPPA
«Questa tappa, essendo più vicina al traguardo, è di una magnificenza così grande e contiene meraviglie così stupende che invano si può comprendere se non si fa esperienza. …L’essenziale non è già nel molto pensare, ma nel molto amare, per cui le preferenze degli sposi devono essere soltanto in quelle cose che più eccitano all’amore»
Durante il quarto giorno della settimana, avendo preso atto di ciò di cui siamo portatori cioè della stessa essenza divina, entriamo nella fase mistica della nostra vita sponsale e guardiamo con attenzione ancora a
noi stessi, per riscoprire che la nostra relazione fatta di moltissimi gesti reali e concreti è la dimora in cui lo Sposo ha scelto abitare. Questo meraviglioso dono ci è stato riservato non per merito ma per grazia.

VENERDÌ – QUINTA TAPPA
«Osiamo affermare che si tratta di una vera e propria unione sponsale in cui è Dio che si è unito a noi. … Questa verità rimane scolpita negli sposi a tal punto da non poterne affatto dubitare né dimenticare, neppure dopo molti anni»
Durante il quinto giorno sentiamo il bisogno di chiederci quale sia il nostro reale desiderio in questo viaggio così particolare, rinnovando quindi la motivazione e mettendo al centro del nostro dialogo le parole della quarta formula del rito di benedizione degli sposi, che il sacerdote ha pronunciato il giorno delle nozze: “Scenda la tua benedizione su questi sposi, perché, segnati col fuoco dello Spirito, diventino Vangelo vivo tra gli uomini. Siano guide sagge e forti dei figli che allieteranno la loro famiglia e la comunità”

SABATO – SESTA TAPPA
«È bene ora vedere che, quando Dio lo vuole, noi sposi non possiamo fare altro che stare sempre con Lui nel castello della nostra relazione, dove dimora. E quanto più la nostra relazione cresce tanto più ci trasfigura, continuando a mostrare la bellezza del sacramento nuziale. …qui occorre coraggio…»
Durante il sesto giorno ecco che il Mistero di Cristo avvolge la nostra vita di coppia; il desiderio di amarci, di incontrarci, di abbracciarci è lo stesso che Gesù manifesta verso di noi e che è infinitamente più grande.
Iniziamo a muoverci non soltanto grazie alla nostra forza unitiva ma grazie alla forza che deriva dall’unione divina che ci condurrà alla pienezza dell’amore, alla nostra Pasqua.

DOMENICA – SETTIMA TAPPA
«Le grandezze di Dio non hanno limiti. Chi può finire di raccontare le sue misericordie e le sue magnificenze? Nessuno certamente. Perciò non dovete meravigliarvi di ciò che abbiam detto perché ogni relazione sponsale nasconde grandi segreti. Nel matrimonio spirituale gli sposi diventano una sola cosa con Dio, il quale gli fa sperimentare fin dove il Suo amore sa giungere. …possiamo paragonare questa unione a due candele (gli sposi) di cera unita insieme così perfettamente (dal sacramento) da formare una sola fiamma (l’Amore di Dio). … Dio si unisce alla coppia e opera con quel bacio che la sposa chiede allo sposo; così insieme si deliziano nel tabernacolo di Dio»
Il settimo giorno, nell’Eucarestia domenicale, celebriamo le nozze che abbiamo vissuto lungo la settimana.
“Che tutti siano uno” (Gv 17,24): la preghiera di Gesù diventa la nostra. Nell’Eucarestia Gesù si dona totalmente a noi per insegnarci a donarci tutto reciprocamente. Solo così, pur rimanendo nell’ordinarietà della nostra vita concreta, possiamo vivere il matrimonio poiché quello che viene celebrato sull’altare (un corpo dato per amore) è la forza che sostiene anche il nostro dono. È vero, anche se siamo poveri come l’ostia fatta di pane, possiamo portare amore dentro ogni momento della vita familiare. Come ci dice papa Francesco al n. 316 di Amoris Laetitia “coloro che hanno desideri spirituali profondi non devono sentire che la famiglia li allontana dalla crescita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unione mistica”

Carissimi sposi se volete che il vostro castello relazionale s’ innalzi sopra un buon fondamento fate in modo di saldare le sette pietre descritte con il fuoco dell’Amore Divino, così da impedire che crolli.
Daniela & Martino

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...