Sposi, non abbiate paura, aprite, anzi, spalancate il cuore a Cristo!

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 3,1-6.14-22) <<Io Giovanni, udii il Signore che mi diceva: […] All’angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi: “Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”>>.

Questa settimana la Chiesa ci propone la lettura di vari brani tratti da un libro che non è molto usato nelle catechesi, come se fosse una miniera poco usata ma che contiene moltissimi insegnamenti e verità di fede. Ci sembra utile sottolineare che le visioni raccontate in questo libro san Giovanni le ebbe con molta probabilità durante la prigionia, ma soprattutto forse durante momenti di preghiera intensa nel giorno del Signore, in quella che noi chiamiamo Messa Domenicale. Abbiamo volutamente tagliato il testo perché non bisogna mai mettere troppa carne sul fuoco, infatti già il brano riportato necessita di essere preso a piccole dosi ma masticato bene.

Ci concentreremo su due spezzoni di frasi che apparentemente sembrano slegate tra loro, ma che in realtà si compenetrano a vicenda.

<<Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.>> Sono parole perentorie, che non lasciano spazio a fraintendimenti, sono parole infuocate d’amore, che vogliono scuotere l’animo umano per destarlo dalla tiepidezza in cui molte anime vivono.

Noi spesso commettiamo peccati nel nascondimento, lontano da occhi indiscreti, nel segreto del nostro cuore con i nostri pensieri, oppure nel segreto delle nostre stanze, col favore del buio, delle tenebre, perché in fondo ci illudiamo che nessuno ci veda, soprattutto ci autoconvinciamo che nessuno lo sappia; mentre invece possiamo nascondere tutto a tutti ma non a Dio, Lui conosce persino i nostri più piccoli e reconditi pensieri, nulla sfugge al Creatore, ed in questa frase ce lo ricorda con tanta chiarezza casomai avessimo a dimenticarlo.

In seconda battuta poi, ci mette in guardia dalla tiepidezza dell’anima che non permette gli slanci della santità ma si accontenta e si bea dei risultati raggiunti dandoci l’illusione di essere arrivati a chissà quale grado di santità! Ed è così che molte coppie di sposi cristiani si accontentano della Messa Domenicale senza provarvi il gusto di parteciparvi almeno una volta infrasettimanale… altre si accontentano della omelia della Domenica come unica fonte di catechesi… molti sono gli sposi che si limitano ad un segno di croce alla mattina ed uno alla sera senza mai provare ad andare oltre… ci sono tante occasioni per uscire dalla tiepidezza: ritiri per coppie, seminari su un tal argomento, week-end di spiritualità, cenacoli di preghiera, cicli di conferenze e/o catechesi, libri di spiritualità e di vita cristiana per tutti i gusti, le Quarantore di adorazione Eucaristica, tridui dei morti, novene in preparazione a qualche solennità, processioni… e chi più ne ha più ne metta; la vita cristiana non ha nulla da invidiare a nessun’altra realtà in quanto a varietà di scelta pur nella medesima strada.

La vita cristiana dei fratelli nella fede assomiglia ad un viaggio in famiglia… c’è chi è impegnato alla guida, chi cerca sulla cartina la strada giusta, chi si gode il panorama fiducioso dell’autista, chi altrettanto fiducioso dorme sul sedile posteriore, chi sta attento alla guida pronto a richiamare l’autista alla prudenza, chi è impaziente di arrivare ed ogni due minuti chiede a che punto si è, chi caccia fuori dal finestrino la testa per godere del vento in faccia, chi ama accendere il condizionatore e chi preferisce il vento tra i capelli, chi ama le soste all’autogrill e chi preferisce fare lunghe tratte e fermarsi solo quando necessario, chi ama cantare per ammazzare il tempo e chi vuole ascoltare la musica alla radio, chi non parla mai e chi non sta mai zitto… MA tutti sullo stesso veicolo per lo stesso viaggio verso la stessa meta, con le stesse intenzioni ma con approcci diversi.

Cari sposi, il Signore non ci vuole tiepidi, Lui ci ha scelti come Suoi ambasciatori nel mondo per dire con il nostro amore sponsale che Lui ama sempre e comunque l’uomo e che Cristo e la Sua Chiesa sono inseparabili. Ma per portare a termine questo compito ha bisogno di sposi forti nella fede, tenaci e temperanti, virtuosi e coraggiosi, uniti in un solo cuore ed un solo corpo come la Chiesa è unita al Cristo poiché ne è il Suo corpo mistico.

Il Signore ci vuole portare sempre più in alto in ogni senso: << Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. >>; è un chiaro, dolcemente pressante, invito ad aprire questa famosa porta del cuore, la quale ha solo la maniglia all’interno. Il Signore è rispettoso e non la forzerà mai, poiché la maniglia è solo all’interno solo noi possiamo aprirla quando ci decidiamo a farlo. Ma la parte più bella è che quando noi la apriamo Lui viene e cena con noi; questa cena è simbolica poiché si rifà alla cena che si era soliti fare per siglare un patto di alleanza tra l’ospite e l’invitato, o comunque invitare a cena qualcuno è simbolico di aprire la nostra vita all’invitato, di voler costruire un rapporto o di consolidarlo… e Gesù usa questa immagine della cena per dire tutto ciò, perché non vede l’ora di entrare nel nostro cuore e diventarne il Re.

Coraggio sposi, non lasciamoci ingannare dal mondo che ci vuole appiattire tutti allo stesso livello, con la dittatura del pensiero unico ci rende schiavi del suo potere con delle catene infernali mentre invece Gesù ha spezzato queste catene con la Sua Risurrezione.

Sposi, non abbiate paura, aprite, anzi, spalancate il cuore a Cristo!

Giorgio e Valentina.

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