Cari sposi,
siamo alle porte dell’Avvento, tempo di attesa e di preparazione per la Solennità della nascita di Gesù. Il Vangelo di domani è tutto proiettato sulla vigilanza dell’arrivo del Figlio dell’uomo e, in definitiva, su come stiamo spendendo questa nostra breve e fugace vita.
Mi piacerebbe soffermarmi un attimo con voi su un aspetto per noi drammaticamente urgente e importante. Chi più e chi meno, vi state rendendo conto di come la nostra fede stia soffrendo un fenomeno di ritirata generale. Ovunque vi giriate, movimenti, associazioni, parrocchie, seminari… ovunque, troverete i segni della decadenza: meno fedeli a Messa, meno vocazioni, meno offerte a cui corrispondono più scandali mediatici contro la Chiesa, più segni di aderenza ad altre religioni, più intolleranze al crocefisso, ecc. Non sono disfattista, tuttavia questi segni si susseguono oramai con un ritmo tambureggiante ed è cieco chi non se ne rende conto.
Tuttavia, voi coppie avete il segreto per donare vita e speranza proprio a questa Chiesa oramai giunta alla terza età. Infatti, coppie come voi, all’inizio dell’era cristiana e spesso in mezzo a persecuzioni, hanno cominciato a vivere la fede in casa, a trasmetterla a vicini, a dare semplice testimonianza… e a poco a poco, come il lievito che fa aumentare l’impasto, hanno cambiato il mondo pagano in una società sempre più cristiana. Voi siete di nuovo la speranza! Non ci saranno congregazioni religiose a salvarci, come in passato (Francescani, Gesuiti…), non saranno la santità dei sacerdoti e delle suore a cambiare radicalmente la rotta, benché questo certamente sia indispensabile! Il peso specifico della Chiesa è dato da voi sposi, che con il dono del matrimonio, avete la grazia di generare figli di Dio e di creare relazioni belle, autentiche, sane tra famiglie. Questo è l’humus da cui germoglia la Chiesa!
Cosa può impedirvi di fare tutto ciò? Forse un senso di inadeguatezza, il sentirvi indegni per sbagli o difetti, la pigrizia di fare qualcosa di nuovo. Nel Vangelo di domani si legge: “mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti” (Mt 24, 38). Quante coppie credenti mangiano, bevono… cioè, vanno a Messa, pregano, sono fondamentalmente bravi nella loro vita ordinaria… ma non si rendono conto che questo modello di Chiesa sta affondando sotto i colpi di una società secolarizzata e laicista che ha piazzato esplosivi proprio nei suoi punti nevralgici (vita, famiglia, educazione…)!
Care coppie, questo Avvento 2022 è unico e distinto. Non è uguale a quello degli anni passati, nel senso che il Signore ci chiede una nuova vigilanza, una nuova cura e attenzione. Difatti, Gesù sta chiedendo sempre più a voi coppie: “va’ e ripara la mia chiesa”, come lo disse 8 secoli fa a San Francesco. Riparare la Chiesa vuol dire dare vita alla vostra chiesa domestica (Amoris Laetitia 67), cioè vivere consapevolmente con Gesù Risorto che abita nella vostra relazione di amore e che tramite voi vuole donarsi ad altri. Cari sposi, oramai al termine di questo anno chiedetevi: siamo consapevoli siamo di essere Presenza viva del Signore? Quanto contempliamo e lodiamo tanta bellezza che è in noi? Cerchiamo di nutrire la nostra spiritualità nuziale? Ci sforziamo di accogliere altri per donare anche a loro tanta grazia e bellezza?
Andiamo quindi con gioia incontro a Gesù, l’Emmanuele, il Dio-con-noi, che ancora una volta vuole entrare nella nostra casa e diventare nostro commensale per condividerci la sua vita e la sua gloria.
padre Luca Frontali