Papa Francesco da alcune settimane sta dedicando le sue catechesi del mercoledì ad un tema molto importante ed interessante: il discernimento. Vorrei soffermarmi su una frase pronunciata da lui nell’udienza del 7 dicembre: Un altro elemento importante è la consapevolezza di sentirsi al proprio posto nella vita – quella tranquillità: “Sono al mio posto” -, e sentirsi parte di un disegno più grande.
Questa frase è decisiva per noi sposi. Certo il papa si riferisce ad una dimensione più generale, parla ad ogni persona e per ogni scelta della vita, però io voglio leggere questa sua riflessione specificandola al nostro stato di vita e alla nostra scelta di donarci nel matrimonio. D’altronde la scelta di sposarsi è una di quelle che indirizzano più di altre la storia presente e futura di ognuno di noi. Decidere di donarsi totalmente e per tutta la vita ad una persona significa che poi non si può cambiare idea e tornare al via per ricominciare. Non stiamo giocando a Monopoly. Ci stiamo giocando la nostra vita. Ci stiamo giocando la nostra vita eterna.
Perchè ci tengo a mettere in evidenza questa frase del papa? Perchè nella nostra esperienza è una di quelle tentazioni che maggiormente colpiscono gli sposi. Fortunatamente io, seppur ho attraversato momenti di crisi più o meno pesanti, non ho mai pensato di non essere nel posto giusto. Ho sempre messo in discussione me stesso, a volte alcuni comportamenti di Luisa, ma mai il nostro matrimonio. Non ho mai avuto dubbi sulla bontà di quella scelta. Non è così per tante persone che ci contattano. Una delle recriminazioni che più spesso raccogliamo dalle telefonate e dalle mail è proprio questa: ho sbagliato a sposarmi, non è la persona giusta.
Non entriamo nel discorso nullità matrimoniale. Sono consapevole che molti matrimoni non sono celebrati con la giusta consapevolezza. Non è questo il tema che mi preme affrontare oggi. Premettiamo quindi che il matrimonio sia valido. In questo caso la scelta è diventata alleanza. Una scelta quindi indissolubile. Una scelta che diventa sacramento. Una scelta che ha saldato i due sposi con il fuoco dello Spirito Santo. In questo caso non c’è dubbio quale sia il posto dei due sposi. Se decidete di rimanere nel matrimonio siete nel posto giusto. Non c’è dubbio su questo. Perchè lì, in quell’unione, in quella scelta, in quell’alleanza, in quel sacramento c’è la presenza reale di Cristo. C’è un posto migliore dove stare? C’è qualcosa che può dare più pace e più senso di questo?
Ma lui non mi fa sentire amata! Lui pensa sempre ai fatti suoi! Non mi capisce! Lei è sempre fredda! Non ha voglia di fare l’amore! Io lavoro tutto il giorno e lei sa solo lamentarsi! Lui non è dolce, non mi dà quella tenerezza che vorrei e poi vuole fare l’amore! Lui non mi ascolta! Lei sa solo lamentarsi! Potrei andare avanti ancora molto. Io capisco benissimo tutte queste obiezioni. Sentirsi amati ed apprezzati è bellissimo e va ricercato. Ma tutto ciò non può mettere in discussione il matrimonio. Perchè altrimenti non abbiamo compreso cosa il matrimonio sia. Non è un semplice modo per riempire i nostri bisogni affettivi e sessuali. Il matrimonio è l’occasione che Dio ci dà per decentrare il nostro sguardo, per imparare a donarci, a farci pane spezzato per l’altro. E la cosa scandalosa è che dovremmo imparare a farlo senza chiedere nulla in cambio. Perchè farlo? Perchè nel dono totale di noi incontriamo Cristo e la Sua pace. Una pace che non dipende dal comportamento di qualcuno ma che ci rende liberi.
Questo non significa accettare qualsiasi comportamento da parte dell’altro. Possiamo essere fedeli al matrimonio, essere nel nostro posto in tanti modi. Possiamo decidere in certi casi di allontanarci fisicamente dall’altro. Questo in caso di violenze psicologiche o fisiche. Possiamo decidere di allontanarci anche in caso di gravi mancanze come tradimenti. Allontanarci non significa però smettere di essere dentro il matrimonio e fedeli alla promessa. Semplicemente nella libertà scegliamo il bene per l’altro e per noi, ma sempre lasciando la porta aperta alla Grazia e all’unione. Possiamo essere nel posto giusto, restando nel nostro matrimonio anche nella separazione. Tra gli autori di questo blog c’è Ettore che da sposo separato e fedele racconta il senso della sua scelta mai rinnegata. Ha compreso che il matrimonio è il suo posto. Nella gioia e nel dolore. Perchè lì ha trovato e trova tutt’ora Gesù.
Vorrei concludere con le parole di don Fabio Rosini che trova sempre il modo per essere chiaro e diretto:
Se sei santo amerai lì dove sei. Inventandoti come amarli lì per lì, con le cose che hai a disposizione. I buoni cuochi non sono quelli che hanno i migliori ingredienti e fanno piatti eccezionali. Sono quelli che aprono il frigorifero e con quello che c’è si inventano un piatto. Bisogna valorizzare (il nostro matrimonio). Con quali strumenti? Con quelli che Dio ti dà. In quale comunità (matrimonio)? La tua. Quale storia? La tua storia! Dio non sta sbagliando. Con nessuno di noi! La verità però è che da noi dipende la bellezza delle nostre realtà: se viviamo la vita come una missione di amore verso le persone che abbiamo accanto, allora qualunque posto può diventare un piccolo pezzo di Paradiso.
Smettiamo quindi di piangerci addosso e di guardare fuori, come se la salvezza possa essere trovata fuori dal nostro matrimonio. Vogliamo essere santi? Vogliamo trovare Dio? Cerchiamolo nel nostro matrimonio, impegniamoci a fondo lì, perchè ne vale la pena. Anche se alcune volte non sembra. L’altro forse resterà con quel carattere e con quei peccati. Forse resterà stronzo e si comporterà male ma noi non resteremo gli stessi. Questo è certo!
Antonio e Luisa
Per acquistare i nostri libri L’ecologia dell’amore – Sposi sacerdoti dell’amore – Sposi profeti dell’amore
Gazie. Margherita e Luigi
"Mi piace""Mi piace"
GRAZIE PER QUESTA RIFLESSIONE. Margherita e Luigi
"Mi piace"Piace a 1 persona