La bellezza di Dio nella differenza

Un argomento che ritorna spesso nei social e nelle discussioni con le figlie è quello riguardante il maschile e femminile. Un po’ li capisco questi giovani, vivono in un mondo davvero strano, a volte mi sembra di essere in una società distopica dove anche le cose più normali e naturali vengono alterate. Questa è anche la conseguenza della famosa finestra di Overton: un’idea sbagliata viene alla fine accettata senza problemi, se fatta “digerire un po’ alla volta”. Quindi non destano più scalpore ad esempio due donne che si baciano su una panchina di un parco giochi, oppure due uomini che partecipano come coppia ad un quiz televisivo. Se poi provi a dire qualcosa, subito arriva la replica: Se si vogliono bene, che male c’è? Vivi ancora nel Medioevo. A parte il fatto che il Medioevo è uno dei miei periodi storici preferiti (con Dante e Giotto patrimonio dell’umanità, costruivano cattedrali che sono ancora in piedi e non capannoni industriali come oggi), per capire se una cosa è male o bene, è indispensabile guardare cosa ne pensa Dio.

Dio ha creato maschi e femmine, diversi e complementari a Sua immagine e somiglianza, cioè Dio ha scelto fin dall’inizio con che volto vuole farsi conoscere: in altre parole l’uomo e la donna, sposo e sposa rivelano le realtà intime di Dio (solo in seguito viene mostrato completamente il volto di Dio con Gesù). Con il Sacramento del matrimonio i due diventano una carne sola e assomigliano ancora di più a Dio, massima espressione sia del femminile, che del maschile.

Io credo che in questo periodo storico di grande confusione sia quanto mai urgente la missione di noi sposi riguardo all’essere veri maschi e vere femmine: senza esibizionismo, i coniugi dovrebbero gareggiare nell’esaltazione della bellezza del maschile e del femminile, nel farsi belli l’uno per l’altra, cercando di avvicinarsi a quella bellezza che Dio ha visto in noi, prima di creare il cielo e le stelle. Anche noi separati fedeli, se/quando non curiamo il nostro aspetto, cosa che verrebbe naturale, visto che non abbiamo una persona accanto, perdiamo occasioni di testimoniare e di rimandare a Colui che è Il Bello e che ha creato un mondo bellissimo per noi.

Come uomo penso che le donne siano davvero affascinanti! Oltre all’aspetto esteriore, quello che mi attrae è il modo di ragionare, di pensare, i punti di vista diversi, le capacità a me sconosciute: tuttavia, quando mi sono separato, ho passato un periodo in cui avevo un giudizio negativo sul genere femminile, perché ero rimasto tanto deluso e amareggiato. Per fortuna, grazie ad alcune sante donne della Fraternità (Sposi per Sempre), ho curato le mie ferite e ho compreso che non potevo portare la mia esperienza negativa come metro di giudizio per tutte le altre e che, in entrambi i sessi, ci sono persone sante e peccatrici.

E’ spesso il nostro “sentire” che è sbagliato e che dovrebbe essere guarito e non assecondato, come per chi prova attrazione verso persone dello stesso sesso. Io, da solo, come maschio, rappresento solo metà del volto di Dio ed è per questo che quando vengo chiamato a fare una testimonianza, oppure quando devo organizzare degli incontri, chiedo sempre di essere accompagnato da una donna: infatti è solo insieme, uomo e donna che esprimono la pienezza, sotto tutti gli aspetti, dalle parole, alla sensibilità, alle idee e alle emozioni. Così in questa società in cui si cercano le pari opportunità (se uno fa una cosa, allora lo deve fare anche l’altro per non essere inferiore), si è travisato il motivo per cui Dio ci ha fatti diversi: per collaborare insieme e creare così un mondo in cui tutti, dai bambini agli anziani possano vivere felici nell’aiuto reciproco.

Ettore Leandri (Presidente Fraternità Sposi per Sempre)

2 Pensieri su &Idquo;La bellezza di Dio nella differenza

  1. Eh…da una parte capisco bene, dall’altra…a quante distorsioni si è prestata questa visione? Dal dire che “siamo diversi” quando è breve il passo per passare a dire “dobbiamo per forza fare cose diverse”? Quante donne sono state rinchiuse in casa a fare solo le mamme quando avrebbero voluto lavorare e contribuire al mondo anche con altro?
    È un equilibrio non facile: dobbiamo preservarlo con grande attenzione, senza cadere né in un estremo né nell’altro.

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    • sfondi una porta aperta. Sono d’accordissimo. Una donna deve essere libera di fare quello che crede sia la strada giusta per lei. Ci sono alcune che scelgono di essere casalinghe (quando economicamente possibile) e altre che desiderano lavorare in ambiti diversificati. Come disse papa Giovanni Paolo II quando una donna non rinnega il suo essere donna può portare una ricchezza unica e grande anche nell’ambiente lavorativo. Non dobbiamo fare cose diverse ma fare le stesse cose magari in modo diverso. Con la nostra differente sensibilità di uomo e di donna. Ciao e grazie

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