Cari sposi,
vi siete mai sentiti orfani nella vita? Per orfano intendo, non esclusivamente colui che ha perso i genitori, quanto, in senso spirituale, la persona che sperimenta uno stato d’animo di lontananza da Dio, un non cogliere a fondo la presenza di Dio Padre, il vedersi soli, incompresi, specie nelle difficoltà e lotte interiori. Si può dire che orfano è colui che vive un che di desolazione…
Se questi stati d’animo e percezioni interiori fanno capolino di tanto in tanto nella vostra quotidianità, vuol dire che, lungi dal vedervi abbandonati e persi, siete invece nelle condizioni ottimali per iniziare a cogliere la presenza dello Spirito nella vostra vita e nella vostra coppia. Viceversa, non può sintonizzarsi con lo Spirito chi vive freneticamente correndo dietro ai propri affari, chi è gonfio dei propri risultati ottenuti nel lavoro o chi misura il valore della propria vita in base al rendimento economico o alla stima che gli altri hanno di lui. La fisica non fa sconti: uno spazio non può che essere occupato da due corpi allo stesso tempo, per la legge dell’impenetrabilità. Anche la vita spirituale funziona così: non si può essere cristiani e autoreferenziali. Perciò Papa Francesco afferma in Gaudete et Exsultate: “Ci sono ancora dei cristiani che si impegnano nel seguire un’altra strada: quella della giustificazione mediante le proprie forze, quella dell’adorazione della volontà umana e della propria capacità, che si traduce in un autocompiacimento egocentrico ed elitario privo del vero amore. Si manifesta in molti atteggiamenti apparentemente diversi tra loro: l’ossessione per la legge, il fascino di esibire conquiste sociali e politiche, l’ostentazione nella cura della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, la vanagloria legata alla gestione di faccende pratiche, l’attrazione per le dinamiche di auto-aiuto e di realizzazione autoreferenziale. In questo alcuni cristiani spendono le loro energie e il loro tempo, invece di lasciarsi condurre dallo Spirito sulla via dell’amore” (n. 57).
Come sappiamo dalla Parola, lo Spirito agisce nel silenzio e nella discrezione (cfr. l’incontro di Elia con Dio in 1 Re 18, 9-14, Gesù che è condotto dallo Spirito nel deserto in Mt 4, 1-11, Paolo che dopo la conversione si ritira nelle steppe attorno a Damasco, in Siria in Gal 1, 17). Pare strano ma lo Spirito ci spinge nei nostri deserti, ci porta a spogliarci del superfluo, ci isola dal rumore circostante. Non lo fa affatto per renderci “orsi” e tipi solitari, il motivo è ben altro. Pur se spirito, perdonatemi la ridondanza, lo Spirito ha bisogno di “spazio” perché possa agire e produrre in noi i suoi frutti. Vi invito a meditare e riflettere su quanto ci indica Galati 5, 22: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo”.
Come sarebbe la nostra vita se lo Spirito avesse mano libera per produrre in noi e nella nostra coppia tali frutti? Come sarebbe una vita piena di amore, di gioia, di pace, di pazienza, di benevolenza, di bontà, di fedeltà, di mansuetudine e dominio di sé? Sognate con lo Spirito! Sognate la vita che Lui vorrebbe viveste e ogni giorno sta ispirandovi perché sia così. Ben vengano allora le nostre orfanità e solitudini se ci servono ad aprirci di più al Signore e alla sua azione, se ci fanno capire di quanto abbiamo bisogno dello Spirito per dare sapore e significato alla nostra vita personale e di coppia. Sapete bene – quante volte in questo blog lo si è ripetuto – che è lo Spirito a fare la differenza nella vita di coppia, perché è lo Spirito che vi ha costituiti una sola carne nel sacramento. Siate sposi innamorati dello Spirito Santo benché sperimentiate momenti o periodi di vuoto e solitudine. Lo Spirito di consolazione agisce comunque e quando lo vorrà, vi farà sperimentare la Sua Dolce Presenza.
ANTONIO E LUISA
Tutto vero quello che ci ha scritto padre Luca. Mi permetto di aggiungere un consiglio personale. Quando le cose vanno male, quando c’è aridità nel cuore e non si sente la presenza e la vicinanza di Dio e il Suo Spirito sembra assente avremmo voglia di chiuderci in noi stessi. Di stare lontani anche da nostro marito o nostra moglie. Invece dobbiamo avere la volontà di contrastare questa inclinazione a ripiegarci e cercare comunque la comunione con l’altro. Anche se ci costa fatica, anche se non ne avremmo voglia ma è lì che possiamo trovare lo Spirito Santo. È lì nella nostra unione. Ce lo dice il nostro sacramento! Coraggio!
E quando il marito nel mio caso è lontano da me volontariamente e dalla fede quindi dallo spirito.? Quando l’amarezza e l’angoscia la tristezza di vedere che da sola insieme a lui sono sola ancora di più? Quando cerchi di avere contatti e vieni scansata indifferentemente. Che fare? Cristina
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