Vorrei tornare al Vangelo di sabato scorso perchè è decisivo. E’ un po’ il motto della mia vita! Della nostra vita, mia e di Luisa. Perchè senza quella consapevolezza non credo avremmo combinato nulla di buono. Non parlo dei libri, del blog, delle testimonianze. No, quelle sono tutte cose che vengono dopo, sono un di più. Non avremmo combinato nulla di buono tra noi. Eravamo entrambi troppo feriti, troppo inquinati dal peccato per pensare di essere capaci di diventare sostegno e amore gratuito l’uno per l’altra.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». (Matteo 10, 8)
Questo semplice versetto del Vangelo di Matteo dice tutto. Dice la nostra missione e ci dice anche come poter essere capaci di farla. C’è un modo di dire nella Chiesa, una frase attribuita a Paul Valery: Dio non sceglie i più capaci ma rende capaci quelli che sceglie. Come fa però a rendermi capace? Lo fa con il Suo Amore. E’ questo che mi cambia la vita, è questo che mi rende capace di portare a termine la mia missione di sposo o di sposa. Cioè di essere per l’altro e poi per il mondo intero quel volto di Dio capace di amare senza condizioni, capace di amare l’altro per quello che è e non per quello che fa o che dice.
Il segreto è tutto lì. Alzare lo sguardo e incontrare gli occhi di Gesù che mi amano senza riserve e in modo così immeritato. A me è successo. Proprio nel momento in cui mi facevo più schifo. Quando non avevo un motivo per stare al mondo e passavo le giornate, fatte di lavoro e di divertimenti, tutte uguali. Quando vivevo per quella serata da passare con gli amici o per quella vacanza dove fantasticavo di portarmi a letto una donna diversa ogni sera (cosa che fortunatamente non accadeva mai). Lì quando non trovavo nulla di buono in me ho incontrato Gesù e il Suo sguardo e tutto è cambiato. Certo gradualmente, ma ho iniziato un percorso presto arricchito dalla presenza di Luisa, poi dal fidanzamento, dal matrimonio e anche dai figli.
Senza quella consapevolezza di un Dio che mi ama, di un amore così grande che mi precede, non sarei stato capace di amare Luisa con tutto me stesso, come cerco di fare ogni giorno. Quando è facile e quando non lo è. Quando è l’amante migliore del mondo e quando invece è scostante e irritante. Quando la vita è facile e quando gli imprevisti e le sofferenze ci fanno male. Sempre! Sempre perchè quello sguardo di Dio ce l’ho dentro e mi riempie il cuore. Nonostante tutti i miei errori, le mie cadute, la mia poca fede, la mia fragilità.
Quando riesci a non perdere di vista quello sguardo puoi davvero essere capace di, come è scritto nel Vangelo, Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Puoi farlo nell’altro, nel tuo amato, nella tua amata. Perchè il nostro impegno è prima di tutto verso il nostro prossimo più prossimo, la persona che abbiamo sposato.
Don Giussani lo diceva: il compito degli sposi è aiutare l’altro a farsi santo. Proprio così. Grazie all’amore che ci precede possiamo essere capaci di essere lo strumento di Dio per guarire il nostro sposo o la nostra sposa dalle sue malattie spirituali, dalla morte che ha nel cuore, dalla lebbra del peccato e dai demoni che ci allontanano da Dio. Luisa per me lo è stato ed io credo e spero di esserlo stato per lei. Per questo nessun altra donna per me può essere bella come lei. Perchè nessuna ha una bellezza che nasce da un amore concreto che ci siamo donati reciprocamente in tutti questi anni insieme.
Antonio e Luisa
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