Caro Achille Lauro sei ancora di più mio fratello!

Il matrimonio mi ha insegnato una verità: l’atteggiamento e i gesti di una persona non sono quella persona. L’ho scritto tantissime volte sul blog e cerco di metterlo in pratica ogni giorno con mia moglie, con i miei figli e con tutte le persone che incontro. Mia moglie è e resta una meriviglia sempre nonostante ciò che di sbagliato può aver detto e fatto. Questo è lo sguardo di Dio. Questo è ciò che anche Papa Francesco mi ha insegnato in questi ultimi anni del suo pontificato.

E’ importante andare oltre il gesto brutto e riuscire a scorgere sempre la persona, che con quel gesto sta cercando di comunicare un proprio malessere. Perchè dietro un gesto sbagliato c’è sempre una sofferenza, una difficoltà o comunque una ferita aperta. Se quando torno a casa mia moglie mi aggredisce per nulla potrei offendermi e rispondere a tono. Con il tempo ho imparato a chiedermi cosa c’è dietro quel nervosismo. Questo atteggiamento è il solo che permette di costruire relazioni.

Perchè tutta questa introduzione? Perchè Achille Lauro ha di nuovo commesso un oltraggio alla nostra fede. Ha simulato un battesimo. Per alcuni un gesto imperdonabile da esecrare e sono partite le immancabili prese di posizione più o meno dure nei confronti del cantante. Detto che il gesto è sicuramente ambiguo e di cattivo gusto e che sicuramente tutto è reso più grave perchè fatto in diretta televisiva e peraltro su una rete pubblica, io andrei oltre. Non mi interessa aggregarmi a chi si straccia le vesti. Preferisco analizzare la persona e cosa possa averla spinta a comportarsi in quel modo. Non conosco Achille Lauro. Non lo conosco come artista e ancor meno come uomo. Mi sono però fatto delle domande e mi sono dato delle risposte.

Però se la prende sempre con Gesù e con i cristiani. Questa è una delle obiezioni più comuni che ho letto sui social. La motivazione più semplice che si può trovare è l’impunità di questa scelta. Attaccare Gesù provoca solo il clamore mediatico senza nessuna conseguenza pericolosa, a differenza di quanto accadrebbe con altre religioni monoteiste. Questo è sicuramente vero. Però, a mio avviso, resta una risposta troppo banale e semplicistica. C’è sicuramente anche dell’altro. C’è, a mio avviso, il malessere di un uomo, un malessere e un’inquietudine che si percepiscono dalla sua “arte” e dal suo modo di tatuarsi ed abbigliarsi. Un’arte che può piacere o meno (a me non piace), ma che, come ogni modalità espressiva, racconta il cuore e l’interiorità di una persona. L’arte di Achille Lauro racconta la nostaglia che ha nel cuore per la vera bellezza e il vero senso della sua vita. Se la prende con Gesù perchè si sente tradito da Gesù. E Gesù che fin da quando lui era piccolo ha incarnato la promessa di questa bellezza che ognuno di noi cerca e desidera. Bellezza che apre all’eternità di Dio e all’amore infinito di Dio. Capite! Achille Lauro, con la sua apparente libertà dissacratoria, ci sta dicendo di essere un mendicante in cerca dell’Amore. Un personaggio che ha tutto, ma un uomo che probabilmente non ha nulla. Con il suo autobattesimo ci sta dicendo che non crede che ci sia nessun Gesù che lo ha salvato e che è morto per lui, ma che è da solo in questo mondo e che da solo deve arrangiarsi. Lui rappresenta una generazione di ragazzi arrabbiati e confusi. Capite la solitudine e la sofferenza. Io non sento rabbia e indignazione. Io sento empatia ripensando a quando anche io mi sentivo solo e lontano da Gesù. Mi ricordo quanto stavo male.

Credo non serva a nulla fare crociate per ergersi a giudici di questi fratelli. Non serve a nulla prendere le distanze e dire e dirci come noi siamo diversi, che siamo migliori di loro. Non serve mettere un confine, una barriera. Non serve schierarsi contro. Mettersi contro serve solo ad allontanarci sempre più gli uni dagli altri. Va bene biasimare il comportamento, ma quelle persone sono sempre nostri fratelli e nostre sorelle.

Quelle persone stanno alzando un grido. Magari non ne sono consapevoli, ma stanno alzando un grido. Vogliamo di più, vogliamo la libertà, vogliamo l’emancipazione, vogliamo tutto. VOGLIAMO ESSERE FELICI. Questo ci stanno dicendo con il loro atteggiamento. Sono come il figliol prodigo che prende la sua parte di eredità e parte verso quella che crede essere la felicità, affrancandosi dal Padre.

Quindi caro Achille Lauro, dopo questa tua esibizione, ti sento ancora più fratello e più vicino. Coraggio apri il cuore e fai il più vero dei gesti anticonformisti e ribelli: inginocchiati e lasciati accogliere dalle braccia di un Padre che non smetterà mai di aspettarti.

Antonio e Luisa

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