La prendo alla larga. Il mio padre spirituale raccontava con un misto di ilarità e santa pazienza quanto una signora gli aveva confessato qualche tempo prima. Vi scrivo più o meno il dialogo tra la pia donna e il nostro fratone:
Signora: Padre quando faccio l’amore con mio marito dico sempre il rosario così prego anche in quei momenti e non mi lascio prendere troppo dalle passioni della carne. Padre Raimondo: Tu quando c’è la consacrazione reciti il rosario? Signora: No ma cosa c’entra? Padre Raimondo: Quando fai l’amore con tuo marito stai già pregando, anzi stai rinnovando un sacramento che è ancora più grande della preghiera, non c’è bisogno che tu dica anche il rosario. Il rosario è una preghiera meravigliosa ma ci sono altri momenti per recitarlo. E se provi desiderio per tuo marito ringrazia Dio. Non c’è nulla di male a provare piacere durante l’intimità.
Ascoltai questa risposta nel duemila quando ero un giovane di 26 anni che stava frequentando un corso fidanzati con la mia futura moglie Luisa. Quelle parole furono per me un’illuminazione. Non avevo mai sentito parlare in questo modo del fare l’amore. Credevo che la Chiesa tollerasse il sesso nel matrimonio perchè era necessario per procreare ma non avevo mai creduto che potesse considerarlo come una preghiera, anzi, come affermato da padre Raimondo, più di una preghiera. Da quell’episodio ne è passato di tempo, mi sono sposato e ho avuto modo di sperimentare come padre Raimondo avesse ragione.
Fare l’amore è davvero una preghiera meravigliosa quando fatto nel modo giusto. Per questo è importante che ognuno di noi si impegni a fondo per purificare il proprio sguardo e il proprio desiderio. Per entrare sempre più in comunione l’uno con l’altra perchè noi siamo immagine di Dio. Non solo io, non solo Luisa, ma insieme nella nostra relazione. E quando siamo capaci di donarci completamente nel corpo allore in quella intimità incontriamo Gesù. In quella nostra intimità facciamo per qualche istante esperienza di paradiso, facciamo l’esperienza di sentirci completamente abbracciati dall’amore e sentiamo di non aver bisogno di altro. Sentiamo la pienezza e la completezza di un amore che è umano, quindi finito ed imperfetto, ma che, proprio attraverso il nostro corpo che è la parte di noi che ci rende più fragili e corruttibili, ci permette di fare per alcuni istanti l’esperienza di una comunione tanto grande che credo sia davvero la realtà sensibile più vicina alla Trinità. E’ Dio che ci ha voluto così! E’ Dio che ci ha fatto maschio e femmina , che ci ha fatto con un pene e con una vagina, affinchè in quella differenza ontologica, visibile e concreta, potessimo compenetrare l’uno nell’altra ed essere nella carne una sola persona. Siamo due ma siamo uno, anzi il nostro amore diventa fecondo e può prendere vita, siamo quindi tre ma uno. Non vi ricorda la Trinità?
Per questo fare l’amore non ha bisogno di essere santificato recitando qualche preghiera nel mentre, fare l’amore è già un gesto che santifica gli sposi. La preghiera va bene, ma non durante ma prima. Un po’ come hanno pensato di fare Tobia e Sara, che prima di giacere insieme durante la prima notte di nozze hanno alzato la loro preghiera a Dio. Preghiera che chiedeva a Dio, tra le altre cose, di essere capaci di farsi dono e non di usare l’altro. Lo chiedono espressamente in passaggio della loro preghiera: Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d’intenzione.
Luisa ed io abbiamo preso spunto ed esempio da questa preghiera e cerchiamo di fare lo stesso. Prima di unirci intimamente ci abbracciamo e recitiamo insieme una preghiera allo Spirito Santo. Non perchè purifichi quel gesto che è già sacro e puro ma perchè purifichi i nostri cuori che si accostino a quel gesto con purezza e verità. Con rettitudine di intenzione appunto.
C’è un altro gesto che è molto bello e che in passato Luisa ed io mettevamo in pratica e che scrivere questo articolo mi ha fatto venir voglia di rinnovare. Dopo la preghiera prendevamo una boccetta di olio di nardo (si trova in tutti i negozi di articoli religiosi) e ci segnavamo la fronte. Ungendo la sua fronte la benedicevo disegnando una croce. Lei lo faceva su di me. Attraverso quel gesto stavamo rinnovando la nostra volontà di amarci sempre, senza riserve. Con il segno della croce affidavamo la nostra povertà a Cristo affinchè ci rendesse capaci di quella promessa. Perchè prima dell’intimità? Farlo prima del rapporto fisico aveva un significato molto forte per noi: era il segno del desiderio di donarci totalmente all’altro/a e non di ricercare il piacere fine a se stesso.
Cari sposi avete capito cosa significa pregare facendo l’amore? Significa fare una concreta esperienza di Dio attraverso l’altro Quando noi cristiani riusciamo a vivere così l’intimità siamo davvero dei privilegiati. Noi non facciamo semplicemente l’amore. Noi facciamo esperienza di Dio.
Antonio e Luisa
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Ciao, vorremmo sapere se il fatto che l’unione tra gli sposi diventi preghiera Vs Dio è una intuizione di Padre Raimondo, oppure ciò viene confermato in qualche enciclica o Sacre Scritture.
Grazie
Marco e Olivia
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