(Il sacerdote, deposti il calice e la patena, a mani giunte, canta o dice:) Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. (Oppure in canto:) Pater noster, qui es in caelis : sanctificétur nomen tuum; advéniat regnum tuum; fiat volúntas tua, sicut in caelo, et in terra. Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo.
Con la preghiera del Padre Nostro e l’esortazione che la precede cominciano i cosiddetti Riti di Comunione. Questa preghiera è La Preghiera per eccellenza perché ce l’ha insegnata Gesù stesso ed infatti, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, trova ampio spazio di approfondimento, inoltre sullo stesso Catechismo viene usata da base per la catechesi sulla preghiera e il pregare in generale. Non vogliamo addentrarci nei vari significati delle 7 richieste al Padre, per i quali vi rimandiamo direttamente al Catechismo.
Desideriamo in questo primo articolo mettere in evidenza la motivazione per cui il Pater non poteva non entrare a pieno diritto nel rituale del Divin Sacrificio, e questa prima motivazione ci viene dalla esortazione iniziale del sacerdote : Obbedienti. La virtù dell’obbedienza ci porterebbe molto lontani nella riflessione, ci basti però tener presente che la catastrofe delle catastrofi, cioè il peccato originale, è stato un atto di disobbedienza al Creatore, il Quale aveva proibito di mangiare i frutti di un solo albero; i nostri progenitori potevano mangiare i frutti di altre migliaia di alberi ed invece si intestardirono a voler mangiare dell’unico proibito: quanto ci affascina il non avere limiti, mal sopportiamo l’idea di essere limitati, di essere creature, di aver bisogno di regole, gli esperti la chiamano autodeterminazione dell’uomo nei confronti di Dio Creatore.
Care famiglie, la virtù dell’obbedienza va riscoperta in un tempo in cui ci inculcano che vada bene qualsiasi scelta nella vita, i fautori del nuovo concetto di libertà in realtà si vogliono affrancare dalle regole del cristianesimo, non ne vogliono sapere della vera libertà, quella che ci dona Cristo… per esempio ci vogliono convincere che l’aborto sia un diritto e non un omicidio, che l’adulterio non sia peccato ma emancipazione di sé, vogliono farci credere che la lussuria e la fornicazione non siano peccati, insistono nel farci credere che la castità non sia una grandissima virtù, che la verginità pre-matrimoniale sia un’invenzione della Chiesa e non un’esigenza del cuore umano, vogliono banalizzare l’atto sessuale con cui i due sposi si amano e generano nuova vita abbassandolo al livello animale, eccetera.
Quando eravamo fidanzati abbiamo accolto delle regole che ci sono state dettate dai nostri formatori, primo fra tutti padre Bardelli, e le abbiamo accolte nel nostro cuore facendole nostre, lasciando che operassero nella nostra vita anche se non le capivamo tutte fino in fondo.
Abbiamo obbedito, ci siamo fidati !
E abbiamo fatto bene, perché il rispetto di quelle regole non solo ci ha permesso di non cadere nel burrone del peccato mortale (specialmente il burrone dei peccati contro la castità), ma pian piano dal rispetto della norma siamo passati alla norma del rispetto, rispetto dell’ecologia dell’uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, rispetto del corpo e rispetto dell’anima, rispetto dell’armonia tra corpo ed anima che esigeva l’amore di fidanzamento allora, ed esige l’amore sponsale oggi. Abbiamo compreso cammin facendo, anzi cammin vivendo; vivendo cioè quell’obbedienza che anche se non capisce tutto e subito, intuisce però che obbedire a Dio è un investimento per la vita.
Non è necessario capire sempre tutto e subito fino in fondo per obbedire, è necessario invece aderire con la volontà alla norma. E’ ragionevole obbedire al nostro Creatore! Nella Santa Messa, quindi, non poteva mancare il Padre Nostro, perché essa è tutta orientata al Padre, il Sacrificio di Gesù è l’adesione piena alla volontà del Padre, e la Sua volontà è che la salvezza passasse necessariamente da Gesù, dalla Sua Croce; se Gesù ha obbedito offrendosi al Padre come sacrificio perfetto e gradito, come il vero Agnello Pasquale, sarebbe insensato riattualizzare il medesimo Sacrificio senza pregare il Padre come Gesù ci ha insegnato.
Cari sposi, impariamo ad obbedire al Signore e ritroveremo la libertà perduta, saranno spezzate le catene che ci tengono legati al peccato, saremo veramente liberi quando decideremo di operare il Bene e di evitare il Male. Non dobbiamo aver paura dell’uomo nuovo, dobbiamo invece temere che l’uomo vecchio torni con prepotenza a farci disobbedire.
Coraggio, il Signore sostiene chi vacilla !
Giorgio e Valentina.
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ciao ma se io sono da sola a volere da 25 anni e lui non si è mai veramente impegnato? lui è uno che bestemmia offende tutti.mi scansa e mi ripudia . in casa se c’è lui non c’è pace .stiamo tutti male.violenza verbale. gesti estremi.minacce.ho paura a rimanere con lui .offende anche i bimbi ed è dell’idea che le botte siano giuste.mio marito e un persecutore offensivo indifferente.guarda la TV o il cellulare. e indifferente a me non abbiamo rapporti ma se succede che si ricorda di me forse per stimolo andrebbe subito al sodo.io naturalmente mi nego.manca la vita di coppia.manca tutto.con lui in casa c’è aria pesante. io vorrei una carezza. un gesto. uno sguardo. una sorpresa.mi ha dato della puttana senza dirmelo ma a sé del cornuto perché uscita con l’amica ho incontrato una vicina pettegola per ol fatto che davanti a lei di di e avvicinato uno che mi ha salutato che conoscevo. ed è solo uno degli episodi.ha spaccato il quadro di Gesù con il figlio che era sotto il letto rischiando di tagliarlo.ho chiamato i carabinieri poi ho ritrattato .se io non reagisco e lo mando via ho paura di cadere in depressione .mi sento braccata .per he dovrei stare con uno che non mi viole più come compagna ma si sfoga su di me con volgarità e violenza? come si fa .e i figli?
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Ciao Cristina, capisco che sia una situazione difficilissima e molto critica. Si potrebbe cominciare un percorso per recuperare un po’ di relazione, e forse anche la gestione della rabbia sua, magari potresti cominciare col fargli sapere della tua sofferenza…tipo…. Ti amo, ma quando ti comporti così io soffro e faccio molta fatica ad amarti perché ti vorrei vedere felice e sereno. Cos’è che ti turba? Per cosa sei arrabbiato e con chi ? Voglio aiutarti a vivere più sereno e in pace ma devi lasciarti aiutare… altrimenti resterai sempre più solo con la tua delusione della vita e con la tua rabbia. Non resisto a vederti infelice. Conosco le tue qualità e il tuo impegno e nel lavoro per la nostra famiglia. Come vorresti essere accolto quando rientri stanchissimo dal lavoro?
Non sarà risolutivo ma è un inizio. Prima digiuna e prega poi agisci. Coraggio
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