Ciao Antonio e Luisa. Vorrei restare anonima. Una domanda molto personale. Mio marito mi chiede, durante il sesso, di fare cose che non mi piacciono e non penso siano sane. Il sesso anale è una di queste. Lui dice che io sono bigotta e che tutti fanno queste cose. Cosa posso fare?
Carissima c’è sicuramente un problema. Se tuo marito nell’intimità non trae soddisfazione dall’unirsi a te, ma da pratiche sempre più spregiudicate e, consentimi, deviate, c’è un problema. Non sei bigotta. Neanche io voglio fare il bigotto, quello che giudica i comportamenti sessuali delle persone, solo perchè si discostano da quello che prescrivono i manuali di morale. Non credo neanche che i manuali in questione trattino così nello specifico questi argomenti. Almeno io non ne sono a conoscenza. C’è però una domanda fondamentale che ogni coppia si deve porre. Lo deve fare per la propria felicità e realizzazione.
Abbiamo desiderio di unirci all’altro, di vivere un’esperienza meravigliosa attraverso il corpo che ci faccia sperimentare fusione e comunione , oppure cerchiamo altro?
Cerchiamo di mettere in pratica delle fantasie che abbiamo nella nostra testa, fantasie generate e nutrite da tutta la “cultura” pornografica che ci circonda e che spesso cambia e influenza in modo radicale la nostra idea di sessualità e di sesso? Detto in altre parole: l’unione intima con l’altro è il fine oppure un mezzo attraverso cui possiamo dare concretezza a quanto abbiamo visto fare da altri? Detto ancora in modo più chiaro:
vogliamo amare o usare l’altro?
Dopo tutta questa premessa permettimi di arrivare ad una ovvia conclusione. Chi cerca di usare l’altro per ricercare il solo piacere nell’atto sessuale, non ne sarà mai pienamente soddisfatto e cercherà di andare sempre un po’ più oltre per sperimentare nuove modalità. Anche nei matrimoni, lo so per certo, è sempre più presente il sesso anale, perfino, in certi casi, lo scambio di coppia, oppure altro ancora. Non trovando una soddisfazione che può venire solo da un rapporto vissuto per unirsi in una comunione profonda all’altro, si cercherà di andare sempre un po’ oltre, illudendosi di avvicinarsi a un piacere da cui ci si sta invece allontanando. Non di rado questo modo di vivere la sessualità porterà la coppia nel tempo all’astinenza e al deserto sessuale. Spesso a lasciarsi. Perchè si rimane delusi e, solitamente, ci si accusa a vicenda.
Faccio un esempio. La nostra amica Luisa è ginecologa. Molto spesso ci rivolgiamo a lei per chiedere consigli ed aiuto quando non sappiamo bene cosa rispondere a certe domande. Lei ci ha confidato che sono sempre di più le donne che durante le visite si lamentano del marito o del compagno. Una lamentava l’insistenza del marito ad avere un rapporto anale con lei. Siate sinceri/e: secondo voi lui voleva unirsi a lei oppure usarla per mettere in pratica fantasie pornografiche? Io non credo ci siano dubbi.
Quindi tornando alla tua domanda ti rispondo chiaramente. Abbi la forza e il coraggio di dire no. Lo devi fare per te, per lui e per la vostra relazione. Parla con lui, iniziate un vero percorso insieme di recupero, che vi porti a vivere il rapporto per quello che è: la modalità più bella e più concreta che abbiamo noi sposi per esprimere attraverso il corpo l’unità dei nostri cuori. Riappropriatevi di una sessualità sana dove il piacere non viene da pratiche sempre più spregiudicate (piacere effimero, che dura molto poco e che non soddisfa mai fino in fondo, se e quando c’è) ma dal vostro amore che viene nutrito in una relazione fatta di tenerezza, cura e dono reciproco. Non c’è nulla di più bello che vivere un rapporto intimo che si consuma (si porta a compimento) nell’abbraccio dei corpi e nello sguardo reciproco che arriva dritto al cuore dell’altro. Questo è il vero piacere, molto più grande di un orgasmo provocato da una fantasia, che non unisce ma che rende sempre più soli e distanti.
Antonio e Luisa
Per acquistare i nostri libri L’ecologia dell’amore – Sposi sacerdoti dell’amore – Sposi profeti dell’amore
A prescindere dal tipo di richieste che può essere morale o no, il punto sta nel rispetto di te. Posta sul piano della morale, lui addurrrà sempre le sue motivazioni che scontrandosi con le tue non porteranno mai ad un incontro. Evidentemente non avete la stessa sensibilità e lui ti taccerà di bigottismo e tu accuserai lui di perversione senza che questo conduca a nulla di buono. Avanzando, invece, una richiesta: di essere rispettata, la questione si sposta sulla relazione e non più su una ideologia. A questo punto state entrambi mettendo sul tavolo le vostre necessità, i vostri bisogni, i vostri desideri. Dovrai essere forte e tu per prima rispettare te stessa in ciò che ti fa sentire bene per poter chiedere, pretendere, che anche lui si senta chiamato a farti stare bene. Di contro, riguardo le sue di richieste, sarà necessario “decorticarle”, per poter giungere al nocciolo della questione, da cosa derivano? qual’è la mancanza che lo porta a cercare queste pratiche per sentirsi appagato? Come può un’orefizio soddisfarlo più di un’altro? È lampante che il suo star bene non può realizzarsi in questo! Offrigli di parlarne con figure esperte, competenti. Tanti sacerdoti sono preparatissimi sul tema e se non lo sono loro stessi, conoscono sicuramente i contatti giusti per aiutarvi. Anche l’associazione “Retrouvaille” può essere un valido aiuto. Si occupa di coppie che si vanno allontanando uno dall’altro. È di famiglia cattolica ma offre sostegno a tutte le coppie, anche atee e/o di credi diversi, quindi consente un approccio che non sà di “bigotto” 😉
"Mi piace"Piace a 2 people
Tutto giusto a parte sui tanti sacerdoti esperti. Ci sono ma non sono così tanti purtroppo
"Mi piace"Piace a 1 persona
È vero! Ma è meglio chiosare in positivo che in negativo. Bisogna riaccendere la fiducia e la speranza verso la Chiesa che sempre ci è mamma, anche se fatta di figli che umanamente possono sbagliare, lei non ci lascia mai sprovvisti di cure ❤️
"Mi piace"Piace a 1 persona
P.s.: grazie per quello che fate. Il vostro “servizio” è davvero prezioso 💎
"Mi piace"Piace a 1 persona