Cari sposi,
con la festa di oggi concludiamo il periodo natalizio. Sappiamo già che la Liturgia non segue l’ordine cronologico e se fino a due giorni fa Gesù era un neonato di qualche settimana mentre riceve la visita dei Magi, oggi è un trentenne che sta per cominciare la vita pubblica. Gesù vuole ricevere il battesimo da suo cugino Giovanni e tale gesto ha un grande significato, difatti: “Pur chiamandosi battesimo, esso non aveva il valore sacramentale del rito che celebriamo oggi; come ben sapete, è infatti con la sua morte e risurrezione che Gesù istituisce i Sacramenti e fa nascere la Chiesa. Quello amministrato da Giovanni, era un atto penitenziale, un gesto che invitava all’umiltà di fronte a Dio” (Benedetto XVI, Omelia, 9 gennaio 2011).
Ma che ha fatto Gesù in quel semplice gesto di farsi mettere un po’ di acqua sulla testa? Non lo abbiamo forse fatto noi tante volte al mare o in piscina con i nostri fratelli e amici? Che ha di così speciale? È qualcosa di meraviglioso perché “Gesù si mostra solidale con noi, con la nostra fatica di convertirci, di lasciare i nostri egoismi, di staccarci dai nostri peccati, per dirci che se lo accettiamo nella nostra vita Egli è capace di risollevarci e condurci all’altezza di Dio Padre. E questa solidarietà di Gesù non è, per così dire, un semplice esercizio della mente e della volontà. Gesù si è immerso realmente nella nostra condizione umana, l’ha vissuta fino in fondo, fuorché nel peccato, ed è in grado di comprenderne la debolezza e la fragilità” (Omelia, 13 gennaio 2013).
Ah, ma allora quel gesto è l’inizio, anzi il proseguo, di un vero e proprio sposalizio tra Gesù e ciascuno di noi. Gesù ci ama sul serio al punto da condividere tutto di noi, in particolar modo le nostre colpe che appunto viene a cancellare con il suo sangue sulla Croce. Se capissimo fino in fondo quale valore ha il nostro Battesimo, essere figli nel Figlio, essere con-morti, con-sepolti e con-risorti con Cristo daremmo salti di gioia. Per questo Papa Benedetto disse una volta: “Cari amici, quant’è grande il dono del Battesimo! Se ce ne rendessimo pienamente conto, la nostra vita diventerebbe un «grazie» continuo” (Benedetto XVI, Angelus, 11 gennaio 2009).
È alla luce di questo dono ricevuto e da riscoprire ogni giorno che voi sposi potete ridonarvi a vicenda il Suo amore e condividerlo poi con i vostri figli. Il Battesimo ricorda a voi sposi che l’amore che ha iniziato la vostra storia non è anzitutto un’autoproduzione vostra, non è “farina del vostro sacco” ma in definitiva fa parte di un progetto più grande che vi precede e che, grazie a Dio, ne fa da garante quando le povere forze umane vengono meno. Possiate fare sempre memoria del giorno del vostro Battesimo e lodare il Signore per la grazia immensa che avete ricevuto e che non tramonterà mai.
ANTONIO E LUISA
Padre Luca lo ha spiegato molto bene. Perchè il matrimonio sacramento è diverso da ogni altra modalità di unione? Perchè la relazione non sarà più solo nostra ma nel matrimonio la doniamo a Dio perchè ne faccia cosa sua. Per questo serve il battesimo. La nostra unione è generata dal battesimo e si rigenera ogni giorno nella fonte inesauribile della Spirito Santo. Ogni gesto d’amore che ci doniamo è sacro in virtù del nostro battesimo. Ogni volta che ci doniamo è Gesù che ci dona l’uno all’altra. Ogni volta che ci doniamo facciamo esperienza di Dio perchè il nostro amore non è più solo nostro, ma attraverso il battesimo e il matrimonio Dio ne ha fatto cosa sua.
“Il Battesimo ricorda a voi sposi che l’amore che iniziato la vostra storia non è anzitutto un’autoproduzione vostra, non è “farina del vostro sacco” ma in definitiva fa parte di un progetto più grande che vi precede”
Quando mi sono sposata ero giovane non sapevo nulla ma avevo questa certezza in cuore: che il mio matrimonio era parte di un disegno più grande. E questa certezza mi ha accompagnata nei momenti più difficili.
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