Riprendiamo da dove ci siamo interrotti ieri. Per chi non avesse letto la prima parte lascio il link. L’articolo di ieri si è interrotto al momento di analizzare le fasi del rapporto fisico. Iniziamo quindi con la prima. Secondo la sessuologia moderna la prima fase non è quella dei preliminari. Inizia ancor prima con il desiderio. Quindi inziamo con questa fase.
IL DESIDERIO
Noi pensiamo sempre al desiderio in riferimento alla pulsione sessuale. Qualcosa che è legato solo al nostro corpo. Il desiderio sessuale è in realtà generato da tre diverse dimensioni. C’è sicuramente l’aspetto biologico. Il desiderio è molto innescato dagli ormoni. In particolare dal testosterone. Per questo il desiderio prettamente fisico è nettamente maggiore negli uomini. I maschi hanno dieci volte il testosterone delle donne. Questo, care donne, non significa che voi vi dovete sentire meno capaci di amare e di desiderare un rapporto con vostro marito. Torniamo al discorso iniziale, siamo differenti. Va preso atto di questo. C’è una differenza oltretutto anche nella costanza. Nell’uomo l’impulso ormonale è molto più costante rispetto a quello femminile che è invece molto più fluttuante nel breve e nel lungo preriodo. L’uomo è poi soggetto ad un lento declino negli anni. Il testosterone di un giovane di vent’anni non è lo stesso di un uomo di sessanta. Le donne invece fluttuano per tutto l’arco della loro vita. Il ciclo ne è l’evidenza. Ce lo dice l’umore della donna e tutta una serie di stati d’animo e di sensazioni fisiche. E quando il ciclo finisce e comincia la menopausa? Il desiderio generato dagli ormoni ha letteralmente un crollo. Capite come la differenza vada accolta e compresa? Faccio un esempio concreto che mi è successo proprio durante la scrittura del libro. Mi contatta una moglie che mi apre il cuore e mi racconta della sua difficoltà con il marito. Hanno entrambi una quarantina d’anni e lei lamenta il fatto che non riesce più a mantenere i ritmi richiesti dal marito. Intendo più rapporti a settimana. E’ arrivata a vivere con angoscia il pensiero dell’amplesso con il marito. Per questa coppia è importante il dialogo. Per tutte le coppie è importante il dialogo. E’ importante prendere atto che siamo differenti e che se lei ha delle difficoltà non significa che ami meno il marito, ma che il suo corpo e i suoi ritmi stanno cambiando. E’ importante saperlo per evitare delle sofferenze ad entrambi. Per evitare che lei abbia paura di mortificare il marito con un rifiuto e che il marito si senta meno amato e desiderato. Non c’è nulla di sbagliato nella situazione di questa coppia. Semplicemente siamo fatti così, ma bisogna parlarne per evitare fraintendimenti e rancori nascosti. Io ho vissuto questa situazione prima di altri. Luisa ha otto anni più di me ed è già entrata in menopausa. Io invece ho ancora meno di cinquant’anni e un desiderio ormonale ancora molto alto. Ne abbiamo parlato e nel dialogo rispettoso ed amoroso ci siamo capiti e venuti incontro. Calibrare la frequenza dei rapporti alle varie stagioni della vita è fondamentale per continuare a desiderare l’intimità e per viverla con gioia e abbandono.
Il desiderio biologico non è influenzato solo dagli ormoni ma va inserito in un contesto più completo della salute psicofisica di uomo e donna. Avere una malattia, anche non inerente l’apparato genitale, può comportare un calo del desiderio. C’è poi un aspetto psicologico. Come mi vedo? Quanto mi amo? Se ho parti del mio corpo che non piacciono e mi vedo brutto o brutta, questo naturalmente incide sul desiderio. Nell’intimità sessuale ci doniamo. Se non mi piaccio cosa dono? Come posso aver voglia di donarmi?
La seconda dimensione che genera il desiderio è la relazione di coppia. Se la nostra relazione è caratterizzata da un contesto di amore e di fiducia (abbiamo già scritto della corte continua) il desiderio ne beneficerà moltissimo. Soprattutto per la donna, che ha meno spinta ormonale, più altalenante e meno duratura (con la menopausa crolla), è fondamentale attingere alla relazione di coppia per nutrire il desiderio sessuale. C’è una sessuologa canadese Rosemary Besson che ha fatto degli studi importanti nei primi anni duemila proprio su questo aspetto. Ha dimostrato come, in particolare nelle coppie di lunga durata, il desiderio nella donna sia innescato non tanto da una spinta ormonale e istintiva, ma molto di più dalla motivazione generata nella relazione. Il desiderio di stare con chi ti ha fatto stare bene in tanti piccoli gesti e situazioni.
Poi, infine c’è una dimensione culturale. Questo riguarda in particolare noi cristiani che viviamo un cammino di fede. Attenzione a dare il giusto valore al corpo. Se consideriamo il rapporto sessuale come un tabù o qualcosa di sporco come possiamo desiderarlo? Cercheremo di spegnere anche il desiderio ormonale. Insomma, poi nella coppia possono accadere disastri. Per questo è importante che il fidanzamento sia casto ma nella continenza e non nell’astinenza. Avere un fidanzamento casto non significa viverlo in modo arido. I gesti di tenerezza e di amore come baci, abbracci e carezze non vanno lesinati. Vivere la castità nel fidanzamento deve costare fatica. Se non ho desiderio di unirmi all’altro, beh, c’è qualcosa che non va. Questa mancanza di desiderio potrebbe essere proprio dovuta a questi blocchi culturali che poi nel matrimonio causano sofferenza e divisioni.
Quindi care donne spesso avete meno desiderio di vostro marito. Meno desiderio pulsionale. Non fatevene una colpa. Siamo differenti. Avete bisogno di essere condotte a desiderare l’intimità fisica attraverso i gesti d’amore di vostro marito. E avete bisogno anche del suo desiderio per abbandonarvi e far nascere il vostro. C’è proprio un nome per questa dinamica: desiderio responsivo. Non sempre avete voglia di fare l’amore, ma l’amore che provate per vostro marito e il suo desiderio per voi vi motiva ad iniziare un rapporto e, durante i preliminari, a far nascere anche in voi il desiderio sessuale.
ECCITAZIONE – PRELIMINARI
Abbiamo desiderio di fare l’amore. Iniziamo il nostro rapporto. Entriamo quindi concretamente nel nostro rapporto fisico con la fase dell’eccitazione. Questa fase contiene tutti i gesti e le parole atti a preparare i due sposi al rapporto. A preparare il corpo ma non solo il corpo. Va preparata tutta la persona. Questi gesti sono comunemente chiamati preliminari. Anche in questo caso dobbiamo prestare attenzione alla differenza che c’è tra l’uomo e la donna. La sessuologia ci insegna che la risposta sessuale maschile è molto rapida mentre quella femminile cresce più lentamente. La donna necessita di molto più tempo per essere pronta alla penetrazione. I preliminari sono necessari. Non possono essere un’opzione. Servono all’uomo e ancor di più alla donna. Perché servono? Sicuramente per entrare in relazione, in comunione. Servono per preparare i cuori dei due sposi al dono reciproco di tutto se stessi attraverso l’amplesso. Il momento della compenetrazione dei corpi dovrebbe essere posto al culmine di un dialogo d’amore tra i due sposi. Un dialogo parlato con il linguaggio dell’amore che è la tenerezza. Baci, abbracci, carezze, sguardi, parole possono aiutare i due amanti ad aprirsi sempre di più e a vivere il momento successivo nel modo giusto. Viverlo come due persone che desiderano amarsi e donarsi nella comunione e non come due individualità che si usano per qualche secondo di piacere intenso ma superficiale ed esclusivamente fisico. Quali gesti sono buoni durante i preliminari? Lo vedremo domani con l’ultima parte del capitolo.
Antonio e Luisa
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