Quando ho letto l’articolo di Stefano e Anna Lisa, i Cercatori di bellezza, mi ha colpito una frase: senza figli non c’è la vita. Inizialmente ho pensato che se avessi letto questo articolo anni fa, mentre ero nel pieno del dolore per la mancata gravidanza, conoscendomi avrei preso il primo treno per Milano per andare a parlargli. Ma, con la lucidità mentale e a dolore superato, oggi onestamente vi posso dire che nel cercare un figlio l’ultimo dei miei pensieri era l’Inps e gli assegni familiari.
Ultimamente succede che ci sentiamo con Stefano. Ebbene sì! Dovete sapere che tra noi blogger ci si sente e si creano alchimie e sintonie che ci permettono di aiutare meglio voi che leggete. Se stai leggendo è perché magari sei in cerca di un appiglio, di quella parola consolante che ti fa esultare e dire ad alta voce: oh finalmente qualcuno che mi capisce. Io stessa quando leggo quelli di Stefano e Anna Lisa mi diverto un mondo. Iniziare il lunedì con loro è uno spasso.
Ora torniamo a noi. Io e Andrea, come sapete, siamo solo in due, infatti un figlio non resterebbe nel mio grembo anche se dovessimo usare la Super Attack. Essere in due indubbiamente ha i suoi pregi ma anche i suoi difetti. Noi due ultimamente ci sentiamo dire beati voi che non avete figli. Spesso e volentieri ce lo sentiamo dire da chi li ha. si sa, come ci ricordano gli antichi e saggi proverbi dei nostri nonni, che chi ha il pane non ha i denti. In alcune occasioni effettivamente noi per primi abbiamo pensato che la cicogna avesse sbagliato indirizzo di consegna. Nell’articolo Stefano fa notare che ci sono pochi aiuti economici per le famiglie con figli, se escludiamo le confezioni formato famiglia al supermercato. Noi due, ma non perché siamo dei santini da pianerottolo, abbiamo imparato l’acquisto condiviso. Avete presente i campi famiglia, quelli che si fanno con la parrocchia, dove si è in autogestione e devi provvedere a spesa e cucina per 50 persone minimo? Ecco, organizzando quei campi abbiamo imparato a fare così la spesa con i nostri amici che hanno figli ma anche con quelli che non ne hanno. Ci si riunisce e nulla va sprecato.
Sicuramente ciò che è venuto a mancare negli anni, non è tanto la sovvenzione statale, ma proprio il gioco di squadra tra le persone. Indubbiamente la pandemia ha reso tutti tanti piccoli satelliti, ma ci si è dimenticati che abbiamo tutti una stella comune che è Dio. Pensiamo ad esempio alle vacanze o ai ristoranti. Noi ad esempio al mare abbiamo l’abbonamento in prima fila come se avessimo dei figli, di solito la prima fila è uso e costume di cederla e riservarla alle famiglie con bambini, perché come diciamo noi hanno più spazio per creare piste o castelli di sabbia, che puntualmente il mio pallone da volley gli butta giù. Non lo faccio per cattiveria ma semplicemente perché ultimamente in spiaggia c’è poco spazio tra un ombrellone familiare e un altro. Non si pensa a chi ha più di un figlio. Devono magari affittarne due.
Sul fronte ristorazione, sarà che in famiglia abbiamo dei ristoratori, stiamo notando che molti esercizi hanno poco spazio in sala se si entra con passeggini e carrozzine. Io per prima mi sono chiesta alcune volte come avrebbero fatto se fosse entrato un passeggino gemellare. Cosa devono fare i genitori? Aspettare che il bimbo sia capace di fare i primi passi da solo per godere di una semplice pizza fuori? Per noi due ovviamente questi problemi logistici non ci sono ed è per questo che spesso e volentieri diamo il cambio a quei poveri amici stanchi che rischiano di riuscire a parlarsi solamente tra un cambio di pannolino e un omogenizzato. Chi ha figli va sostenuto anche con questi piccoli gesti. Perché spesso e volentieri c’è il rischio che qualche famiglia diventi bimbocentrica e si dimentica dell’importanza del rapporto di coppia. Prevenire è meglio che curare.
Quando ogni tanto qualcuno ci dice beati voi che dormite mi arrabbio un po’. Eh no, perché anche noi non dormiamo sempre tranquilli, anche noi abbiamo il pensiero dei nostri ragazzi (i ragazzi che seguiamo) che sono più grandi e che magari già guidano o che sono all’estero per l’Erasmus e ti chiedi: starà bene? Avrà freddo? L’ultimo, ad esempio, è tornato dalla Turchia che non è certo la spiaggia di Fregene. Un legame genitoriale lo si ha a prescindere se un figlio abiti con te o meno. Che lo hai portato in grembo o meno. Perché alla fine sempre in affidamento da Dio ci è stato donato. Le nostre parole vogliono essere uno sprint per le coppie ferme nel dolore, ma anche per chi è magari incerto se avere un figlio o meno. Buttatevi e rischiate che ne vale la pena. Il nostro padre spirituale ci ha insegnato che si vive senza se e senza ma. Qualcuno che sta su una Croce ci ha amato senza se e senza ma. Siamo tutti una famiglia di famiglie.
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Le giovani generazioni (uso questo termine perché a chiamarli figli si depista ulteriormente chi già se ne chiama fuori) non sono mai state al centro dell’attenzione del nostro Paese, sia dal punto di vista istituzionale che del comune sentire.
Non sono percepiti come il più importante bene comune, come una promessa di futuro per tutti. Quindi perché investire energie (di ogni ordine e grado) per creare un sistema complessivamente sostenibile… Perché, terra terra, pagare le tasse che consentono agli istituti scolastici, in particolari statali, presidio del vero diritto allo studio e della vera inclusione, di essere sicuri e decorosi?
Ed è solo un esempio che urla in faccia a chi ha figli: “hai voluto la bicicletta? Pedala!”. Peccato che quando sarà adulto, speriamo onesto e istruito, e si metterà in gioco, il valore aggiunto di cui sarà portatore impatterà su tutti e non solo sulla sua vecchia madre.
Non c’è stupidità peggiore della non lungimiranza
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