Trovare pace

Cari sposi,

        questo breve articolo l’ho scritto mentre ero in pellegrinaggio di recente a Fatima. Un luogo di grande pace, non tanto per trovarsi in mezzo a una ridente e tranquilla campagna quanto per l’intervento divino che, tramite Maria, ha lasciato un segno ormai entrato nella storia, un segno per l’appunto di pace.

Nei messaggi della Vergine, durati dal maggio all’ottobre 1917, ricorre più volte il tema della pace, a cominciare dall’apparizione preparatoria dell’Angelo: “Non abbiate paura. Sono l’Angelo della Pace. Pregate con me”; fino a quella di Maria: “Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra”. La Madonna dice in sostanza che la pace del mondo dipende dalla preghiera di ciascuno di noi. Un’affermazione nuova perché mai come a Fatima Maria ha messo in evidenza il legame tra la pace mondiale e l’atteggiamento personale. In altre apparizioni precedenti Lei ha avuto, per così dire, una ricaduta e un’eco più ridotto e riguardante un minor numero di persone.

E qui viene un collegamento forte con il Vangelo e la festa di oggi, la Divina Misericordia. Difatti, Gesù, non appena si presenta nel Cenacolo, dona subito la sua misericordia a quelle persone che, chi più (Pietro) e chi meno (Giovanni), l’avevano rinnegato in qualche modo ed avevano pertanto la coscienza sporca. Gesù per primo fa la pace con loro e non li aspetta in processione con il capo chino, anche se ne avrebbe avuto tutto il diritto. Così facendo Gesù ci insegna che la pace nel mondo non sarà mai solo è una questione di accordi tra politici, ma piuttosto il frutto di una accoglienza personale e per voi sposi anche di coppia, del dono della pace di Gesù. Sì perché la pace è un dono, è un dono pasquale che tutti noi possediamo ma che non è ancora del tutto realizzato in ciascuna persona e coppia. Ed è lì che entra il nostro sforzo e la collaborazione personale alla grazia.

Troviamo così un meraviglioso intreccio tra il Vangelo e la festa della Misericordia e un’eccellente ricaduta nuziale. Gesù dona il perdono, dona la Misericordia ed è essa che ci permette di vivere nella pace. Solo nella piena riconciliazione con Dio possiamo poi riconciliarci con noi stessi e con chi amiamo. Come un sasso gettato in uno stagno, questa pace e riconciliazione possono espandersi attorno a noi. Che impressionanti le parole di San Giovanni Paolo II quando canonizzò suor Faustina Kowalska, colei che ricevette la rivelazione della Divina Misericordia: “L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia” (Diario, p. 132).

Ci sono effettivamente nodi che paiono insolubili tra i coniugi, cuori induriti da offese e mancanze di rispetto e fiducia. Ma appunto è il volgersi, il contemplare Gesù che ci fa dono del suo Perdono che può convertire i nostri cuori e così trovare davvero la pace.

ANTONIO E LUISA

Tommaso è esattamente come siamo noi. Noi che non riusciamo a credere in Dio perché nel mondo c’è il male, ci sono le guerre, i terremoti. Ci sono i bambini che si ammalano e muoiono. Noi vediamo tutto questo e non crediamo, perché non è possibile che Dio sia presente dentro la nostra vita. Invece Gesù dice: “beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”. Spesso anche nel nostro matrimonio non riusciamo a vedere la presenza di Cristo. Eppure lui c’è. C’è da quel momento che abbiamo pronunciato il nostro sì con la bocca e lo abbiamo confermato con il corpo nel primo rapporto fisico. Poi il tempo passa, iniziano i problemi, i litigi, le incomprensioni. La relazione sembra tutto fuorché santa. Eppure Gesù è sempre lì, fedele. La nostra infedeltà non corrompe la sua. Il suo amore e la sua grazia sono sempre a nostra disposizione. Tanti non ci credono più e mollano. Cercano nuove strade. Invece, senza giudicare chi non riesce, beate quelle donne e beati quegli uomini che credono anche se non vedono Dio nella loro storia, nel loro matrimonio. Beate quelle donne e quegli uomini che, anche se sono stati abbandonati e vedono la persona che ha promesso loro di amarli per sempre insieme ad un’altra persona, continuano ad abbandonarsi a Dio, perché sanno che Lui c’è anche se non lo vedono. Beate quelle donne e quegli uomini perché non hanno bisogno di vedere per credere, hanno dentro una promessa di Dio che custodiscono e che li conduce verso la verità e l’incontro con Gesù che salva e dà senso ad ogni cosa, anche quello che adesso non si può comprendere.

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