Lasciati amare

Cari sposi,

in questa settimana di Pasqua tutte le letture e in particolare il Vangelo ci ha riproposto evidentemente scene legate alla Risurrezione. Il senso è chiaro: la Chiesa vuole farci guardare al trionfo di Cristo da diversi punti di vista e angolature perché ne possiamo trarre il massimo frutto spirituale. C’è una sorta di filo rosso che lega queste vicende ed è che praticamente Cristo fa tutto Lui, Gesù prende sempre l’iniziativa. Ma questo perché? Nonostante sia risorto, nessuno Gli crede e deve apparire più volte e in diverse circostanze perché finalmente venga accolto.

Eppure, la cosa più bella e commovente, in queste apparizioni, sono i piccoli e grandi gesti di amore di Gesù verso i suoi discepoli. Di certo il più meraviglioso, non presente nei Vangeli ma affermato dalla Tradizione della Chiesa, è l’apparizione a sua Mamma (S. Ambrogio, Sulle vergini: “Maria vide la risurrezione di Cristo, e la vide per prima”). Non poteva che essere Lei la prima ad essere toccata dalla grazia ella Risurrezione per i meriti che ha accumulato durante la sua vita; poi è la volta di Pietro, poi i due di Emmaus, poi la colazione preparata per gli apostoli dopo la pesca e il “regalo” di una retata abbondantissima.

Se ci fate caso, nessuno in queste circostanze chiede niente a Gesù. Non vi è nessun malato, storpio, zoppo, cieco… da sanare. Gesù non deve accondiscendere ad alcuna richiesta di aiuto. Al contrario, Gesù è tutto proteso a dare doni inaspettati, illuminare e aprire gli occhi, consolare e confermare la fede ancora vacillante nei suoi. Ecco allora che si vede qui una nota dominante di come Gesù tratta gli apostoli: si dona per primo e gioisce nel rendere felici chi Lui ama. Di conseguenza è fondamentale lasciarsi amare, lasciare che sia Lui a fare tutto, permetterGli di agire come meglio crede, dico di più: consentire a Gesù di coccolarci.

Tanto è vero quanto dico che difatti quei gesti semplici e cordiali di Cristo, gli apostoli non se li scordarono mai più, al punto che Giovanni all’inizio della sua Prima lettera abbondò nel voler far capire quanto lui avesse toccato, sentito, visto Gesù (cfr. 1 Gv 1, 1-4). Perciò la Pasqua ci deve lasciare impresso nel cuore che Cristo mi ha trattato e mi tratta davvero così, mi ama per primo e vuole che io mi lasci amare da Lui.

Per voi sposi, di conseguenza, vale lo stesso. Quanto è importante saper riconoscere i gesti di amore del coniuge, saperli valorizzare e apprezzare. Non si può amare senza prima essere amati e difatti la vita sponsale, per grazia di Dio, ha il dono di essere un continuo darsi e riceversi (cfr. Gaudium et spes, 48), cioè ricevere amore e ridonarlo. Vivere, come sposi, da risorti, significa accogliere e lasciarsi amare da Cristo Vivo, da Cristo presente adesso al mio fianco, saper riconoscere come mi ama per poi farne dono e condividerlo con il coniuge in un cammino di crescita verso la vostra pienezza.

Padre Luca Frontali

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