Ciao cari sposi, l’ultimo nostro articolo, è stato a marzo, sui fuorischema di Dio nel nostro matrimonio. Abbiamo raccontato di noi, dei nostri due anni e mezzo di matrimonio e del fatto che non abbiamo ancora figli naturali. Ora, torniamo a voi, con questo articolo dove parleremo dell’attesa. Non l’attesa di un figlio biologico, ma di un figlio spirituale, dato dalla vocazione del nostro matrimonio cristiano.
Ogni coppia di sposi, infatti, ha una specifica chiamata di Dio, una vocazione, una missione che cammin facendo, scopre e con cui realizza la pienezza di vita e il Volto di Dio per umanità. C’e’ chi ha adottato figli o li ha avuti in affido, chi ha aperto una casa famiglia, chi é andato in missione, chi aiuta le famiglie e/o i fidanzati e/o i consacrati, chi apre la propria casa per farne cenacolo di preghiera e tanto altro, la creatività di Dio é infinita!
Per scoprirla, ci vuole tanta preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, il discernimento, l’adorazione, serve tempo, spazio, pazienza, silenzio, ascolto, guida spirituale, corsi, libri, testimonianze, condivisioni con gli Amici più avanti di noi nel cammino. Come ogni chiamata di Dio non si improvvisa, non si fa il fai da te, perché sostituendosi a Lui si fanno solo disastri e si dura poco.
Cosi, ultimamente, abbiamo fatto dei corsi per sposi, specificatamente dai frati minori ad Assisi e con Mistero Grande di don Renzo Bonetti. In questi corsi, abbiamo imparato che in primis bisogna essere fecondi tra noi coppia di sposi, io con mio marito e lui con me. Piccoli gesti quotidiani di tenerezza e di affetto, di attenzione reciproca, dialogo profondo, complicità, perdono, intimità e sessualità, vissute con bellezza, dono, incontro e verità. Da questa fecondità, nasce la missione specifica degli sposi, verso gli altri, verso chi li circonda, esattamente lì dove sono, nella realtà e nel tempo in cui vivono. La missione stessa, va incontro agli sposi!
Già anche solo l’attesa, quindi, porta frutto. L’attesa vissuta così da gioia, perché ci unisce di più, non è tempo perso, non è passività, non è subire. È come l’attesa per il seme seminato in terra che diverrà una pianta, o come un fiore che deve sbocciare e che diventerà frutto, frutto che maturera’ e sarà colto e mangiato. Con il mio.padre spirituale, ho scoperto la mia vocazione, che é il matrimonio cristiano; mio marito é il volto di Dio per me, ed io lo sono per lui. Ora insieme scopriremo il Volto di Dio per noi.
Auguriamo, quindi, a tutti voi sposi, se non lo avete ancora fatto, di scoprire la vocazione della vostra coppia. Indipendentemente dal fatto che abbiate o meno figli, perché la vocazione è più di questo, ed é per tutti, non è mai troppo tardi per scoprirla ed è bellissimo!
Se volete, ci trovate su facebook.
Grazie e a presto !
Buon Cammino a tutti
Paola & G.