Un appello al cuore.

Esatamente 44 anni fa, Giovanni Paolo II tenne una piccola catechesi durante l’udienza generale del Mercoledì, la quale ci aiuterà nella nostra riflessione. L’udienza ha per titolo “Cristo fa appello al “cuore” dell’uomo“.

Riportiamo due brevi passaggi:

Come argomento delle nostre future riflessioni – nell’ambito degli incontri del mercoledì – desidero sviluppare la seguente affermazione di Cristo, che fa parte del discorso della montagna: “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Mt 5,27-28). […] Oltre al comandamento “non commettere adulterio”, il decalogo ha anche “non desiderare la moglie del… prossimo” (cf. Es 20,17; Dt 5,21). Nella enunciazione del discorso della montagna, Cristo li collega, in certo senso, l’uno con l’altro: “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio nel suo cuore”. Tuttavia, non si tratta tanto di distinguere la portata di quei due comandamenti del decalogo, quanto di rilevare la dimensione dell’azione interiore, alla quale si riferiscono anche le parole: “Non commettere adulterio”. Tale azione trova la sua espressione visibile nell’”atto del corpo”, atto al quale partecipano l’uomo e la donna contro la legge dell’esclusività matrimoniale.

La nostra riflessione non vuole toccare il tema dell’adulterio, ma evidenziare come l’azione cattiva non nasca nel corpo, ma nel cuore. Sentiamo spesso sposi che si vantano di non aver mai tradito il coniuge, però le loro parole si riferiscono soltanto all’atto del corpo.

Ma Gesù ci ha insegnato che il problema non sta nel corpo, il quale esterna ciò che c’è nel cuore. E questo è proprio uno dei temi cari a questo blog, e cioè renderci sempre più conto che il nostro corpo è il mezzo espressivo dell’amore, non è l’amore. Il corpo ha la funzione di rendere visibile l’amore, di incarnarlo.

Ciò che dobbiamo curare nella relazione sponsale non è tanto all’esterno, nel corpo, ma ciò che c’è nel cuore, se cureremo quello, in automatico poi le azioni del corpo saranno riflesso di ciò che alberga nel cuore.

Tornando all’esempio di Gesù riguardo ad un adulterio: se l’uomo non guardasse quella donna per desiderarla, non ci sarebbe poi l’atto carnale. Quindi il problema sta nel cuore, è lì che quest’uomo ha deciso di guardare la tal donna, è lì che l’ha desiderata.. la frittata è già fatta!

Un bravo sacerdote ci fece capire questo con un esempio molto semplice: quando hai il raffreddore è inevitabile lo starnuto, quello che devi curare è il raffreddore e non lo starnuto che ne è il sintomo.

Ecco perché il Papa fece questo appello al cuore, per esortarci a porre attenzione a ciò che c’è nel cuore. Dobbiamo imparare sempre più a sondare cosa c’è nel nostro cuore, nel nostro intimo, la stanza intima dove si prendono le decisioni, dove la nostra coscienza deve vagliare tutto e rigettare ciò che non è conforme alla legge di Dio.

Molti sposi sembrano impantanati come nelle sabbie mobili, ed ogni volta ci raccontano la stessa solfa, ma finché non decidono nel cuore di amarsi con lo stile di Dio, non cambierà mai niente.

Coraggio sposi, il Signore ha lanciato un appello al nostro cuore, rispondiamo con generosità, Lui ripaga già in questa vita 100 volte, oltre ogni aspettativa.

Giorgio e Valentina.

2 Pensieri su &Idquo;Un appello al cuore.

    • gazie del contributo, ma il tema è un altro, il tema è quello di prestare attenzione cosa c’è nel cuore perché dal di dentro escono le cose cattive… nel cuore si decide.

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