Cari sposi, agli esordi del suo pontificato, Papa Francesco in una udienza nel marzo 2014, volendo esprimere il concetto che Dio si anticipa benevolmente a noi, sa venirci incontro, trova il modo per soccorrerci ben prima che ce ne accorgiamo, utilizzò un’espressione spagnola: “Dios primerea”.
Oggi, questa frase ben si adatta al senso delle letture, nella IV domenica di Avvento, a stretto contatto con il grande giorno del Natale. È il senso della prima lettura e del salmo dove il grande re Davide ha avuto un’idea straordinaria. Se l’Arca dell’Alleanza, con tutta la sua solennità – era infatti il luogo su cui Jahvé poggiava i suoi “piedi” – veniva lasciata sotto una semplice tenda, in un luogo aperto e in una condizione vulnerabile, come mai il re d’Israele poteva appisolarsi tranquillamente nella sua reggia sontuosa?
Da qui la “genialata” di avviare il progetto di un tempio maestoso entro il quale conservala con tutti gli onori: ma che bello! “Bravo Davide, sei veramente un re saggio e assai devoto verso il tuo Dio. Anche i profeti te danno ragione, passerai alla storia per aver onorato il Signore!”A prima vista ci pare una scelta ponderata, oculata, frutto di discernimento… ma a ben vedere non risulta conforme ai piani di Dio.
Circa mille anni dopo, nel momento in cui la Trinità ha scelto di manifestarsi al mondo con la venuta del Verbo fatto uomo, chi, come e dove rendere possibile tutto ciò? Chi avremmo scelto noi perché potesse essere genitore di Gesù? Ci sarebbe mai venuto in mente di scegliere una vergine e originaria di un luogo sconosciuto?
“Dios primerea”, Dio ha la prima e l’ultima parola in ogni nostra azione, anche quelle che umanamente sono senza senso e inspiegabili. Come insegna San Tommaso d’Aquino nella Somma Teologica (I, q. 19 a. 6) la sua Santa volontà si compie sempre in noi, sebbene in modo misterioso.
Oggi il Vangelo ci riporta all’Annunciazione di Maria e siamo invitati a leggerla come un segno della piena iniziativa di Dio che si anticipa ai nostri piani e ai nostri calcoli. Maria, grazie alla sua condizione di essere senza peccato e piena di grazia, sognava di donare tutta la sua vita al Signore, passando anche dalla verginità – una cosa detestabile nella mentalità ebraica – e il Signore l’ha preceduta perché non ha modificato una virgola del suo desiderio ma in modo sconcertante è riuscito a mantenerlo tale e quale pur passando attraverso una nuova modalità.
Ecco quindi che, vedendo Davide e vedendo Maria, constatiamo come le nostre iniziative, per quanto sacrosante, sono sempre inferiori a quelle di Dio. Come si fa allora, anche da sposi, a stare davanti a questa Volontà che può essere così strana e incomprensibile? Dobbiamo vivere con lo stesso atteggiamento di Maria, cioè la sua verginità. Essa, al di là della dimensione fisica, è prima di tutto sinonimo di piena disponibilità e apertura al Signore. Possiamo dire che le nostre iniziative siano motivate dalla disponibilità a Lui? O a un nostro interesse?
Sia Davide ma soprattutto Maria sono state persone umili, il loro cuore era aperto al riconoscere i doni e le grazie del Signore. È questa capacità il terreno fertile nel quale si può permettere di essere “fecondati” da Dio, è in ultima istanza il senso vero della verginità spirituale. Cari sposi, non siamo certamente noi con la nostra testolina a saper dare una direzione certa alla nostra vita, alle scelte che facciamo per noi e per gli altri. Se siamo radicalmente riconoscenti di quanto il Signore fa per noi, Gli daremo anche in mano la chiave del nostro cuore per lasciare che sia Lui a prendersi cura di noi.
ANTONIO E LUISA
Sta a noi, sposi già maturi, raccontare e testimoniare al mondo come non ci sia nulla di più bello di dire sì a Dio, dirlo attraverso il nostro sì alla creatura che ci ha posto accanto. Anche se non abbiamo tutte le garanzie e anche forse se andrà male. Meglio rischiare ma vivere fino in fondo che non scegliere affatto. Perchè chi è capace di offrire il suo fiat fino in fondo potrà fare grandi cose. Gli sposi che si prometteranno amore per sempre, in un certo senso saranno come Maria. Lei ha donato Gesù a tutti noi, noi sposi possiamo regalare l’amore di Dio al mondo. Ad un mondo assetato di Gesù.
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