Roberto Marchesini, noto psicoterapeuta cristiano, voce di Radio Maria e autore di diversi libri, ci offre nel suo saggio E vissero felici e contenti diversi spunti interessanti tra cui il decalogo per un matrimonio felice. Mi è piaciuto molto. Una lista senza velleità di essere scientifica, ma al tempo stesso molto utile per riflettere sul nostro matrimonio e su alcuni accorgimenti che potrebbero migliorare la relazione. Di seguito riporto i dieci punti aggiungendo un mio breve commento.
- Non cercare la tua soddisfazione, ma quella del coniuge. Per questo ti sei sposato. E’ importante avere sempre presente questa verità. Lui/lei non potrà mai renderti completamente felice. Non puoi controllare le sue scelte, il suo comportamento e il suo agire. Ciò che puoi fare e di cui hai il pieno controllo è impegnarti a fondo per renderlo/a felice. Questo hai promesso nel matrimonio. Senza mettere sulla bilancia quanto e cosa ti offre l’altro/a. Il tuo amore deve essere incondizionato. Solo questo ti può far vivere in pienezza il tuo matrimonio che prima di tutto è una vocazione cioè la tua risposta all’amore di Dio che Lui ti ha già dato.
- L’amore non è un sentimento, ma una scelta, una decisione, una promessa. Non vale dire non sento più nulla. Non lo/la amo più. L’amore non è sentire. L’amore, come abbiamo visto al primo punto, è volere il bene dell’altro/a. Volerlo e darsi da fare per offrirglielo. Il matrimonio è soggetto, essendo una relazione non a termine e quindi lunga, a sbalzi nei nostri sentimenti, a momenti di sentimenti forti e altri di aridità. Ci saranno momenti in cui non saremo sostenuti dalla passione d’amore. Non importa possiamo e dobbiamo amare comunque.
- Il tuo coniuge è diverso da te: ricordatelo. Spesso siamo portati a dare al nostro coniuge quello che piace a noi. Spesso non comprendiamo che parole o atteggiamenti che per noi sono normali e non negativi possano invece dare fastidio al nostro coniuge. Non è lui/lei ad essere esagerato. E’ soltanto diverso/a da noi. Amare significa preoccuparsi della sensibilità dell’altro/a e amarlo/a nel modo che a lui/lei piace. Non serve amare una persona in un modo che non le trasmette amore. E’ nostro impegno di sposi conoscere qual’è il modo migliore per dare il nostro amore.
- La differenza tra marito e moglie è una ricchezza, non una disgrazia. Uomo e donna sono diversi. Non lamentiamoci per questo, ma al contrario contempliamo la bellezza dell’altro/a che ci attrae proprio perchè è qualcosa che non ci appartiene, ma che ci appare un mistero meraviglioso. Nel maschile e femminile che si uniscono c’è una ricchezza tale da essere l’immagine terrena più vicina alla famiglia trinitaria di Dio. Ricordiamocelo e ringraziamo Dio per averci donato una creatura tanto diversa da noi e per questo incantevole e affascinante.
- Il tuo matrimonio dipende anche da te: stai facendo tutto il possibile? Siamo inclini a notare le mancanze dell’altro/a molto più facilmente rispetto alle nostre. Spesso non serve continuare a lamentarsi per ciò che non fa l’altro. Cosa posso fare io per migliorare la situazione? E non tiratemi fuori che fate già molto più di lui/lei. La relazione sponsale non è luogo per fare i sindacalisti. Ricordate che vincete o perdete insieme.
Con il prossimo articolo i successivi 5 punti.
Antonio e Luisa
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