Il cuore altrove. Un piccolo training per chi desidera pregare.

Gennaio 2023 siamo nella quotidianità del tempo ordinario, un po’ come ci indica il tempo liturgico. Abbiamo messo via la mangiatoia con dentro Gesù oppure Gesù c’è ancora, ben saldo nel nostro cuore? Qualche articolo fa’ scrissi: vieni nel mio cuore. Fu un pensiero frutto di una catechesi che ascoltammo Andrea ed io nella parrocchia di San Tarcisio qui a Roma. Una catechesi su Maria che scioglie i nodi. Dopo aver scritto l’articolo ho ripensato ad un libro che mi ha fatto compagnia nel 2020 che si lega molto a quella catechesi. Il libro di cui vi parlerò è di Don Rocco Malatacca edito dalla San Paolo e si intitola per l’appunto Il cuore altrove.

Spesso, quando mi contattate in forma privata, mi chiedete come ho fatto a superare il dolore di non aver potuto essere madre biologica. Come ho fatto? È stata determinante una frase di don Rocco, ricordo che un giorno mi disse: tu questa cosa la superi. Mi ha aiutato tantissimo ascoltare la voce di chi aveva la certezza che io ce l’avrei fatta. Nel buio più totale della mia vita, perché sapere che non puoi più avere un figlio ti spacca il cuore, ti senti soffocare dal dolore, in quella mia mancanza di aria c’era chi mi ha rianimato con forza donandomi l’ossigeno della speranza. Ho sperimentato come spesso nelle nostre ferite non sia opportuno utilizzare sempre e solo miele, ma è essenziale anche il sale. Il sale brucia è vero ma cicatrizza anche più velocemente. È essenziale avere accanto qualcuno che ti conforta sì, ma che nello stesso tempo ti rialza per tirare fuori il meglio di te che tieni nascosto per dolore.

Il libro di don Rocco è stato un aiuto fondamentale per riavvicinarmi alla preghiera, anche perché don Rocco è legato da un’amicizia forte in puro stile Tale padre tale figlio con il mio padre spirituale, quindi mi sentivo doppiamente accompagnata. Vi trascrivo un passo del libro:

Ti voglio prendere per mano e qui ti chiedo, per introdurci in questo accompagnamento, di avere un’attenzione che ti accompagni per tutto il libro: non vedere cose che ti suggerisco ma vedi me che ti accompagno con queste parole. Nonostante tu abbia un libro tra le mani, in realtà hai la mia mano che vuole fare con te un po’ di strada in tua compagnia. Non ho altro modo per starti accanto, e stare accanto ad altri, che scrivere. Le parole sono dita, le frasi sono mano, le pagine sono passi……..

Appena ho iniziato a leggere il libro, che ve lo dico a fare, ho iniziato a piangere a dirotto. Mi ha commosso anche solo la frase che avevo qualcuno che mi dava la mano. Non che non avessi accanto il mio padre spirituale, anzi, ma nel momento cruciale di dolore io mi vergognavo nel farmi vedere che piangevo da lui. Considerate che io mi commuovo anche quando leggo le letture a Messa. Man mano che avanzavo nella lettura, mi resi conto che non era scritto come uno dei tanti libri che si trovano negli scaffali delle librerie religiose, quei manuali pesanti e complicati che sembra che non arrivano mai all’essenziale, ma bensì era un libro che permetteva una relazione, dove l’autore instaurava davvero una relazione con me. Se ci pensate bene chi scrive libri ci dona la sua vita, e in quel momento avevo un compagno di viaggio nel cammino della fede. Avevo qualcuno che mi ha accompagnato all’incontro con Gesù. Mi ha accompagnato nel reset della mia vita, un po’ come si fa come con il PC o il cellulare quando si riavvia il sistema.

C’è un passo fondamentale ed emozionante nel libro, quando ti chiede di essere discepolo, lo fa attraverso il passo del Vangelo di Gv 1,38-39. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?».  Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.E in quel momento inizia lo step. La tua scelta. Che per me ha significato lo spostare la pietra che era davanti al mio sepolcro rappresentato dal dolore. Ecco perché io e Andrea ci impegniamo a fondo per il riportare le coppie che si sono allontanate dalla Chiesa per dolore, per le sofferenze e i lutti della vita. Il tabernacolo è in chiesa, non altrove. Ce ne sono molti altri di passaggi nel libro, spero di avervi incuriosito e magari spronato a rileggere questo passo di Vangelo con occhi nuovi. Ne approfitto dell’articolo per ringraziarvi perché acquistando il nostro libro ci state aiutando moltissimo, non solo a dare voce ad un argomento di cui si parla poco, ma con il ricavato stiamo aiutando molte realtà che seguiamo con la nostra associazione Abramo e Sara.

Simona e Andrea

Vi aspettiamo se volete nella nostra pagina Facebook Abramo e Sara, nel nostro canale Telegram e WhatsApp. Se passate da Roma ci trovate presso la parrocchia di San Giuseppe al Trionfale. E se volete continuare a sostenere il nostro progetto è disponibile online il nostro libro su Amazon.

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