Ci sono tante persone che, per enfatizzare quanto si vogliano ancora bene dopo tanti anni passati insieme, affermano: ci amiamo come il primo giorno! Io ho sempre trovato questo modo di descrivere la pienezza di una relazione come stonato. Il primo giorno io amavo Luisa molto meno di come la amo oggi. E’ normale che sia così. Il nostro padre spirituale ci diceva sempre che l’amore non è qualcosa di statico. Non è qualcosa che dobbiamo cercare di cristallizzare e custodire così com’è, come in una teca. Papa Francesco ha espresso lo stesso concetto in un modo ancora più chiaro: Il Matrimonio è come una pianta…non è come un armadio, che si mette lì, nella stanza, e basta spolverarlo ogni tanto…Una pianta è viva, va curata ogni giorno: vedere come sta, mettere l’acqua, e così via… Il Matrimonio è una realtà viva
Il nostro amore è quanto di più vivo (o morto, se non curato) ci possa essere. Muta continuamente. Esattamente come una pianta. Da un giorno all’altro sembra lo stesso, ma se lo si osserva per periodi lunghi si notano delle differenze enormi. E’ normale che sia così perché l’amore non ha vita propria, la relazione non ha vita propria, ma si nutre attraverso i due sposi. Attraverso i gesti, la vita, le attenzioni, il tempo, la cura, il perdono, gli scontri, i litigi, dei due sposi.
L’amore si nutre della vita dei due sposi. Esattamente come i bambini che crescono nel grembo di una mamma. D’altronde l’amore non è forse una forza generativa? Non è forse vita? Così accade che in una vita insieme, due persone che, nonostante i loro limiti, si impegnano giorno dopo giorno a farsi prossimi all’altro e dono l’una per l’altro, diventano sempre più capaci di amarsi. Diventano sempre più comunione, sempre più un cuore solo. Il loro cuore diventa sempre più grande e capace.
Non solo accade questo. Accade anche che i loro cuori si riempiono di tutto l’amore che sono stati capaci di donarsi nella loro relazione. Come un forziere che si riempie del bene donato. Non so voi, io ricordo tantissimi episodi e gesti in cui Luisa mi ha fatto sentire profondamente amato, e queste sono perle che restano per la vita e che arricchiscono il nostro matrimonio e mi permettono di guardarla con uno sguardo pieno di questo bene ricevuto. Come uno di quei filtri della fotocamera del mio smartphone che mi permettono di rendere più bella la persona che riprendo.
In sintesi giorno dopo giorno diventiamo sempre più capaci di amarci. Per questo il massimo della mia capacità di amare Luisa nel 2002, quando ci siamo sposati, era molto meno di ciò che posso fare oggi. Oggi sono molto più capace di entrare in comunione con la mia sposa e per questo anche il rapporto fisico è molto più bello ora. Altro che stancarsi con il tempo. Diventa sempre più bello.
Per questo mi sentirei di fare un augurio diverso alle persone che si vogliono bene. Non direi loro amatevi come il primo giorno ma direi amatevi come se fosse il vostro ultimo giorno insieme, dando tutto, non risparmiando nulla. Sono sicuro che chi ama in questo modo è capace di un amore molto più profondo e grande.
Un’ultima considerazione. Anche il rapporto intimo diventa sempre più bello e sempre più profondo con il tempo. Già, perchè ciò che rinnova davvero quel gesto non è cambiare il modo o il partner, ma è l’amore degli sposi che giorno dopo giorno è sempre più profondo, più grande e più maturo. Oggi sono molto più capace di entrare in comunione con la mia sposa e per questo anche il rapporto fisico è molto più bello ora. Altro che stancarsi con il tempo. Diventa sempre più bello. Come il vino delle nozze di Cana. Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono (Gv 2, 10)
Antonio e Luisa
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