Meno di un mese alla GMG, un evento che ci ha accompagnato per tutto questo anno pastorale all’interno del progetto Abramo e Sara. Un anno lungo, un cammino dal passo lento ma costante e in alcuni momenti con passi veloci e inaspettati. È il tempo anche in cui ci si prepara per il nuovo anno (pastorale). È il tempo in cui ci si dedica ancora di più ai germogli frutto della semina invernale. Perché Dio non va in vacanza d’estate, anzi è proprio l’estate il momento in cui ci si mette senza fretta ad osservare la Sua presenza nella nostra vita.
È stato un anno, senza dubbio il primo in assoluto, in cui abbiamo veramente goduto in santa pace della Sua preziosa compagnia. Come ce ne siamo resi conto? Attraverso gli incontri con le famiglie e i giovani che ci seguono in questo audace progetto di Abramo e Sara. Ogni volta che andiamo a visitare una famiglia, ritorniamo arricchiti in modo impareggiabile. Ascoltare in silenzio i racconti di una mamma con il figlio colpito da una malattia rara è un’esperienza equiparabile al calore che si prova allo stare in adorazione. Abramo e Sara è anche questo: sostare vicino al dolore delle famiglie, tendere la mano che ti solleva e ti guida di nuovo sulla strada giusta. Ma significa anche ascoltare i racconti dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro, interrogandosi se riusciranno mai a sposarsi. Significa anche ascoltare le ansie e le paure di chi ha perso un figlio e ora teme che la gravidanza non vada a buon fine. Sì, avete letto bene, accompagno le future mamme davanti all’ecografo. E questo dono di poter stare accanto a loro in un momento così importante, non ha prezzo.
Si è stato un anno particolare dove io per prima mi sono chiesta in alcuni momenti chi me lo fa fare? In fondo siamo semplicemente una coppia di sposi che ama l’oratorio. Né di più né di meno. Indubbiamente dinamici quello sì, quel dinamismo che diventa scomodo per alcuni. In effetti non è da tutti riuscire a creare dei gemellaggi tra le realtà dei gruppi giovanili e le coppie di sposi senza figli. Sarà che abitando a Roma e alla luce degli ultimi eventi di cronaca, direi che siamo sulla via giusta se si cerca di spronare la fascia adulta ad occuparsi dei giovani.
È stato anche l’anno in cui l’osservazione da parte di alcuni amici per la maggiore è stata siete spariti alternata a ora sei diventata santa Simona. Il che fa sorridere perché i santi della porta accanto, vedi Chiara Corbella, Carlo Acutis, Marianna Boccolini, David Buggi, con la loro vita ti ricordano che anche il barista sotto casa può ambire alla santità. Forse manca questo nella nostra quotidianità, qualcuno che ti ricordi che puoi essere santo anche tu che stai leggendo questo articolo, magari mentre sei in pausa pranzo al lavoro o mentre ti stai rilassando tra una poppata ed un’altra, mentre tuo figlio dorme. La nostra vita, vi assicuro, è più che normale.
L’unica differenza è che io ho scelto di dedicarmi totalmente ad Abramo e Sara. E dedicare del tempo vuol dire per forza di cose imparare l’arte del discernimento. Il distinguere ciò che è necessario dalle priorità. Quest’anno abbiamo applicato nella nostra vita la parabola del seminatore. Tante cose che ci sono capitate sono frutto della semina. C’è chi ha seminato e ha visualizzato un test di gravidanza positivo e chi come noi che ha visualizzato la nascita del nostro programma radiofonico su Radio Maria. Onestamente è stata una sorpresa se pensate che lo scorso anno quando iniziammo a scrivere qui sul blog di Antonio e Luisa raccontammo proprio della difficoltà che ho attraversato per fare pace con la figura di Maria. Ognuno di noi ha una storia, un cammino, un percorso il nostro ci sta meravigliando di continuo. Infondo come dice la nostra amica Deborah Vezzani? Renditi disponibile e vedrai meraviglie.
Nell’attesa di incontrarvi per l’ Italia vi aspettiamo sul nostro profilo Instagram @abramoesara_2020 dove troverete anche i nostri gadget con il quale potete sostenere il nostro progetto. A presto!
Simona e Andrea