Santa Gianna Beretta Molla: la tenerezza nel matrimonio e il “sì” alla vita

Non so quanti di voi hanno letto “Lettere”, a cura di Elio Guerriero (Edizioni San Paolo, 2012): è una raccolta di epistole che si sono scambiati Santa Gianna Beretta Molla e il suo Pietro. Sono lettere che raccontano il loro amore, dapprima nel fidanzamento e poi negli anni del matrimonio.

Pietro era spesso fuori per lavoro, non sempre per brevissimi periodi. Scrivere, in quei lunghi giorni di lontananza, era l’unico modo per restare in contatto, in un’epoca in cui non c’erano ancora tutte le tecnologie e i mezzi di comunicazione che conosciamo oggi.

I due sposi, nelle loro conversazioni, si mostrano attenti l’uno all’altra, proiettati verso la felicità del coniuge; si raccontano, si aprono, condividono stati d’animo, gioie e fatiche. E soprattutto si dimostrano l’un l’altra, in tutti i modi possibili, che si vogliono sinceramente bene.

L’ultima lettera è stata scritta da Pietro nel 1961, pochi mesi prima che la moglie morisse, dopo aver dato alla luce la loro quarta figlia. Gianna, infatti, ha sacrificato sé stessa per far nascere la sua bimba, Gianna Emanuela (oggi ancora viva e fervente testimone di fede).

Era sorto un fibroma: sarebbe stato sufficiente asportare l’utero per poter continuare a vivere, ma in quell’utero era custodita già una fragile vita, che Gianna voleva salvaguardare ad ogni costo. Proseguire la gravidanza ha significato per la donna una morte prematura, a 39 anni, e dover lasciare anche altri tre bambini.

Pietro, allora, ha assunto su di sé tutto il carico della famiglia, certo della vicinanza, in modo nuovo, della moglie, operante dal Cielo.

Ha trascorso quasi 50 anni da vedovo. Eppure, dopo la morte della sua amata, non ha mai smesso di ricordarla, di parlarne coi figli, di ringraziarla per averlo condotto ad una “vita nuova”. Geloso di quelle lettere, ha chiesto ai figli di non renderle pubbliche fino a che non avesse raggiunto la sua Gianna.

Oggi, quelle conversazioni sono un dono, soprattutto per i fidanzati e gli sposi: delle vere e proprie catechesi sulla vita coniugale. Questi sposi di Magenta, in provincia di Milano, si sono solo scelti ogni giorno: ed è il miracolo più grande che possa accadere in un matrimonio. Il loro segreto? Avevano Dio al centro.

È bellissimo questo: l’amore vissuto da Pietro e Gianna è cresciuto nel tempo, invece di consumarsi; non si è spento con l’arrivo dei figli, ma è maturato, diventando sempre più saldo. Gesù ha garantito anche a loro il vino buono negli anni.

La tenerezza di Pietro verso la moglie è toccante. È il 7 aprile 1957, si trova lontano da casa per un viaggio di lavoro e scrive: “Non saprei riposare se prima non mi mettessi in affettuosissima comunicazione con te, che vorrei avere sempre vicina, con te, affettuosissima sempre e premurosissima. Ti penso in questo momento con Pierluigi nelle braccia… E bacio e ribacio con tutto l’affetto la fotografia che ho di entrambi”.

La storia di Gianna Beretta Molla mi è entrata nel cuore, quando ero solo una ragazzina, grazie a mia madre, ora in Cielo anche lei. La venerava molto, la stimava, perché la ispirava.

Poco dopo la morte di mamma, decisi di dedicare un romanzo a Santa Gianna, a lei tanto cara. Così, venne alla luce “Tutto procede come imprevisto. Il tunnel diventato ponte grazie a Gianna Beretta Molla” (Mimep Docete, 2020).

Protagonista della storia è Gaia, una ragazza dei nostri giorni, diligente e studiosa, che frequenta l’università di medicina. Nel suo cassetto, tra i desideri da realizzare, ci sono un matrimonio felice e una laurea, magari a pieni voti, per poter diventare medico.

Un giorno, però, il mondo sembra crollare sulle sue spalle. Scopre, infatti, che il fidanzato la tradisce. È in quel momento che “perde la testa”. In un momento del tutto inaspettato, scopre che nel suo grembo c’è una nuova vita: che fare?

Una breve operazione e tutto sarà come prima”, le dicono le amiche, ma Gaia non ci riesce. I genitori la ricattano: non le pagheranno gli studi, se terrà quel figlio. Gaia rivuole indietro solo la sua vita: ha come obiettivo laurearsi. Non può occuparsi di un bambino, crede; di sicuro non senza l’appoggio di nessuno, come sta accadendo. Al tempo stesso non vuole abortire, lei è sempre stata sostenitrice della vita. Che dissidio, che sofferenza.

Nel reparto che la giovane protagonista definisce “il più inutile dell’ospedale” (una cappellina), farà un incontro inaspettato e decisivo, con una persona…

Non vi svelo come, ma anche Gianna Beretta Molla entra nella vita di Gaia e quel tunnel, che sembra senza fine, la condurrà, in realtà, ad una nuova luce.

“Il mondo ha più bisogno di testimoni, che di maestri”, diceva Paolo VI. È proprio così: l’esempio trascina più di mille parole…

Gianna è davvero una testimone credibile e ci ricorda che il nostro è il Dio delle sorprese. Gianna continua a dire con la sua storia di dolore e resurrezione: “Affidati alla Provvidenza e sarai felice”.

Cecilia Galatolo

Per avere maggiori informazioni sul romanzo: Tutto procede come imprevisto | Casa Editrice Mimep Docete

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