L’articolo di oggi (che segue i precedenti) è una “cerniera” con l’intento di chiudere le riflessioni mistagogiche battesimali ma anche di aprirne altre sull’accompagnamento dei cresimandi. Mi scuso se queste considerazioni potrebbero sembrarci molto teoriche e poco interessanti per il vivere concreto. Sono convinto che riflettere sulle nostre azioni sia un investire a vantaggio di future riformulazioni delle prassi quotidiani ed ecclesiali che avverranno però ancor prima nella nostra mente. Tra teoria e prassi c’è un circolo virtuoso. A maggior ragione se si tratta di quelle parole e quei gesti che riguardano i “punti (Luce) di incontro con Dio”.
La separazione tra battesimo e cresima nella prassi pastorale
La prassi pastorale attorno ai sacramenti del battesimo e della confermazione (da qui IC) ci ha abituato involontariamente a considerarli due realtà diverse, distinte e separate, senza continuità. Il popolo di Dio si è formato una serie di idee “separazioniste”.
Le idee sul battesimo
Tra quelle riferite al battesimo sicuramente ci sono: la necessità di battezzare i bambini nei primi mesi di vita, la sua importanza per “cancellare il peccato originale”, la preparazione catechetica alla famiglia del battezzando, la pastorale battesimale da 0 a 6 anni.
Le idee sulla cresima
Tra quelle della confermazione ci sono: il significato di confermare la fede personale, la necessità per sposarsi in chiesa, il padrino scelto dal cresimando tra i suoi amici e meglio ancora se un familiare, il catechismo esperienziale. Ci sono tante altre convinzioni che variano da comunità a comunità, da persona a persona, e si trasmettono di situazioni in situazioni.
L’importanza dell’unitarietà dell’Iniziazione cristiana
Volendo individuarne una, che è necessaria e allo stesso tempo poco presente nel patrimonio popolare della fede sacramentale, mi riferisco alla cosiddetta unitarietà dell’Iniziazione cristiana in vista dell’Eucaristia. Non spaventiamoci della parolona! Si tratta cioè di considerare innanzitutto i due sacramenti nel loro quadro generale, nell’insieme, prima ancora del loro specifico spirituale e pastorale, e poi si tratta di tenere a cuore il loro scopo ultimo dell’Eucaristia importante per la costruzione familiare della Chiesa ma ancor prima del primato della singola persona.
Riflessioni sul concetto di persona
Per le considerazioni che seguono mi rifaccio in linea generale a G. Busca, attuale vescovo di Mantova, che qualche anno fa ha scritto un bel libro La riconciliazione «sorella del battesimo». Come vivi tornati dai morti, Lipa, Roma 2011.
La persona e la relazione
Chi è la persona? La persona è “ciò che ha il volto rivolto a qualcuno”. Per diventare persona è necessaria la relazione con l’alterità, non si può vivere come un’isola. Per cui è l’intera vita il luogo nel quale si diventa persona, servono tutte le fasi dell’esistenza, le infinite circostanze, servono incontri personali e personalizzati, la prossimità con tutte le continue sfide e fragilità.
La formazione della persona nel cristianesimo
Se la modernità suggerisce di formare la persona secondo il metodo dell’io – scienze umane e antropologiche concentrate sull’analisi dell’io – il cristianesimo sin dall’inizio del suo accadimento ha pensato di formarla con l’Alterità di Dio: Cristo svela l’uomo all’uomo. Il Volto di Cristo è il volto dell’uomo nuovo. La Sua Chiesa diventa perciò lo “spazio” educativo divino-umano animato dallo Spirito che mediante l’Iniziazione Cristiana plasma la persona secondo la forma di Cristo. A maggior ragione questo compito educativo spetta alla chiesa domestica. Solo lei potrà mettere insieme la singola persona in tutte le sue peculiarità e le esigenze evangeliche del Regno, solo lei potrà guardare la prole con gli occhi di Cristo e Cristo presente negli occhi della prole, solo lei potrà decidere quale intervento più educativo nel cantiere artigianale della formazione.
Il ministero coniugale e i sacramenti dell’iniziazione
Il ministero coniugale dovrà mettere a fuoco l’unitarietà e la distinzione dei rispettivi sacramenti dell’iniziazione: il battesimo dona l’immagine di Cristo a cui la cresima offre la grazia per la somiglianza in vista del bacio nuziale – e i due saranno una carne sola – dell’Eucaristia.
Il battesimo
Il battesimo dona l’essere creatura nuova in Cristo. Con il battesimo siamo con-morti, con-sepolti, con-risorti insieme a Cristo. Il battesimo è una piccola risurrezione dell’uomo vecchio, di quello che è chiuso a Dio, le cui componenti sono frammentate e disordinate. Con il battesimo la persona riceve una struttura d’essere nuova. È innestata in Cristo per ricevere un’identità relazionale come dice san Paolo: «non sono più io che vivo ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).
L’identità relazionale
Papa Benedetto XVI commentando questo versetto ci aiuta a scoprire il significato di “identità relazionale” quando disse: «Il mio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande nel quale il mio io c’è di nuovo, e il nostro io viene liberato dal suo isolamento. ‘Io, ma non più io’: è questa la formula dell’esistenza cristiana fondata nel battesimo». Nel battesimo è data l’immagine come forza iniziale infusa da Dio di cui l’uomo potrà disporre per la sua vita e la sua attività creatrice, eppure invoca un perfezionamento per concretizzarsi quotidianamente.
La cresima
La cresima fa crescere nella somiglianza a Cristo. «La cresima pone il suo sigillo al battesimo con quell’unzione invisibile in cui lo Spirito Santo è presente in persona e si unisce a ciascun battezzato in maniera del tutto personale e unica diventando il co-soggetto della vita in Cristo».
La somiglianza come cammino
La somiglianza è il dato-da-compiere. Al dono del battesimo si “aggiunge” quello crismale affinché l’esistenza cristiana sia un cammino di somiglianza all’immagine restaurata in Cristo. Un secondo dono da parte di Dio, quello dello Spirito, e il medesimo compito da parte del battezzato, quello di vivere come creatura in Cristo. Dio nel cammino della persona per diventare cristiana dona l’unzione crismale quale pegno dello Spirito, quale garanzia per realizzare pienamente il suo essere nuova creatura in Cristo.
L’Eucaristia
Unione e trasformazione in Cristo
L’Eucaristia: uniti e trasformati in Cristo. S. Ambrogio commentando il libro biblico del Cantico dei Cantici paragona i due sacramenti dell’iniziazione all’innamoramento dell’anima, o del fidanzamento tra Cristo e l’anima dell’uomo. Nel bagno battesimale l’anima è ripulita, nell’unzione crismale l’anima è adornata con il profumo dello Spirito. Questa preparazione tende alle nozze eucaristiche quando la Sposa sarà introdotta nella stanza nuziale per ricevere il bacio dello Sposo. Quando Cristo introduce alla sua mensa eucaristica e dona da mangiare il proprio corpo trasforma interamente il battezzato in un’anima ecclesiale.
Trasformazione continua
L’Eucaristia celebrata ogni domenica come Pasqua del Signore ci fa diventare come Lui, vuole farci diventare alter Christus per fare della nostra esistenza una caro con Lui.
Un invito alla chiesa domestica
Carissima chiesa domestica, perché vuoi che i tuoi figli completino l’iniziazione? Per togliersi un pensiero, per sposarsi, per farli crescere, perché professino la loro fede, per avvicinarsi alla comunità cristiana, per rispondere alla vocazione, per essere testimoni di Cristo, per diventare soldati di Cristo …? Queste e tutte le altre possibili risposte potranno mai trasmettere il Grande Mistero simbolico nuziale dell’Iniziazione Cristiana? Potrà sopperirvi la testimonianza nuziale della chiesa domestica!
Don Antonio Marotta