Dagli Atti degli Apostoli (At 6,8-10.12; 7,54-60) In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo.[…] E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio. […] Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.
La rotazione del calendario ha voluto che il nostro articolo fosse nel giorno di santo Stefano, probabilmente molti tra noi stanno tuttora festeggiando coi propri cari il Natale e vi auguriamo che questo Natale possa essere foriero di grandi Grazie dal Cielo. Oggi le nostre povere parole saranno brevi perché vogliamo dare il tempo di far penetrare la Grazia natalizia nei cuori senza distrazioni dai social e simili.
La Chiesa sembra una madre sadica che non lascia il tempo ai figli di finire i festeggiamenti che già subito presenta il protomartire Stefano come il prototipo, appunto, da imitare. Ma dove sta l’importanza di mettere una data di un martire proprio il giorno dopo la nascita del Bambinello ?
Per metter fin da subito le cose in chiaro: il cristianesimo non è una vita comoda!
Non sono parole dure di Giorgio e Valentina: la prima lettura, che abbiamo riportato in alcune sue frasi essenziali, racconta il martirio di Stefano, ma poi nel Vangelo abbinato ad essa Gesù stesso così si esprime:
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; […] Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Il cristianesimo quindi non è commuoversi davanti al bambino Gesù deposto nel presepio per poi vivere di fatto un ateismo pratico.
Un cristianesimo accomodante non è vero. Un cristianesimo che non ci scomoda dai nostri vizi non è vero. Un cristianesimo che ci accontenta in ogni desiderio della carne non è vero. Un cristianesimo fatto solo di bollicine in pancia e farfalle nello stomaco non è vero. Un cristianesimo all’acqua di rose non è vero. Un cristianesimo che dà un colpo al cerchio e uno alla botte non è vero. Un cristianesimo che segue le mode del mondo non è vero. Un cristianesimo che appiana santi e peccatori tutti allo stesso livello, non è vero. Un cristianesimo costruito sui sentimentalismi non è vero. E santo Stefano – come tutti gli altri martiri – ce lo ha testimoniato.
Gesù – che è la seconda Persona della Santissima Trinità, quindi è Dio – si è umiliato a tal punto da farsi uomo, non per farci scendere le lacrime davanti al presepio, ma per salvarci, e come lo ha fatto? Sulla croce. Gesù Cristo ci ha dato tutto e chiede tutto. Cari sposi, siamo disposti?
Giorgio e Valentina.