L’alfabeto degli sposi. P come preghiera (2 parte)

Per questa parola serve un altro articolo. Non potevo non accennare alla preghiera di coppia. La preghiera di coppia ha molto in comune con la riattualizzazione del sacramento, con l’amplesso fisico. In entrambi i casi bisogna mettersi a nudo, togliere tutte le barriere e aprire il cuore per accogliere l’altro/a in noi e per farci accogliere da lui/lei. Serve una grande intimità per questo tipo di preghiera. Quando se ne parla durante gli incontri o con gli amici spesso si rivela essere ostica e faticosa. Tanti non riescono.

La preghiera di coppia non è un sacramento, ma c’è comunque qualcosa di grande, di trascendente e che interpella ciò che costituisce la nostra unione che non è solo di questo mondo ma sconfina nel divino. Siamo stati consacrati e i nostri cuori saldati dal fuoco dello Spirito. Dio non abita più solo dentro di me ma vive nella nostra relazione d’amore, ha posto la sua tenda, la sua mishkan nel nostro amore, e desidera che io lo cerchi e lo trovi nella mia sposa. La mia sposa è, per consacrazione, mediatrice tra me e Dio. Non posso amare Dio se questo amore non si lega all’amore per la mia sposa. Ed è così che la preghiera di coppia, detta magari in un abbraccio e guardandosi negli occhi, nella pace della notte, quando i bambini ormai dormono e il silenzio è balsamo dopo una giornata di caos ed urla, la preghiera diventa dialogo intimo con la mia sposa e con Gesù.  Così la preghiera diventa richiesta di perdono verso la mia sposa e verso Dio, diventa canto di lode per la mia sposa e per Dio, diventa ringraziamento per lei e per Lui. E’ un’esperienza che unisce tantissimo e aiuta a superare crisi e momenti difficili perchè il mare può anche essere agitato, ma se siamo saldi nella fede e nell’amore, la nostra barca non affonderà. Pregare insieme è attingere alla stessa fonte, alla fonte della Vita e dell’Amore.

Antonio e Luisa