Ho da poco finito di leggere l’ultima opera di don Carlo Rocchetta. Il titolo è già molto interessante: Teologia del talamo nuziale. Don Carlo è uno dei pochi sacerdoti, almeno che io sappia, che ha avuto il merito di approfondire il matrimonio come sacramento sessuato, che si vive attraverso e nel corpo e che si esercita attraverso le doti del corpo.Il corpo è fondamentale nel matrimonio, tanto è vero che il sacramento non si realizza finchè non c’è il primo rapporto fisico tra gli sposi. Don Carlo ha il merito di ricordarci che non si può costruire la nostra casa sulla roccia senza delle fondamenta bel salde. Non si può vivere un matrimonio spiritualmente elevato e autentico senza sviluppare tutte le doti corporee atte a trasmettere amore. Non si può essere sposi felici senza sviluppare la tenerezza. Non si può essere sposi cristiani, quindi al modo di Cristo, senza sviluppare tutti i gesti espressivi dell’amore: parole, carezze, abbracci, baci e l’amplesso fisico. Il matrimonio non si costruisce quindi solo con la fede e la Grazia, e neanche solo a tavola, quindi con la comunione e la convivialità ma necessita anche del talamo, quindi della manifestazione nel corpo dell’unione intima dei cuori e della dolcezza e tenerezza, doti corporee dell’amore. La Chiesa non ha sottovalutato questo aspetto tanto che fino a qualche anno fa era prevista la benedizione da parte del sacerdote del talamo nuziale. Questo gesto aveva un significato molto bello e importante. Il presbitero benedendo la camera nuziale riconoscendo quel luogo come sacer (luogo che appartiene a Dio), quindi sacro. Quello è il luogo dove marito e moglie unendo i lori cuori e i loro corpi rinnovano il sacramento delle nozze e, aprendosi così alla vita e all’amore, riattualizzano la presenza di Cristo nella loro unione.
Antonio e Luisa