(Nelle formule seguenti, le parole del Signore si pronuncino con voce chiara e distinta, come è richiesto dalla loro natura). La vigilia della sua passione, (prende il pane e, tenendolo leggermente sollevato sull’altare, prosegue) : egli prese il pane nelle sue mani sante e venerabili, (alza gli occhi), e alzando gli occhi al cielo a te, Dio Padre suo onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse: (si inchina leggermente), Prendete, e mangiatene tutti : questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi. (Presenta al popolo l’ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione. Poi prosegue): Allo stesso modo, dopo aver cenato, (prende il calice e, tenendolo leggermente sollevato sull’altare, prosegue): prese nelle sue mani sante e venerabili questo glorioso calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli e disse: (si inchina leggermente), Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me. (Presenta al popolo il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione).
Spesso ci chiediamo come facciano certe persone a “farsi bastare” quell’oretta scarsa di S. Messa domenicale in mezzo al turbinio che ci impone questa società frenetica.
Con questa frase volutamente provocatoria non vogliamo in alcun modo puntare il dito sulle scelte personali di nessuno, al contrario, vorremmo invece soffermarci per un poco sulle difficoltà che molte persone incontrano nella frequentazione della S. Messa affinché la provocazione diventi motivo di riflessione per le coppie di sposi e per i sacerdoti.
Questa epoca è caratterizzata (seguendo i dati della media nazionale) da un elevato numero di persone anziane che non ha come contraltare un altrettanto numero di nuove generazioni, per cui è abbastanza diffusa la situazione di avere i genitori anziani e malati che sono bisognosi di quelle cure, attenzioni, compagnia e serenità che solo gli affetti familiari sanno dare. Ma questa società ci impone spesso di lavorare entrambi (marito e moglie) per vari motivi, inoltre i ritmi ed i giorni lavorativi sono sempre più disumani, perché non hanno al centro l’uomo ma il profitto… per cui spesso ci si ritrova figli unici che riescono ad aiutare i propri genitori solo la Domenica, e se c’è una governante (badante), essa ha il giorno libero di Domenica, per cui giocoforza vuole che la Domenica sia dedicata alla cura dei genitori… stesso discorso dicasi per chi ha figli disabili o comunque familiari in situazioni di bisogno estremo.
Sarebbe un discorso troppo lungo e non vorremmo banalizzarlo, ma solo portare all’attenzione la diversità e molteplicità di varianti nelle situazioni familiari. Ci sono poi le famiglie che non hanno anziani o disabili da accudire, ma semplicemente sono travolte dalle 1000 cose da fare di tutti i giorni; non necessariamente sono attività di svago, semplicemente si lavora in due e bisogna metterci tutto se stessi nel mandare avanti la casa e nell’educazione dei figli (magari tre, quattro o più), per cui si arriva al sabato sera senza accorgersi che è passata un’altra settimana tra: lavatrici, panni da stirare, accompagnamento alle attività scolastiche ed extra dei figli vari (ed ogni figlio richiede la propria attenzione), incontri in parrocchia, lavoro col proprio carico di stress (vedi sopra), scadenze dei tributi, ospitate del parentado, visite mediche, dentisti e chi più ne ha più ne metta…
Tutte queste persone non hanno altri momenti per la S.Messa se non di Domenica, certamente tra queste persone ci sono anche quelle che non vogliono trovare il tempo per il Signore, né durante la quotidianità tantomeno la Domenica che considerano dedicata (finalmente) alla cura di sé stessi e dei propri interessi più o meno nobili, ma a noi interessano le persone del primo gruppo : a noi interessano quegli sposi che si spendono tutti i giorni della settimana per amare Dio nella vita concreta della propria famiglia con tutto loro stessi, quando spesso la Messa feriale è un miraggio (per molte fasi della vita), cosicché ad essi “rimane”, oltre alla preghiera quotidiana, un altro caposaldo fermo ed irremovibile, costi quel che costi: la S. Messa domenicale.
Cari sposi, amare è una scelta, oltre che un obbligo dato dal comando di Gesù, e questa scelta sponsale è sempre feconda (se è autentico amore), cioè portatrice di nuova vita; vita che si concretizza nelle sue molteplici varianti, una di queste espressioni di amore fecondo è l’aiuto reciproco tra le famiglie. Provate a drizzare le orecchie: è probabile che nella vostra comunità ci siano persone/coppie che sono in grande difficoltà a partecipare alla S. Messa domenicale ma non trovino nessuno che li sostituisca nell’accudimento di quelle persone malate/fragili, nessuno che li sollevi da qualche servizio domestico… quale miglior aiuto se non quello di una coppia di sposi che rende “il giogo un po’ più soave e il carico leggero” ? Pensateci… chi ha tempo doni tempo a chi non ne ha.
Qualcuno si starà chiedendo cosa c’entri tutto ciò con le parole della Consacrazione che stiamo analizzando ; “[…] spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse : Prendete, e mangiatene tutti : questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi“… queste parole sono immense ed hanno come primo significato quello della Santissima Eucarestia, ma portano con sé anche un secondo significato per noi: se la vita cristiana è imitazione di Cristo, come possiamo noi imitare Cristo in questo sacrificio del Suo Corpo, in questo Suo “spezzare il pane della propria vita” per molti ? Sicuramente in primis nella vita spesa per il nostro coniuge, ma poi anche come vita spesa per chi ne ha bisogno al di fuori della coppia, come espressione della fecondità della coppia… e si coniuga in mille modi, tanti quanti lo Spirito Santo ne ispira agli sposi che desiderano “spezzare il pane della propria vita in sacrificio per molti”. Ogni coppia può essere una manifestazione particolare dello Spirito Santo. Coraggio sposi, basta rendersi docili alla Sua azione.
Ora una parola ai sacerdoti partendo da un’altra provocazione : perché tanta fretta? Alla luce di quanto analizzato qui sopra speriamo che molti sacerdoti rivedano un po’ il proprio modo di celebrare. Non saremo certo noi i primi a ricordare loro la doverosa “ars celebrandi” (cioè l’arte di celebrare) a cui il Messale e la Tradizione cattolica li richiama, sicuramente però possiamo aiutarli nel testimoniare quanto sia importante per gli sposi vivere la S. Messa domenicale, che per molti (ahinoi) è l’unica di tutta la settimana (come sopra descritto).
Quando arriva il sabato sera e finalmente ci si sdraia nel letto per l’ultima volta della settimana, spesso si viene travolti dalla stanchezza accumulata nei 6 giorni, riaffiorano alla mente le tante vicissitudini della settimana, ma poi arriva un pensiero bello, anzi, bellissimo: “domani mattina finalmente andiamo a Messa”… abbiamo bisogno di ricaricarci per affrontare le sfide della settimana entrante… sentiamo la necessità di un ristoro del corpo e dello spirito… non abbiamo avuto un minuto di silenzio durante la settimana e ne abbiamo tanto bisogno… urge un incontro con Gesù che è l’unico a dare senso alle fatiche della settimana appena passata… Gesù è la nostra stazione di ricarica… è il nostro rifornimento settimanale… poi arriva Domenica mattina e si trovano alcune Messe che danno l’impressione di un’automobile incidentata che sta insieme col nastro adesivo… è come arrivare alla tanto desiderata stazione di rifornimento accorgendosi però che essa non ha la pistola adatta per la nostra automobile… sarebbe come arrivare alla stazione di ricarica e anziché trovare la presa della corrente per la nostra auto trovassimo un’ometto pronto a pedalare per alimentare una dinamo… ci sono alcuni sacerdoti che sembra improvvisino di volta in volta un nuovo colpo di scena pur di catturare l’attenzione quasi fosse uno show col problema dello share.
Cari sacerdoti, noi sposi abbiamo una necessità vitale della S. Messa e della Santissima Eucarestia, per imparare ad amarci nel sacramento del matrimonio come Lui e dobbiamo nutrirci di Essa e necessitiamo adorare Gesù presente in Essa, perché spesso avete così tanta fretta? Lasciateci il tempo di adorare il Signore Gesù presente in quell’Ostia Consacrata, è vero che nel Messale (sopra riportato) c’è scritto che dovete presentarlo al popolo però a volte vediamo più nel dettaglio una cometa o una stella cadente piuttosto che Gesù… che poi, quando si presenta una persona ad un’altra, solitamente si lascia il tempo che almeno le due si salutino e si presentino a vicenda, non basta il nome in un nanosecondo, ci vuole di più normalmente! Se è così tra noi uomini a maggior ragione con Gesù, no?
Noi sposi non abbiamo paura di adorare il Signore, è vitale per noi! Non abbiate paura, gli sposi non si stancano di stare a Messa, è l’unica ora in tutta la settimana. Abbiate almeno la medesima cura con cui gli sposi si scambiano tenerezze intime, non in fretta e tanto per fare, non alla carlona o in modo grossolano, ma con cura nei dettagli perché c’è di mezzo l’amore !
Ci sono tanti sacerdoti che hanno una sensibilità invidiabile nell’ascoltare le persone, usano un’attenzione particolare ai dettagli che le persone raccontano loro, hanno una grande tenerezza nell’accogliere le persone… ma Gesù nell’Ostia consacrata non è forse una Persona? Tra le vostre mani succede il miracolo dei miracoli, le vostre mani consacrate diventano ogni volta la culla per Gesù come a quel primo Natale, tra le vostre mani tenete il Sacratissimo cuore di Gesù ancora pulsante, come fate a non tremare di commozione ogni volta? Perché tanta fretta?
Sposi e sacerdoti insieme per adorare il Signore Gesù che ancora una volta si offre col Suo vero Corpo e col Suo vero Sangue : due sacramenti che si aiutano a vicenda come le due ali di una colomba bianca.
Giorgio e Valentina.