Da oggi inizierà a collaborare con il blog Ettore Leandri. Ettore è uno sposo che vive la fedeltà seppur separato dalla moglie. E’ membro dell’associazione Sposi per sempre di cui è anche presidente. Siamo molto felici di averlo nella squadra. Sarà la voce di tanti fratelli e sorelle che vivono nella stessa difficile situazione.
Ogni tanto mi trovo a pensare a dove sarei in questo momento se, più di otto anni fa, non mi fossi separato e in particolare a come mi troverei nel mio rapporto con Gesù: tralasciando la nostalgia di non vivere più in una famiglia unita insieme alle figlie, rifletto sul fatto che questa tragedia (almeno per me è stata così, è comunque sempre un male, anche quando è necessaria), è servita ad aprirmi gli occhi e a capire cosa voglia dire affidarsi e confidarsi con lo Sposo Gesù. Certo, se avessi potuto scegliere, avrei allontanato volentieri questa croce, anche perché ha comportato sofferenza ad altre persone, parenti e soprattutto a chi avrebbe diritto a una famiglia in cui papà e mamma si vogliono bene, i figli.
Però se Dio ha permesso questo male, l’ha fatto per il mio bene e questo l’ho capito solo dopo diverso tempo; ad esempio, non è paragonabile la qualità del tempo che passo con le figlie quando sono con me, rispetto a quando vivevamo insieme e magari invece di giocare con loro stavo al computer o avevo altre distrazioni.
La sofferenza è stata lo strumento attraverso il quale Dio ha plasmato e convertito il mio cuore, tanto che posso affermare che prima ero cristiano “praticante” solo perché andavo la domenica alla messa ed ero impegnato in parrocchia: la cosa che mi fa sorridere è che mi ritenevo superiore alla maggior parte dei parrocchiani e pensavo di essere ormai “arrivato”. Il problema è che chi si sente arrivato, vuol dire che non è mai partito, ed è davvero così: più approfondisci, in particolare il Sacramento del matrimonio e più ti accorgi di quanta strada c’è da fare in questa salita infinita verso il regno di Dio; è come avere delle lenti di ingrandimento, più ingrandisci e più ci sono realtà sconosciute e affascinanti.
Ho visto miracoli nella mia vita e ho provato la vicinanza di Gesù in tanti momenti, ho imparato ad amare mia moglie in maniera diversa, completamente svincolata dal possesso e da qualsiasi ritorno che possa avere, anche di soddisfazione sessuale. Indubbiamente non è facile, perché ogni giorno è diverso: ci sono alti e bassi, è un cammino che finirà nel mio ultimo respiro, ma è davvero gratificante cercare di amare di un amore totalmente gratuito che non si aspetta niente (agape), quello che Dio ha per noi, sempre, indifferentemente da come rispondiamo alla sua chiamata. Non posso che ringraziare Dio per tutto quello che mi ha dato e che continua a donarmi, è davvero una grande grazia!
Ettore Leandri (www.fraternitasposipersempre.it/)
Grazie per il tuo sì a questa nuova chiamata, ci speravo tanto! Leggendo questo blog soffrivo per la bellezza alla quale sento di essere stata esclusa per via della mia recente separazione. Il matrimonio è tanto bello quanto impegnativo. Purtroppo non posso più impegnarmici. Non so più dove riporre la mia speranza. Non so più dov’è la volontà di Dio x me. Sono mamma e sto proseguendo il mio cammino nel servizio come Marta, ma sento che questo non mi disseta. Dovrebbe bastarmi? In preghiera meditavo con Gesù che siamo rimasti soli, io e Lui, a mandare avanti questa famiglia. Adesso come mai finora lo vedo come Lo Sposo, Lui è realmente fedele. Lui resterà sempre. I nostri momenti di intimità sono la preghiera serale dopo che i ragazzi sono a nanna, e quella mattutina ma sento che dentro di me sta nascendo un dialogo o quantomeno una ricerca di Lui quasi continua. Quello che desidero adesso è piacerGli ma cosa devo fare (o essere)? Ogni tanto penso ancora di non essere stata degna di un amore umano. Non mi fido più delle mie scelte. Temo che non riuscirei nemmeno a fidarmi più della sincerità di mio marito se tornasse nè di un altro uomo. E comunque la mia scelta è per la fedeltà al matrimonio. Non è stata mia la decisione di separarmi dunque la cosa più coerente è proseguire il mio cammino di crescita nel matrimonio. Ma come in queste condizioni? Ci ho pensato ma non so cosa vuol dire fino in fondo. I tuoi articoli spero mi aiuteranno. Vorrei essere fedele al sacramento ma esserne felice, non succube per mancanza di altre alternative. Tornare alla gioia x questa via è possibile? Mi basterà? Quali Parole prendere a sostegno? È una scelta non compresa dalla società, nemmeno da tanti cristiani. Quindi sarà una lotta. Come difendermi? Con quali ”armi” (spirituali e umane)? Quale testimonianza dare ai miei figli? Ho tante domande. Sento di aver bisogno di un percorsi di comprensione profonda di me stessa. ”In te mi rifugio, Signore, ch’io non resti confuso in eterno” (dal salmo di questa mattina)
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Grazie una testimonianza piena di sofferenza ma anche lasciami dire commovente e bella. Ti suggerisco di unirti all’associazione. Troveresti fratelli w sorelle con cui confrontarti confidarti che possono capirti e una guida spirituale preparata
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Bene per la new entro di oggi. Aggiungo che sarebbe utile inserire articoli sulla sofferenza fisica o mentale dei coniugi, per aiutare chi le vive a essere fedele, per dargli la forza che viene dal sentirsi ascoltati e meno soli.
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Se trovo la persona che può testimoniarlo e ha voglia di scrivere senza dubbio.
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GRAZIE!
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Ho letto stamattina questo articolo, perché stamattina mi sono imbattuta casualmente il questa pagina. Io invece non voglio restare fedele a questo sacramento. Sono separata non per mia volontà, dopo quasi 20 anni tra fidanzamento e matrimonio, con due figlie. Una vita credendo di aver fatto le scelte giuste, sempre tenendo presente Dio nella nostra vita. Poi tutto crolla, e vedo invece famiglie non sposate, non credenti, che vivono la vita familiare meglio di quello che abbiamo fatto noi. Sono arrabbiata e sento che mi manca qualcosa, ne sento profondamente la mancanza. Non credo sia giusto restar fedele a un sacramento che vedeva coinvolta anche un’altra persona, che ha liberamente scelto di andare da un’altra donna e mandare tutto all’aria, lasciandomi il peso sulle spalle e sul cuore. Per quale motivo dovrei restare fedele e non aprirmi i a eventuali incontri che la vita mi metterà davanti? Io amo lui dell’inizio, ma la persona che mi ha lasciata, che a poco a poco ha mollato la presa, che non è stata al mio fianco durante un aborto spontaneo né durante la seconda gravidanza perché già inglobato nella sua crisi…no, lui non lo amo più e non riesco nemmeno a chiedere a Dio la sua felicità perché mi sembra che l’abbia trovata, altrimenti non sarebbe andato via. Quindi, mi chiedo se Dio voleva per noi una vita così, o se magari abbiamo sbagliato tutto dall’inizio, causando anche l’infelicitá delle nostre due bimbe.
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È umanamente comprensibile tutto quello che dici. Ho chiesto ad Ettore di scrivere proprio per dare conto del significato e della profondità della sua scelta di restare fedele ad una promessa fatta in modo incondizionato. Non fino a quando anche l’altro la rispetta. Ciò non per giudicare chi ga scelte diverse. Ma per dare una prospettiva diversa. Domani o dopodomani pubblicherò una nuova riflessione di Ettore. Credo molto bella.
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