Paura per il futuro? Apritevi agli altri

Vorrei rispondere ad alcuni commenti arrivati al blog qualche giorno fa. C’è preoccupazione. Tante famiglie hanno timore di non riuscire ad arrivare a fine mese. Cari sposi cristiani non abbiate paura, in questo tempo di crisi, nel fare quadrare i vostri conti e nel fare la carità. Ogni giorno radicatevi sempre di più in Dio, con la preghiera, il digiuno e le opere di misericordia verso chi soffre. Il nostro compito sarà sempre di più fondersi nel nostro Padre Celeste e vivere come facevano le prime comunità cristiane che mettevano tutto in comune e si aiutavano l’un l’altro.  A tal proposito vi cito un passo del Vangelo che ci dice proprio questo di non avere timore: Luca 12, 22-31 “Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
Abbà, nostro Padre Celeste, ci dice di avere fede e di non preoccuparci tutto arriverà, tra l’altro più vi spederete nell’ essere segno di carità verso gli altri e più il Signore vi sarà vicino e vi aiuterà. Io e mia moglie Barbara cerchiamo di essere due testimoni del Vangelo, ci occuppiamo della Missione di Speranza e Carità di Palermo e la nostra vita è donata agli altri, viviamo di provvidenza, quindi non abbiamo stipendi, viviamo solo di quello che ci viene regalato. Nei giorni scorsi dovevamo partire per un viaggio, per fare un corso e cementare sempre di più il nostro essere sposi, e abbiamo speso circa 300 euro di aereo, una cifra per noi importante, ebbene dopo pochi giorni sono arrivati, attraverso una donazione del tutto inaspettata, esattamente i 300 euro. Potrei farvi tanti di questi esempi, ci manca la frutta e ci arriva la frutta. Ma questo non è una regola che vale solo per noi, ma per tutte le famiglie che hanno fede. Le famiglie della Associazione Papa Giovanni XXIII, che accolgono nelle loro case bimbi o adulti in difficoltà, vivono tutte di Provvidenza e questa è sempre presente.

Tutti noi che abbiamo fatto scelte radicali e ci affidiamo completamente a Dio possiamo testimoniare che non ci manca nulla di ciò che ci serve. Questo vale per tutte le famiglie cristiane che mettono al centro delle loro vite Dio, quindi non abbiate paura lanciatevi nella carità verso chi soffre. Possiamo mettere in pratica le 7 opere di misericordia spirituali: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, perdonare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per morti. Tutte queste opere non comportano uscite economiche, ma impegnano la nostra persona. Possiamo mettere in pratica anche le 7 opere corporali della Misericordia: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, ospitare lo straniero, il pellegrino, curare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti. Anche qui cari sposi non vi preoccupate nell’essere segno concreto di carità, ogni cosa che donerete il Padre Nostro ce la ridarà, magari non domani, ma quando ci servirà. Questi sono tempi difficili impariamo sempre di più a vivere con poco, ma non facciamoci mai mancare la carità, non fatevi prendere dalla paura, non chiudetevi in famiglia, più vi aprirete verso gli altri e più avrete risorse per superare questo momento di grande caos e mettere le basi per costruire in cielo i vostri tesori.

Anche qui ci viene in aiuto la parola di Dio, Matteo: 6,19-21 “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
Noi sposi cristiani siamo su questa terra, ma non dobbiamo farci prendere delle preoccupazioni del mondo, ma avere sempre fissa la dimensione del cielo. In questa terra siamo tutti stranieri in terra straniera e la nostra vita è molto breve. Il Salmo 89 al versetto 10 cita: “Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo.
Questi tempi fanno davvero paura, la tv ci racconta di guerre, carestie, accanto a noi la violenza aumenta, lo sconforto, i prezzi salgono, le bollette si impennano, ma la paura non viene dal nostro Padre Celeste. Noi dobbiamo essere saldi in Dio, ed essere noi la carezza del Signore per chi ci è accanto e non ha la nostra stessa fede e si lascia prendere dallo sconforto.

Riccardo Rossi

Il digiuno può salvare i matrimoni

Il matrimonio è gioia e dolore, racchiude nella sua storia pagine belle e pagine brutte, forse terribili! Ma per noi, che abbiamo la vocazione al matrimonio, è il compimento del progetto di Dio su di noi, ed è l’unica strada possibile per vivere in pienezza la vita. Ricordiamoci cosa abbiamo detto al momento della nostra consacrazione nel matrimonio:
Io Riccardo, accolgo te, Barbara, come mia sposa.
Con la grazia di Cristo
prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.

Non abbiamo fatto una promessa davanti a Dio a tempo o a condizione, ma abbiamo promesso per tutta la vita, impegnandoci a superare ogni avversità. Per oltrepassare le difficoltà, più o meno grandi, tra cui situazioni anche molto gravi come possono essere l’adulterio o la malattia, bisogna necessariamente diventare strumenti di misericordia, di perdono, e fare il pieno di tanta e tanta pazienza.
In una parola ci dobbiamo cristificare, fondere nell’amore del Padre Nostro e rispondere al male con il bene. Detto così sembra inarrivabile, ma non è così! Dio non ci chiede l’impossibile ma ci dà il necessario affinchè diventi possibile. Bisogna crederci ed impegnarsi ogni giorno per migliorare. Un grande uomo come Gandhi diceva: Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo“. Questo vale anche nel piccolo delle nostre famiglie, tante volte le avversità più grandi sono proprio nelle nostre realtà domestiche.


Intorno a noi vi sono tante persone che non riescono a custodire la bellezza e le difficoltà del matrimonio. Lo dicono i numeri: in Italia sono circa 9 milioni gli uomini che vanno a prostitute (fonte ricerca Associazione Papa Giovanni XXIII del 2017). Poi ci sono vari altri studi sugli adulteri operati da donne e da uomini, dove si evince che addirittura il 45% degli italiani intervistati ha tradito il partner.  Un’altra insidia è la pornografia in rete, vi è un altro studio in merito che dice che gli uomini e le donne che guardano contenuti a luci rosse hanno una probabilità doppia di divorziare (fonte blog di Scince).
Per andare nel pratico valgono tutti i consigli sulla preghiera e farsi aiutare da sacerdoti preparati o coppie nella fede, che già vi consigliato nel precedente articolo. A questo proposito ci viene in aiuto San Pietro Crisologo: “Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui è salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò che per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola e ricevono l’una dall’altra.
Dando per scontate le nostre preghiere quotidiane e la carità verso il nostro prossimo, mi voglio concentrare sul digiuno alimentare. La Madonna di Medjugorje invita i fedeli a digiunare due volte a settimana, due giorni dove ci si nutre solo con un po’ di pane e con il bere acqua. Non è una pratica impossibile se ci affidiamo a Dio, avrete tanti benefici. Nei giorni del digiuno preghiamo di più, se possibile iniziamo la giornata con la Santa Messa eucaristica e pratichiamo la carità. Posso dirvi che ho iniziato a digiunare in piena quaresima, ero solo, (mia moglie era dal padre a Ragusa che stava molto male) e ho trovato molto beneficio di serenità, naturalmente ho pregato anche e ho praticato la carità. Sono tanti i benefici che possiamo ottenere dal digiuno, ma quella che a cui tengo di più è di “creare nei nostri cuori uno spazio aggiuntivo allo Spirito Santo e così essere più ispirati da Lui”. (frase tratta dal Libro “Potenza sconosciuta del digiuno”).

Mi sono accorto che man mano in me ha iniziato a crescere la pazienza e hanno cominciato a sanarsi le mie tante ferite spirituali. Non è lavoro di poco tempo, ma di un continuo impegno, dove i frutti si raccolgano piano piano. In questi mesi alcuni amici mi hanno detto che, a loro avviso, ho fatto passi da gigante. Questo grazie al digiuno. In aggiunta salto sempre la colazione e mi affido solo alla forza dell’Eucarestia, che ho il dono di ricevere tutte le mattine durante la Santa Messa.  

Fratel Biagio, che sovente digiuna, mi ha confermato che durante i digiuni entra lo Spirito Santo. Questo missionario per sconfiggere i demoni più forti, pratica Matteo 17,21:  “Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno”. Se vogliamo mantenere in piedi i nostri matrimoni dobbiamo combattere con le armi della fede, preghiera, digiuno e opere buone.
Quando abbiamo problemi con il nostro coniuge dobbiamo ricordarci le parole di San Paolo: (Ef, 6,12) “Infatti noi non dobbiamo lottare contro creature umane, ma contro spiriti maligni del mondo invisibile, contro autorità e potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso.”
E ricordiamoci infine che niente è impossibile a Dio, affidiamoci a Lui. Un mio amico ha penato sette anni con la moglie e ora sono di nuovo insieme, grazie alla preghiera alle opere buone, al digiuno e anche all’aiuto di sacerdoti esorcisti. Buon digiuno a tutti. Difficile ma ricco di grazia e di doni spirituali.

Riccardo e Barbara

Il nostro matrimonio si sgretola se accantoniamo Dio

Il matrimonio, se mettiamo Dio da parte, si sgretola quasi all’istante. Non basta sposarsi in chiesa, occorre ogni giorno pregare per mantenere questo legame molto forte e sforzarsi ogni giorno di andare oltre i propri limiti chiedendo aiuto al Signore. Quando pensiamo di fare da soli, che è una tentazione sempre presente, ripetiamoci come un mantra un passo del Vangelo: “Io sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me non potete far nulla.” (Giovanni 15,5)

La Parola è chiara: Gesù non dice senza di me potete fare qualcosa, dice chiaramente non potete fare nulla, io oserei dire niente di buono! Io sono sposato con Barbara da sei anni e tutti e due abbiamo caratteri molto forti. Io porto con me anche grandi fragilità, dovute al mio passato molto duro. La nostra vita missionaria è molto bella, occuparsi degli altri è meraviglioso, ma occorre tanta pazienza, abbiamo a che fare con ladri, prostitute, delinquenti vari, io poi ho anche a fare con le Istituzioni e la politica, e con quelle persone a volte serve anche più pazienza che con i poveri.

Abbiamo quindi tante sollecitazioni, tanti attacchi dal divisore. Siamo consapevoli che tutti i matrimoni sono sottoposti ad innumerevoli attacchi, incomprensioni, tentazioni. Nessun matrimonio è esente da periodi difficili, ed è proprio in quel preciso momento che ti arriva la tentazione. Quando si è più deboli e nella sofferenza. Quando si ha bisogno di parlare di problemi matrimoniali è bene scegliere bene con chi confidarsi e a chi chiedere aiuto, molto meglio un sacerdote (magari padre spirituale) o coppie di amici che vivono il matrimonio con grande fede e lottano ogni giorno per andare avanti. Invece meglio non fidarci anche se si tratta di amici, quando questi sono separati o divorziati, senza un cammino di fede, essi ci diranno inevitabilmente di pensare alla nostra vita e di allontanare il coniuge che ci procura sofferenza.

Inoltre dal primo giorno di matrimonio occorre avere un importante percorso di preghiera, Fratel Biagio, missionario laico che tutti conoscerete, suggerisce agli sposi di recitare almeno un Santo Rosario al giorno, e di andare tutte le domeniche a messa. Nel caso uno dei due coniugi preghi di meno, l’altro coniuge sarà chiamato a pregare di più anche per quello che non prega. Anche in questo caso ci viene in auto la parola di Dio: “Il marito non credente, infatti, viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente;“ (Prima lettera ai Corinzi 7, 14). Sulla preghiera Il Vangelo ci suggerisce tante volte di vegliare e pregare in continuazione per non cadere in tentazione, Padre Pio è molto chiaro: «Chi prega molto si salva, chi prega poco si danna o va a rischio di dannarsi. Chi non prega non ha bisogno del diavolo che se lo porti: va all’inferno con le sue gambe». Quindi vi suggerisco pregare molto di più di quello che suggerisce Fratel Biagio. Il primo pensiero-orante al risveglio sia per Dio e la sera l’ultimo prima di andare a letto sempre per Lui. Vedete; pregare e avere il primo collegamento del nostro amore con Dio non è uno sminuire il proprio coniuge, anzi, è un tornare dopo le preghiere e la fusione con Dio nella vita quotidiana con l’amore del Padre, un amore infinito.  

Com’è bello essere sposati, sostenerci a vicenda, spronarci, coccolarci ma anche quante prove ci sono, quante crisi. L’ultima mia crisi l’ho vinta grazie ad un libro che mi ha aperto la mente: AI CROCEVIA DELL’AMORE, tracce di spiritualità coniugale di Henri Caffarel. Ho capito che non abbiamo limiti d’amore se riusciamo ad unirci a Dio e siamo capaci di perdonare ogni cosa, di non aspettarci sempre di essere capiti, ma di essere coloro che capiscono.  Tutti noi abbiamo tante fragilità non risolte, a volte nemmeno chiare ed ammesse a noi stessi, facciamoci sanare dal medico delle anime Gesù. Sempre la parola ci viene in aiuto:  «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano» (Lc 5,31-32).
Mettiamoci in testa che siamo tutti peccatori nessuno escluso, ma anche se fossimo dei giusti, il giusto cade sette volte al giorno! Lottiamo ogni giorno per il nostro matrimonio con la preghiera, diventiamo persone nuove, facciamoci forgiare dalla Parola di Dio e diventiamo amore verso tutti, iniziando dal nostro coniuge.

Riccardo Rossi

P.s. Altre volte darò altri consigli come pregare, per vincere nel tempo le battaglie più ardue.

La ricerca del vero amore (2)

Come vi raccontavo (cliccate qui per leggere la prima parte), la Madonna mi venne in aiuto attraverso la preghiera delle Mille Ave Maria che avevo deciso di recitare assiduamente. Cominciai a pregare durante ogni servizio che facevo per i poveri. Vivevo in una casa famiglia in provincia di Catania, dove mi occupavo, al risveglio la mattina, di lavare e assistere alcuni disabili. Poi andavo con il mio scooter a fare diversi servizi per conto delle persone che assistevo (circa una ottantina), mi capitava spesso di dover fare varie file dai dottori degli ospedali e negli uffici pubblici. Quando guidavo e anche durante ogni attesa in fila pregavo sempre le 1000 Ave Maria. Ogni giorno recitavo circa 500/600 Ave Maria, ma potevano essere anche di più; la mia vita era diventata servizio e preghiera continua. 

Barbara però resisteva ancora alla mia richiesta di matrimonio, alla mia proposta di sposare me e i circa 80 poveri, di vivere di sola Provvidenza. Avrebbe dovuto abbandonare la sua vita lavorativa e il suo mondo. Ebbene, io volevo con tutto il mio cuore sposare Barbara, non so da dove mi venisse tutta quella forza, quella convinzione, non mi scoraggiavo e cercavo sempre nuove idee per conquistare Barbara, per camminare insieme a lei in una nuova vita tutta nel Vangelo. In realtà ora lo so, quella forza mi veniva dalla preghiera alla Madonna, che mi ispirò nuove mosse da compiere. La mia ricerca del sì di Barbara era diventata una partita a scacchi con il suo cuore.

Sapendo che Barbara era altruista ed era anche una brava cuoca, la invitai a cucinare in una delle case famiglia per circa 25 poveri. Lei accettò e naturalmente entrò nelle grazie di tutti, cucinava benissimo ed era estremante dolce con ogni accolto; così la invitai altre volte per fare crescere sempre di più questa empatia tra Barbara e tutti gli ospiti della casa famiglia. La Madonna guidava ogni mia mossa ed io, senza perdere la speranza, pregavo e operavo. Un giorno chiesi a tutti gli ospiti, persone disabili, ex carcerati, ex senza fissa dimora: “voi volete che Barbara venga ad abitare qui con noi e cucini sempre per voi?’’. Fu un coro di si convinti da parte di tutti ed io dissi loro: ’’e allora pregate il Santo Rosario con l’intenzione che Barbara lasci il lavoro e ogni altra proposta“. Tutti mi risposero: “pregheremo perché lasci il lavoro e venga ad abitare con noi”.

Quindi misi in piedi (sempre guidato dalla Madonna) un esercito di persone che pregavano per la scelta di Barbara. A tanti volontari e ad amici dicevo: ’’pregate perché non accetti alcuna proposta di lavoro (ne aveva ricevute 5 nel frattempo, visto che il suo lavoro non andava più benissimo), perché dovrà dedicarsi solo a me e a tutti i progetti di Dio su di noi.” Nonostante tutto Barbara non cedeva, era timorosa e rimandava la sua scelta di mese e in mese. Dopo circa 6 mesi (era la fine del 2015), Fratel Biagio, durante il suo pellegrinaggio a piedi per la Sicilia, si infortunò ad una gamba e si fermò nel Santuario della Madonna della Roccia di Belpasso (CT).  Premetto che io sono un figlio spirituale di Fratel Biagio e non gli avevo ancora detto che ero fidanzato con Barbara. Avevo un po’ di timore perché Fratel Biagio mi aveva già consigliato di lasciare le mie due precedenti fidanzate in quanto secondo lui non erano adatte a me. Per questo ammetto che l’ho anche un po’ odiato. Andai con Barbara a trovarlo in una grotticina nei pressi del Santuario; il cielo era ricoperto di nuvole. Fratel Biagio ci vide insieme, ma non battè ciglio, conosceva Barbara, era una volontaria della sua Missione di Speranza e Carità ed abitava a Palermo, ma non chiese come mai si trovasse nel catanese e con me. Barbara raccontò le sue vicissitudini lavorative e le sue paure, Fratel Biagio prima le disse che avrebbe potuto confidarsi con lui e che lui avrebbe potuto pregare per lei, ma poco dopo il suo volto cambiò e disse: “Barbara questa vita non fa per te, Il Signore ti cerca da tanto tempo”. Mentre disse queste solenni parole, il cielo si aprì e comparse un meraviglioso arcobaleno, che pareva ci stringesse in un abbraccio luminoso. Nello stesso istante, presero il volo tre tortore; per Fratel Biagio questi sono segni dello Spirito Santo e disse: “una tortora è Riccardo, una Barbara e una sono io, tutte e tre insieme”. Barbara che già era molto propensa a cambiare vita, anche se non ne aveva il coraggio, rimase molto scossa da quei segni e tornati alla casa famiglia mi disse: ”sì, voglio sposare te e tutta la realtà di questa casa famiglia” (che ospitava circa 80 poveri in gratuità e provvidenza). Era settembre e programmammo il matrimonio per il 12 febbraio 2016; non avevamo nulla, eravamo tutti e due senza soldi, ma volevano sposarci in chiesa e ricevere il sacramento del Matrimonio. La grande storia della nostra vita con la Madonna era appena cominciata, vi racconteremo di come si è svolto il nostro Matrimonio nel nostro prossimo articolo.

Riccardo Rossi