In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».
Sul Vangelo di questa domenica si potrebbe scrivere un libro. E’ un sunto del messaggio evangelico. E’ la buona novella.
Vediamo punto per punto.
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Per amare bisogna aver sperimentato l’amore. Gesù stesso non fa lo spaccone. Non si mette sul trono e non dice amatevi come io vi amo. Dice altro. Io vi amo in questo modo perchè io stesso sono stato amato dal Padre. L’amore non è qualcosa che ci diamo da soli. Saremo capaci di amare in profondità la nostra sposa o il nostro sposo solo quando per primi avremo sperimentato un amore gratuito, incondizionato e senza fine. Quante persone dicono di amarsi e in realtà si stanno solo usando? Si stanno usando per colmare quel bisogno che hanno nel cuore? Per tante persone l’amore è prendere. Ti amo perchè mi fai stare bene. Non è questo il primo pensiero di tanti sposi? Poi facilmente tutto crolla, perchè l’altra persona non potrà mai soddisfare i nostri bisogni fino in fondo. Chi ha sperimentato l’amore gratuito di Dio sa abbeverarsi alla sorgente. E allora tutto cambia. La nostra attenzione non sarà più centrata su quanto l’altro ci fa stare bene, ma su quanto noi possiamo fare per far star bene l’altro. Vi rendete conto che tutto cambia? La prospettiva cambia. L’atteggiamento cambia. Vi assicuro che avviene un miracolo. Più io mi impegno a rendermi bello e accogliente per la mia sposa e più sarò gratificato dalla sua gioia. Questo amore che nasce nella relazione con Gesù, che esonda nella relazione con il tuo sposo o la tua sposa e che ritorna nell’argine del tuo cuore arricchito e perfezionato dal dono gratuito che sei stato capace di fare. Questo è l’amore che Gesù ci insegna. Questo è l’amore che Gesù ha portato nel mondo e nella storia con la sua vita. Un amore che più dai e quasi prechi per l’altro e più ti riempie. Un amore che più vuoi trattenere gelosamente e più perdi come se fosse in un secchio bucato.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Gesù è molto più esigente di quanto può sembrare. Ha perfezionato il decalogo consegnato a Mosè rendendolo ancora più difficile. Gesù, infatti, ha detto anche: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.” Il comandamento nuovo di Gesù è molto più esigente di tutta la Legge conosciuta fino a quel momento. Gesù ha incarnato l’amore pieno e autentico nella sua vita. Le altre religioni si basano su una serie di precetti e regole da rispettare formalmente. La nostra no, la nostra è prima di tutto l’incontro con il Cristo, e da lì tutto cambia, perché quando ti senti perdonato, amato, desiderato, cercato, voluto e servito in quel modo dal tuo Dio, non sei più lo stesso, e rispondere a quell’amore diventa un’esigenza del cuore e l’unica via per vivere in pienezza. Ed è così che i comandamenti acquistano un valore positivo, diventano una bussola e un libretto delle istruzioni per non sprecare la vita e comprendere come rispondere a quell’Amore. E’ più facile dire non uccidere o amerai il prossimo tuo come te stesso? Sinceramente il primo mi è molto facile, non ho mai ucciso nessuno. Quante volte invece ho infranto il secondo uccidendo i fratelli con le mie parole, con un giudizio affrettato, con una condanna, con il mio disprezzo. Quante volte ho ucciso la mia sposa con una parola di troppo? Lo stesso gioco si può provare a pensare per tutti i comandamenti. Le richieste di Gesù sono molto più alte della Legge di Mosè, ma riempiono la vita e il cuore. I farisei, spesso criticati da Gesù, non sbagliavano ad applicare le leggi, ma si fermavano all’applicazione senza capirne la finalità. Rispettare una legge, pur giusta, senza che questo porti ad una conversione all’amore autentico non serve a nulla, se non a sentirsi migliore di altri e giustificato e quindi superbo e sprezzante verso gli altri. Sepolcri imbiancati ed ipocriti. Vorrei fermarmi ora sul sesto comandamento. Cosa cambia, come si perfeziona il non commettere atti impuri con Amerai il prossimo tuo come te stesso? Cambia tutto. Si passa dalla forma al contenuto. Nel matrimonio l’amplesso fisico è un atto lecito anzi voluto e reso sacro da Dio. La forma quindi è salva ma lo è anche il contenuto, la sostanza, il cuore? Quel gesto è sempre frutto dell’amore? La legge dell’amore di Gesù non si accontenta, vuole di più. Vuole che in quel gesto ci sia tutto il nostro amore. Esige una purificazione del cuore e della mente, esige una lotta continua con l’egoismo e la lussuria. Esige che quel gesto non sia l’appagamento di due egoismi, ma l’incontro di due persone che nell’amore desiderano donarsi ed accogliersi reciprocamente. Capite la differenza? Quante volte nell’amplesso gli sposi hanno fantasie da realizzare usando l’altro/a e non desiderio di essere uno con l’altro. Questi sono tutti adulteri del cuore.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
Mettendo insieme i primi due punti che abbiamo affrontato possiamo comprendere questo passaggio.
Amare come Cristo significa dare tutto di noi. Dare tutta la nostra vita. Il matrimonio è questo. Solo il matrimonio esprime in pienezza questo. Io ho dato tutto alla mia sposa. La mia vita è sua e la sua è mia. Non come qualcosa da possedere, ma come un dono gratuito da accogliere con gratitudine e meraviglia ogni giorno della nostra vita insieme.
Qui mi fermo perchè ci sarebbe tanto da dire anche sul proseguo del Vangelo, ma non voglio dilungarmi
Antonio e Luisa