Parlando con una coppia di sposi una volta ci è stato detto: le parole non si pesano.
Di recente abbiamo ascoltato, con nostro figlio Pietro di tre anni, una canzone di Steve Green (cantautore e musicista statunitense) tratta dal album uscito nel 1998 dal titolo Hide’Em In Your Heart: Praise & Worship for Kids che tradotto sarebbe nascondili nel tuo cuore: lode e adorazione per bambini in cui, insieme a un coro di bambini, il cantautore rivolgendosi ai giovani canta i salmi o passi della Bibbia in maniera allegra e divertente.
La canzone che abbiamo sentito si intitola Encourage one Another ovvero incoraggiarsi a vicenda che riprende dei versetti da 1 Tessalonicesi 5,11.
All’inizio della canzone l’autore afferma: le parole sono molto potenti possono sia consolidarci che dividerci, ogni giorno possiamo incoraggiarci a vicenda con parole come: <sei speciale> oppure <bel lavoro> e ancora <continua a provarci c’è la farai!>.
Con mio marito ci siamo accorti di aver spesso discusso per argomenti veramente futili, tutto parte sempre con una parola puntigliosa e fuori luogo che provoca nel altro sentimenti negativi, ci siamo quindi resi conto del fatto che, come è scritto nel libro del Siracide che stiamo ascoltando in questi giorni nella liturgia del rito ambrosiano, la lingua può essere un flagello che fa presa su tutti.
Non è semplice trovare le parole giuste al momento giusto per tirare su il marito/moglie nel momento dello sconforto e del dubbio o della crisi di fede. Nel libro dei proverbi al capitolo 25, versetto 11 troviamo infatti scritto: come mele d’oro in cesellature d’argento è una parola pronunciata al tempo giusto.
Le cesellature erano le incisioni che venivano fatte su oggetti preziosi; questo ci fa comprendere quanto una parola possa entrare nel profondo del essere di una persona.
Quando preghiamo lo Spirito Santo gli chiediamo molti aiuti circa le nostre sofferenze e problematiche della vita quotidiana e questo è certamente cosa buona agli occhi di Dio. In fondo ci è stata data in dono col sacramento del matrimonio la grazia sacramentale, che è come una cambiale in bianco con cui abbiamo la possibilità di chiedere a Lui tutti gli aiuti necessari per perseverare e perfezionare il sacramento che costituiamo.
Ci dimentichiamo spesso, però, di domandargli il dono della fantasia, come ci disse una volta un attento sacerdote; sì la fantasia! avete capito bene, per colpire il cuore del nostro coniuge e dei nostri figli con parole edificanti.
Nel nostro cammino di fede abbiamo compreso che spesso, quando ci viene spontanea una preghiera o una affermazione e poi pensiamo così tra noi che bel ragionamento che ho fatto, non sembra neanche mio, è proprio lo Spirito Santo che ha parlato in noi e con noi.
Impegniamoci dunque nella ricerca e selezione, sotto le ali dello Spirito Santo, di quella parola di saggezza e sostegno per l’altro e i nostri figli ogni giorno. È molto semplice ferire una persona con una affermazione sbagliata, non è altrettanto semplice curare quella ferita.
Il rischio opposto è, però, quello di inserire all’interno delle dinamiche di dialogo di coppia un eccessivo timore nel parlare, non sentendosi più liberi di esprimerci. Per questo il Signore Gesù ci viene incontro con il sacramento della riconciliazione che va a braccetto con il matrimonio sacramento.
Perché ogni qual volta la coscienza di coppia bussa alla coscienza personale e ci fa notare un’ingiustizia che abbiamo commesso nel rivolgerci al nostro sposo o alla nostra sposa, allora sappiamo che dobbiamo prima riconciliarci con il nostro fratello/sorella carissimo per poi presentare a Dio le nostre mancanze nel esprimerci con parole che sono le Sue che ci abitano.
Il sacramento della riconciliazione non serve per mettere al corrente Dio dei nostri peccati, perché Lui che vede ogni cosa già li sa, serve a noi per ritrovare la Sua voce nei nostri cuori e nelle nostre menti per costruire relazioni sempre più sane. In fondo, se ci pensate bene, una relazione si basa su due elementi: il dialogo e l’essere presenti: con una stretta di mano, un abbraccio, un bacio in base al tipo di rapporto.
Dunque per rispondere alla domanda che questo nostro articolo ha come titolo, ovvero se le parole si pesano, vi riportiamo un pensiero di un amico sacerdote. Questo sacerdote sosteneva che Dio – che ci ha creato a Sua immagine e somiglianza, ci ha fatto un corpo perfetto. Lo scopo dei denti non è solo quello di permetterci di mangiare e produrre fonemi, ma anche quello di fare da barriera alla lingua.
Tuttavia non perdiamo la trasparenza nel condividere con l’altro tutto della nostra vita personale senza timore, ma con mitezza, gentilezza, carità e preghiera.
Alessandra e Riccardo