Friends. Dal divano di casa al divano di Tv2000.

È passata una settimana dalla nostra ospitata a TV2000 – tranquilli non vi parleremo di quel giorno – ma della prossima tappa di questo nostro cammino umano e spirituale. Il 18 Febbraio 2024 ci sarà a Caravaggio un bellissimo evento a cui noi parteciperemo online. C’è emozione? Beh indubbiamente per ogni cosa nuova c’è sempre un po’ di sana hype (entusiasmo nel linguaggio social giovanile).

Nel tempo ho imparato a prendermi delle soste tra un evento e l’altro per vivere appieno il momento e, come in una caccia al tesoro, riuscire a trovare il bello e il negativo di ogni avvenimento.

Sull’ evento di Caravaggio la domanda che ha prevalso è stata un’altra: Come ci sono arrivata? Cari lettori che state leggendo io ero esattamente dove siete voi. Semplicemente seduta al divano davanti al PC. Sono arrivata al blog di Antonio e Luisa così per caso perche ero in cerca di un articolo che parlasse a me e lo trovai.

In fondo cos’è questo blog se non un estensione di una lectio divina. È una condivisione di un gruppo coppie, di un gruppo famiglie, di un gruppo giovani. C’è la Chiesa in questo blog. Ognuno di noi ne rappresenta una parte. Chi è più avanti chi è più indietro, ma con la certezza che si cammina avendo accanto guide che sanno che all’ occorrenza si deve camminare avanti, dietro o accanto per non lasciare nessuno indietro.

Chi ci segue da un po’ sa che il nostro progetto Abramo e Sara si è evoluto in una trasmissione radiofonica in onda su Radio Maria ogni primo lunedì del mese alle 12 30 e che al momento siamo in promozione del nostro libro edito dalla Tau. Abbiamo pensato poi di rendervi partecipi del nostro programma di Cammino di Quaresima.

Lo scorso anno vi abbiamo guidato ogni giorno con il progetto 40 giorni 40 tabernacoli. Quest’ anno abbiamo scelto di farvi vivere un cammino alternativo passando per la tavola. Quante volte ci capita di sentirci dire Oggi non ho tempo per un caffè sono sempre di fretta..

Ecco il nostro cammino prevede proprio questo. Rimettere al centro le relazioni passando dalla tavola. È dalla tavola che si riparte quando si è stanchi, tristi, amareggiati o semplicemente bisognosi di qualcuno con cui condividere una gioia o un emozione.

Le più grandi catechesi sono nate a tavola. L’ ingrediente principale? L’ ascolto. Dall’ ascolto può nascere un piccolo passo da compiere verso il confessionale. Un piccolo passo che farà intravedere la luce se al momento ci si sente al buio. Un cammino quaresimale non è altro che camminare in un sentiero che porta alla vita.

Noi vi aspettiamo qui a Roma e sul nostro profilo Instagram e vi ricordiamo che potete sostenerci tramite l’ acquisto del nostro libro che in vendita anche su Amazon. A presto Simona e Andrea.

ANTONIO E LUISA

Carissimi non sapete che piacere mi fanno le parole di Simona. Simona ha raccontato benissimo l’evoluzione di questo blog. Nato per esprimere la nostra fede (mia e di Luisa) e la nostra testimonianza ci siamo presto resi conto che noi potevamo parlare al cuore di alcune persone ma altre restavano fuori perchè vivevano situazioni e problemi diversi. Simona e tanti altri blogger sono entrati per rendere più ricco e bello questo blog che è diventato un canale. Un canale dove passa la testimonianza di alcune coppie e attraverso di essa passa l’amore di Dio che è personale per ognuno di noi. Buon cammino Simona e grazie per aver reso questo blog più ricco con la tua vita.

Per partecipare all’evento di Caravaggio registratevi qui

Memoria corta per il male e lunga per il bene.

Come molti di voi sanno, venerdì siamo stati ospiti a Tv2000 per testimoniare il perdono nella coppia. Ho citato anche San Paolo e Amoris Laetitia. Vi riporto l’articolo da cui ho preso spunto per prepararmi alla trasmissione. E’ un articolo che avevo scritto alcuni mesi fa.

San Paolo nel suo famosissimo Inno alla carità, presente nella prima lettera ai Corinzi, scrive tra le alte cose che l’amore non tiene conto del male ricevuto e che tutto scusa.

Papa Francesco, nel capitolo quarto di Amoris Letitia, afferma in proposito:

105 Se permettiamo ad un sentimento cattivo di penetrare nelle nostre viscere, diamo spazio a quel rancore che si annida nel cuore. La frase logizetai to kakon significa “tiene conto del male”, “se lo porta annotato”, vale a dire, è rancoroso. Il contrario è il perdono, un perdono fondato su un atteggiamento positivo, che tenta di comprendere la debolezza altrui e prova a cercare delle scuse per l’altra persona, come Gesù che disse: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Invece la tendenza è spesso quella di cercare sempre più colpe, di immaginare sempre più cattiverie, di supporre ogni tipo di cattive intenzioni, e così il rancore va crescendo e si radica. In tal modo, qualsiasi errore o caduta del coniuge può danneggiare il vincolo d’amore e la stabilità familiare. Il problema è che a volte si attribuisce ad ogni cosa la medesima gravità, con il rischio di diventare crudeli per qualsiasi errore dell’altro. La giusta rivendicazione dei propri diritti si trasforma in una persistente e costante sete di vendetta più che in una sana difesa della propria dignità.

Il Papa ha toccato il punto fondamentale comune ad ogni rapporto d’amore. Come reagiamo al male subito? Il nostro perdono è autentico?

E’ un punto fondamentale perchè un perdono non autentico non permette una vera comunione tra gli sposi, e presto o tardi i rancori, le vendette, le ripicche e le rivendicazioni possono distruggere anche quello che c’è di buono nel rapporto della coppia, chiudendo l’uno all’altro, ed erigendo muri di incomprensione, di sfiducia e di diffidenza. Come ha giustamente affermato don Fabio Bartoli, il matrimonio finisce quando la famiglia non è più un luogo d’amore ma diventa luogo di rivendicazioni sindacali. San Paolo nel suo Inno alla carità lo sa bene, e tra le esigenze della carità (amore) individua anche la necessità di saper perdonare non a parole, ma in profondità, con il cuore. Il Papa, per evidenziare ancora meglio il concetto, riporta il testo in greco con una traduzione ancora più efficace. L’amore non porta annotato il male ricevuto. Quando io perdono la mia sposa cancello tutto e ricominciamo con più determinazione di prima perchè il perdono nutre l’amore. Sarei un falso se mi annotassi quel torto ricevuto per usarlo all’occorrenza per giustificare un mio comportamento sbagliato o per colpevolizzare e ricattare la mia sposa. Questa dinamica non è sana e non aiuta a maturare e perfezionare l’amore. L’amore autentico ha la memoria corta per il male e la memoria lunga per il bene. Fare memoria di tutte le volte che la mia sposa si è fatta dono per me e dimenticare le volte che non è riuscita è il segreto per amarla sempre più. Spesso invece siamo bravissimi a ricordare gli errori e dare per scontato le cose belle, come se ci fossero dovute. Nell’amore non c’è nulla di dovuto ma è tutto dono e Grazia.

Ricordiamolo sempre e meravigliamoci di più del bene ricevuto e mostriamo la nostra gratitudine. Impariamo a dire grazie perchè a lamentarci e ad indignarci siamo già bravissimi.

Naturalmente è possibile perdonare in questo modo se abbiamo imparato a controllare il nostro orgoglio, che è il primo nemico del perdono autentico, se abbiamo esercitato una relazione ricca di tenerezza, perchè la tenerezza permette di guardare l’altro con lo sguardo di Dio, e se, soprattutto, ci sentiamo amati e perdonati da Dio. Rimetti a noi i nostri peccati come noi li rimettiamo ai nostri peccatori.

Antonio e Luisa