Mi basta guardare la gioia della mia sposa

Oggi vi lascio un pensiero secondo me importante. Un pensiero da meditare e interiorizzare. Prendo spunto da una catechesi su san Francesco che ho ascoltato alcuni giorni fa. Catechesi di padre Serafino Tognetti. Il padre stava parlando a un pubblico di consacrate. Diceva loro qualcosa di molto interessante, che riguarda anche noi sposati. Padre Serafino parlava dell’importanza di non essere da soli nel percorso della vita, ma di essere affiancati da fratelli e sorelle che condividono con noi il percorso della vita. Padre Serafino ha detto tante cose, ma quello che più mi ha colpito è un racconto relativo a san Francesco.

Una volta il Santo rimproverò uno dei compagni che aveva un’aria triste e una faccia mesta: «Perché mostri così la tristezza e l’angoscia dei tuoi peccati? E’ una questione privata tra te e Dio. Pregalo che nella sua misericordia ti doni la gioia della salvezza. Ma alla presenza mia e degli altri procura di mantenerti lieto. Non conviene che il servo di Dio si mostri depresso e con la faccia dolente al suo fratello o ad altra persona».
Diceva altresì: «So che i demoni mi sono invidiosi per i benefici concessimi dal Signore per sua bontà. E siccome non possono danneggiare me, si sforzano di insidiarmi e nuocermi attraverso i miei compagni. Se poi non riescono a colpire né me né i compagni,
allora si ritirano scornati. Quando mi trovo in un momento di tentazione e di avvilimento, mi basta guardare la gioia del mio compagno per riavermi dalla crisi di abbattimento e riconquistare la gioia interiore».

Ora non voglio certo criticare le persone che non riescono a mostrare gioia perchè vivono momenti di sofferenza, di solitudine o di fatica. Anche io sono soggetto a momenti in cui lo spirito vola, di grande spinta e forza, alternati però ad altri dove vedo nero e faccio fatica a mostrarmi gioioso. Credo che sia una questione di carattere e delle mie ferite che sto ancora cercando di curare. Però queste parole mi hanno colpito nel segno. Quello che dice San Francesco è vero. L’ho sperimentato. Ho sperimentato l’importanza di avere accanto, nei momenti spiritualmente più difficili, una compagna di vita, la mia sposa, che mi mostrasse la gioia della fede, la gioia di essere vicina a Gesù. Questa prossimità è stata davvero una medicina molto efficace. In quei momenti non riuscivo a sentire la presenza di Gesù, lo sentivo lontano da me. Avere accanto lei, che invece sentiva Gesù nel suo cuore, mi ha permesso di riavvicinarmi a Lui. Per questo ho imparato a fare altrettanto. Quando vedo lei in difficoltà cerco di farle sentire Gesù attraverso il mio amore e la mia pace del cuore. Credo che questo sia uno dei segreti di una coppia di sposi che vive da alcuni anni insieme. All’inizio la sua difficoltà era anche la mia. Mi poggiavo sulla sua forza e sentirla più debole mi faceva paura. Ora non è più così. Ora, quando la sento debole, ho capito che posso aiutarla, mostrando gioia e pace. E’ stato un percorso graduale, non è stato per nulla facile, ma Gesù ci ha aiutato anche in questo. Gesù ci ha donato l’un l’altra perchè potessimo aiutarci ad arrivare a Lui, a non mollare mai. C’è versetto del Cantico dei Cantici che esprime benissimo questa dinamica di coppia. Si trova all’inizio dell’Epilogo. Un versetto che ho avuto modo di approfondire nel libro che ho scritto con Luisa Sposi, sacerdoti dell’amore.

Chi è colei che sale dal deserto,
appoggiata al suo diletto

Lei è appoggiata a lui, è sostenuta dal suo sposo. Salire dal deserto significa camminare verso Gerusalemme. Gerusalemme è posta in alto e tutto intorno è circondata da un ambiente desertico. Non è chiaramente detto, ma gli esegeti sono concordi su questo. L’immagine è molto bella: i due sposi si incamminano insieme verso Gerusalemme, la città di Dio. Lui la sostiene nel percorso. Non è più sola. Il deserto è luogo di solitudine, di aridità, di sofferenza e anche di morte. I due stanno uscendo dal deserto, stanno andando verso la Città Santa, verso un luogo pieno di vita. Stanno andando verso il luogo che è dimora di Dio stesso. Ci vanno insieme. Lei è appoggiata a lui, ma anche lui è appoggiato a lei. Stanno uscendo dalla solitudine in cui si trovavano, lo fanno insieme, abbracciati, per dirigersi verso la pienezza.

Buon cammino a tutti e siate immagine di gioia e pace l’uno per l’altra. Soprattutto quando l’altro/a ne ha bisogno.

Antonio e Luisa

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2 Pensieri su &Idquo;Mi basta guardare la gioia della mia sposa

  1. Carissimi nel Signore,com è bello leggere le vostre riflessioni esperienziali, rimango sempre edificata,mi fanno vedere il mio passato sotto una luce diversa…essendo una persona divorziata ,ho l opportunità di leggere meglio sui nostri errori..in primis l assenza di Dio….

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