La crisi è un’occasione. Lettera di Papa Francesco agli sposi

Proseguiamo oggi con la lettura meditata della Lettera che papa Francesco ha donato alle famiglie cristiane. Vi lascio di seguito i link agli articoli precedenti.

Siamo giunti al quinto articolo. Davvero questa lettera offre innumerevoli spunti ed è di una ricchezza straordinaria. Riprende alcuni concetti che il Papa ha affermato già altre volte, come fosse un piccolo compedio di Amoris Laetitia. Si è proprio una sintesi di Amoris Laetitia. Veniamo ora alle parole del Santo Padre.

Alla luce di questi riferimenti biblici, vorrei cogliere l’occasione per riflettere su alcune difficoltà e opportunità che le famiglie hanno vissuto in questo tempo di pandemia. Per esempio, è aumentato il tempo per stare insieme, e questa è stata un’opportunità unica per coltivare il dialogo in famiglia. Certamente ciò richiede uno speciale esercizio di pazienza; non è facile stare insieme tutta la giornata quando nella stessa casa bisogna lavorare, studiare, svagarsi e riposare. Non lasciatevi vincere dalla stanchezza; la forza dell’amore vi renda capaci di guardare più agli altri – al coniuge, ai figli – che alla propria fatica. Vi ricordo quello che ho scritto in Amoris laetitia (cfr nn. 90-119) riprendendo l’inno paolino alla carità (cfr 1 Cor 13,1-13). Chiedete questo dono con insistenza alla Santa Famiglia; rileggete l’elogio della carità perché sia essa a ispirare le vostre decisioni e le vostre azioni (cfr Rm 8,15; Gal 4,6).

Il Papa evidenzia come la pandemia sia davvero un tempo di crisi certamente, ma una crisi che può aprire ad un’occasione. Le crisi possono DISTRUGGERE qualcosa che era già logoro ed indebolito, possono dare il colpo di grazia oppure possono essere occasione per mettere mano al problema. La crisi toglie gli alibi, non si può più fare finta che tutto vada bene. La pandemia per tante coppie è stata proprio questo. Ci si è ritrovati di più in casa, si è condiviso molto più tempo insieme e lì le magagne sono uscite. E’ un bene che siano uscite. La pandemia è stata per tanti come una folata di vento che sollevato il tappeto dove avevano accumulato e nascosto tutto lo sporco della relazione. Ed ecco che i difetti dell’altro sono diventati insostenibili, la mancanza di dialogo pesante, i litigi più frequenti. Oppure ci si è ignorati che forse è anche peggio. Purtroppo le statistiche ci dicono che tante coppie sono saltate. Era invece il momento di rilanciare. Come? Non aspettate che sia l’altro ad amarvi. Amate per primi! A suscitare una carezza é quasi sempre un’altra carezza; e più le carezze si moltiplicano più la tenerezza si accende come un fuoco che scalda e orienta la persona al di sopra di sé, verso l’Alto (Don Carlo Rocchetta)  Una riflessione che mi ha colpito subito e che ho fatto mia, pensando alla mia relazione. Quanto è vera! Spesso noi, io almeno si, tendiamo a focalizzarci su quello che l’altro fa o dovrebbe fare, sul suo comportamento. Invece forse non dovremmo sprecare energie a giudicare l’altro/a. Non serve e spesso ci porta a vedere solo i difetti. Dovremmo invece scegliere di amare sempre e comunque. Allora, forse, qualcosa nell’altro/a davvero cambia. Io penso a tutte le carezze che la mia sposa mi ha riservato anche quando non me le meritavo. Mi ha sempre amato con lo stile di Gesù, cioè sempre e per prima. Ecco, se ho cambiato qualcosa nel mio atteggiamento nei suoi confronti non è stato per i rimbrotti o per le litigate, ma per quelle carezze incondizionate e a volte immeritate. Da lì è nato in me un sentimento di gratitudine verso di lei, un desiderio di restituire quanto lei mi stava dando. Un amore così bello proprio perchè riesce ad andare oltre le mie miserie e mancanze. Un amore che mi fa alzare gli occhi al Cielo perchè ha il sapore dell’amore del Padre, un amore senza condizioni capace di accogliere tutto di me anche le parti meno belle.

Non vergognatevi di inginocchiarvi insieme davanti a Gesù nell’Eucaristia per trovare momenti di pace e uno sguardo reciproco fatto di tenerezza e di bontà. O di prendere la mano dell’altro, quando è un po’ arrabbiato, per strappargli un sorriso complice. Magari recitare insieme una breve preghiera, ad alta voce, la sera prima di addormentarsi, con Gesù presente tra voi.

Il Papa tocca un altro punto decisivo. Quanto è importante pregare insieme! L preghiera è qualcosa di molto personale ed intimo. Ci chiede di metterci a nudo e farlo insieme unisce moltissimo la coppia. Direi con una intensità paragonabile al rapporto fisico. L’amplesso ci unisce attraverso il corpo, la preghiera ci unisce nello spirito. Ad unirsi non è mai però solo il corpo o solo lo spirito ma tutta la persona. Per questo fare l’amore è una forma molto potente di preghiera. Dovremmo abituarci a pregare insieme. La preghiera di coppia non è purtroppo molto frequente tra gli sposi. Quando c’è spesso si limita al rosario. Che è già tantissima roba, sia chiaro. Sarebbe bello però andare oltre. Adesso sto parlando anche a me stesso. Anche io lo faccio raramente. Sarebbe bello mettersi davanti a Gesù. Nella camera matrimoniale. Lì dove c’è il talamo consacrato. Luogo sacro, immagine visibile del tabernacolo. Ricordate che Dio è presente nella relazione sponsale in modo simile all’Eucarestia. Mettersi lì, come foste davanti al Santissimo, perchè lo siete davvero, e aprire il cuore l’uno all’altra. Non state più parlando alla vostra sposa, al vostro sposo, ma a Gesù attraverso la vostra sposa e il vostro sposo. Chiedete perdono per i vostri peccati, raccontate le vostre difficoltà, i vostri limiti. Raccontate anche le cose belle, ringraziate Dio per il dono dell’altro/a e di tutte i doni che ogni giorno vi offre. Raccontate tutto e ascoltate tutto dall’altro. Quando vi racconterà di avervi ferito con il suo comportamento, il suo parlare, le sue azioni e le sue omissioni, chiedete a Dio di avere la forza di perdonare. Aprite il cuore e abbracciatevi. Come il padre misericordioso ha perdonato il figlio, così voi abbracciatevi e accoglietevi con tutte le fragilità che avete. 

Antonio e Luisa

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