Seconda parte del bellissimo articolo dell’amica Cristina Epicoco (prima parte qui)
Gli organi sessuali presi da soli non servirebbero a nulla
Pochi hanno riflettuto su un aspetto di tipo anatomico.
Ciascuno di noi possiede organi doppi: gli occhi sono due, le orecchie sono due, le narici, le braccia, le gambe, due piedi, la bocca in simmetria con la lingua… ma gli unici organi che sono mezzi, cioè la metà di uno, sono proprio gli organi sessuali perché presi da soli non servirebbero a nulla.
Realizzano il loro senso di realizzare la gioia nella coppia soltanto quando si uniscono, l’uno con l’altro per lo scopo ben preciso di donare la vita! E se Dio ha pensato per quella coppia non a figli nella carne, ma altra figliolanza ciò non toglie il primario aspetto unitivo della coppia chiamata al matrimonio!
sarete una sola carne, perché la vostra gioia sia piena
Ecco il contrasto con la pornografia. Se i due “mezzi organi” hanno il loro senso compiuto soltanto quando diventano Uno, che significato ha la mancata combinazione degli stessi?
In sostanza cosa può ricavarsi dalla schiavitù della pornografia o dell’autoerotismo?
Non certo la gioia!
Piuttosto un senso di chiusura in se stessi, tristezza per incapacità di relazione, istintività e dunque sentimento di colpa verso la propria persona.
Quante persone conosco, nell’accompagnamento spirituale, in piena sofferenza per la schiavitù di tali pesi e quanta gioia quando ridonano la libertà alla loro vita, soprattutto restituendo freschezza nuova in tantissimi matrimoni! Ritrovano la gioia nella coppia cioè quella gioia che Dio ha stabilito di donare alla coppia che si unisce nel suo nome.
I coniugi si uniscono perché ritrovano nell’altro la gioia che li attende ed è proprio lì che avviene la risposta esatta alla domanda del creatore:
«Sarete una sola carne, perché la vostra gioia sia piena».
quanta gioia nella coppia ma non solo…
L’atto sessuale diventa PREGHIERA perché in quella roccia, a cui i coniugi si appoggiano, possono domandare al Signore qualunque cosa:
“Signore, in questa comunione coniugale ti chiedo di aiutare mio marito, mia moglie nel suo lavoro, custodisci noi da ogni tentazione che possa compromettere la fedeltà, ti prego per i nostri figli, proteggili dai pericoli del mondo, donaci di essere due genitori sapienti. Sì Signore te lo chiedo ora che siamo una cosa sola, che celebriamo il SACRAMENTO in quanto sposi in Cristo… ”
Che ognuno possa personalizzare la propria preghiera (silenziosa ovviamente) per le necessità della famiglia!
Quante guarigioni e quanta gioia da tutto questo! Quanta gioia nella coppia, ma non solo…
Ecco perché il SACRAMENTO del matrimonio, ecco perché il SACRAMENTO dell’Eucaristia, ecco perché il SACRAMENTO del Sacerdozio: c’è una mensa per tutti affinché si possa fare sacro ogni gesto che si compie: il TALAMO dell’essere UNO e l’ALTARE dove UNO si immola per noi.
La gioia nasce dalla profondità di questi animi, dall’esercizio di donare la gioia per ridonare la vita.
La gioia di due sposi. La gioia nella coppia ma anche la gioia di un sacerdote che dona se stesso per la vita spirituale di molti.
Tutto nasce da un solo SI e tanti NO:
Io marito dico sì a mia moglie per dire no a tutte le altre!
Io sacerdote dico sì a Dio per dire no a tutte le altre!
Solo così si diventa dono per tutti!
La chiamata sia la nostra gioia!
LA GIOIA IN TUTTI
«Chiedi che la mia gioia si accresca nel cuore degli uomini» (Courtois)
Come possiamo allora trasmettere e diventare contagiosi nella gioia?
È la sorgente che genera la cascate delle acque.
Se attingiamo alla gioia noi potremo contagiarla.
La gioia, frutto dello Spirito Santo.
Il frutto va gustato, assaporato e chiesto incessantemente.
a chi chiedere?
Una persona di buon senso andrebbe in un negozio di ferramenta ad acquistare la carne?
Ecco….
perché allora non chiedere la gioia al rivenditore ufficiale?
Giovanni 15,1 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 2 Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto… 5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla… 7 Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli…11 Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Ecco il dispensatore, ecco Chi è la Gioia. Ecco perché questa parola è per tutti coloro che si fanno schiacciare dalle preoccupazioni della vita, dell’orgoglio, dell’ambizione, della sensualità, della gelosia, dell’invidia, della tristezza più profonda!
Attingi la gioia dal SACRAMENTO che vivi e porta al mondo intero non l’ottimismo ma la speranza!
La speranza è esattamente connessa alla gioia e di questo ne parleremo la prossima volta.
Buona gioia fratello e sorella,
Il Padre è Gioia
Il tuo Signore è Gioia
Il nostro Spirito è Gioia!
Cristina Epicoco