Dopo aver affrontato ieri le difficoltà che possono sorgere da un dialogo assente o non abbastanza trasparente oggi affrontiamo un altro problema che spesso tocca le coppie di sposi. Il diverso significato e valore attribuito al dialogo. Ieri ho “bacchettato” le donne. Oggi tocca a noi uomini. Una delle volte che più sono rimasto sorpreso è quando in un incontro Luisa ha dovuto dire qual’era il mio pregio che lei apprezzava maggiormente. Io già mi aspettavo dicesse la tenerezza, la capacità di servirla, e invece no. Lei ha affermato che sapevo ascoltarla e questo la riempiva di gratitudine. Capite l’importanza per una donna?
Partiamo con un esempio. Vostra moglie arriva a casa, e vuole raccontare quello che le è capitato sul lavoro o qualsiasi altra cosa le abbia procurato pensieri, dubbi e incertezze.
Noi da bravi mariti, anche se non abbiamo sempre voglia, quasi mai diciamocelo, perché stiamo facendo altro, ci mettiamo devotamente in ascolto, intenzionati a concentrarci e a trovare la soluzione che possa sollevarla e farle tornare il sorriso e levarcela di torno in fretta.
Dopo che pensiamo di aver capito il problema, senza lasciarla finire, diamo trionfanti la nostra soluzione, convinti di aver contribuito a sistemare le cose e a tranquillizzarla. Siamo pronti a ricevere il nostro meritato ringraziamento, invece, con enorme stupore, lei non solo non è contenta, ma si arrabbia dicendo che non abbiamo voglia di ascoltarla e vogliamo liquidarla in fretta. Noi, inebetiti, la guardiamo con un misto tra sconcerto e stupore e non sappiamo cosa dire. Offesi ce ne andiamo con la coda tra le gambe.
Con l’andare del tempo, ogniqualvolta diamo una soluzione alla nostra mogliettina e vediamo che non viene accolta positivamente, iniziamo a disinteressarci di quello che ci dice. Rispondiamo a mugugni e intanto facciamo o pensiamo ad altro. Tutto questo provoca insoddisfazione in entrambi i coniugi ed è spesso motivo di litigi e incomprensioni.
Ma perché succede questo? Chi sbaglia?
Sbagliamo entrambi perché siamo convinti che un uomo e una donna ragionino allo stesso modo. La nostra cara mogliettina sarà soddisfatta, non quando le daremo la risposta vincente, ma solo quando staremo in silenzio ad ascoltarla attentamente, intervenendo, non per darle soluzioni, ma per farle capire che siamo partecipi. La donna racconta problemi per trovare conforto e partecipazione, mentre l’uomo più praticamente per trovare una soluzione.
L’esempio ci insegna che tante volte noi sposi ci siamo trovati ad ascoltare la nostra sposa che ci parla di tutto, in particolare delle sue difficoltà, dei suoi problemi, delle sue ansie, ma anche delle sue gioie e delle sue vittorie. Quante volte ci siamo sentiti impreparati e impotenti a certe sue confidenze. Non ci siamo sentiti in grado di aiutarla e questo ci metteva in difficoltà a nostra volta. La reazione che ci veniva naturale era quella di dare soluzioni, perché noi uomini siamo così. Quando non sappiamo dare soluzioni, iniziamo ad irritarci, a cercare di cambiare discorso e nei migliori dei casi ci disinteressiamo e pensiamo ad altro fingendo di ascoltare. Il matrimonio ti insegna che non è così. La tua sposa non cerca una soluzione, sa bene che tu non puoi sempre risolvere i suoi problemi, ma ha bisogno semplicemente di essere ascoltata. Ha bisogno di sentire che la sua difficoltà non ci è indifferente, ha bisogno di non tenersi dentro tutto per poter capir meglio anche lei, ha bisogno di sentire il nostro amore anche attraverso il nostro ascolto e la nostra compassione. Ha bisogno soprattutto di sentirsi amata con tutte le sue fragilità, senza maschere in una relazione sincera e vera. Per noi mariti è un’occasione di dimostrare il nostro amore e il nostro sostegno. Come sapientemente ci ricorda Costanza Miriano: le donne parlano per esprimere se stesse, mentre gli uomini per trasmettere concetti. Una volta capito questo potremo crescere enormemente nel dialogo e nel rapporto stesso. Al contrario, se non ascoltiamo la nostra sposa, non la curiamo, non la sosteniamo e, magari, ci ricordiamo di farlo solo quando vogliamo una prestazione in cambio (cosa molto frequente tra noi uomini), la stiamo trattando da prostituta, la stiamo usando e questo lei lo capisce. Lascio a voi le conclusioni.
Antonio e Luisa