Ciò che ci può rendere cristiani credibili è aver fatto esperienza di Lui. Non di pratiche religiose. Non di una morale calata dall’alto. Dio quando consegna i comandamenti al suo popolo inizia con una premessa: Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Solo dopo aver detto questo, inizia ad enunciare le Sue Parole, che sono state sintetizzate poi nel decalogo che tutti conosciamo. Cosa significa? Cosa ci vuole dire Dio? Semplicemente che possiamo essere pronti ad accogliere la Sua Legge se abbiamo fatto esperienza di Lui. Se abbiamo compreso che con Lui siamo liberi, che Lui ci ha liberato dalla schiavitù in Egitto. Tutti noi abbiamo il nostro Egitto di cui liberarci. Anche Gesù riafferma lo stesso concetto. Troviamo infatti in Giovanni 14,23: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
Dio sta cercando di farci comprendere che non è uno sconosciuto che impone la propria volontà. E’ un Dio che ama il suo popolo, che lo ha fatto uscire dal’Egitto, che lo ha liberato dalla schiavitù. Cambia tutto non trovate? Il decalogo diventa così la risposta a una relazione d’amore tra Dio e il suo popolo, tra Dio ed ognuno di noi. Non una Legge da subire ma una Parola che diventa roccia sulla quale costruire il nostro matrimonio nella verità, nella pienezza e nella gioia.
Allora cambia tutto. Anche nel nostro matrimonio. Cambia la nostra relazione dell’uno verso l’altra, cambia il desiderio di farsi dono l’uno per l’altra, cambia l’apertura alla vita che diventa più generosa e meno legata a paure e difficoltà più o meno reali. Cambia la nostra volontà di aderire alla morale cristiana. Decidere di dire no agli anticoncezionali e avvalersi di metodi naturali, sicuramente più difficili da accettare ma che offrono una pienezza che altri metodi non permettono.
Non voglio giudicare chi fa scelte diverse. Per noi è stato importante aver compreso che Gesù è il Salvatore della nostra vita e che senza di Lui saremmo stati schiavi in Egitto, ancora oggi. Con Lui abbiamo la pace nel cuore e questo forse ci permette di essere credibili. Almeno più credibili di prima. Non significa che siamo più bravi. Ci sono coppie molto più attrezzate di noi. Significa che cerchiamo di vivere ciò che raccontiamo. Raccontiamo non una morale, ma la gioia di una vita vissuta alla presenza di Gesù nella Sua Chiesa. Con tutti i nostri limiti e i nostri peccati, che ancora ci sono e con cui dobbiamo combattere ogni giorno. Sempre pronti, però, a perdonarci e a ricominciare perchè il matrimonio, quando si è liberi dalle catene d’Egitto, è una meraviglia da assaporare tutto il tempo che Dio ci concederà su questa Terra.
Antonio e Luisa
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