L’opera di disinquinamento che andremo ora a presentare, per recuperare la Verità iscritta dentro di noi, nel nostro cuore, partirà non dalla Grazia e quindi dall’opera redentiva di Gesù attraverso i sacramenti (che riprenderemo più avanti), ma dalla natura. Perchè questo? Perchè, già con il dono dell’intelletto e dell’onestà morale, tutti possano comprendere quale sia la verità che ci aiuta a vivere e quali invece le bugie da evitare. L’ecologia umana, ripeto, è riscoprire la verità della nostra natura e viverla sia nella nostra dimensione interiore, identificabile come spirito, anima e cuore, sia con la dimensione esteriore: il corpo. Dobbiamo avere il coraggio di smascherare tante bugie spacciate per verità, e che ci fanno vivere contro la nostra natura di uomini e donne, contro la nostra ecologia.
Partiamo dalla prime domande fondanti: Io chi sono? Che senso ha vivere la mia vita?
Se non abbiamo chiare le risposte a queste domande esistenziali, difficilmente riusciremo a mettere ordine nella nostra vita.
Per rispondere a queste domande dobbiamo partire dalle esigenze che abbiamo, in quanto uomini, fin dal seno materno. Non tanto quelle biologiche che ci sono chiare: bere, mangiare, dormire etc, ma quelle relazionali, del cuore e dell’anima.
Le ricerche scientifiche ci aiutano tantissimo perchè hanno dimostrato in modo incontrovertibile che l’uomo è relazione. Fin da subito entra in relazione con la madre, madre e feto si mandano messaggi, lo stato d’animo della mamma viene percepito dal bambino. Come la madre vivrà la gravidanza influenzerà la crescita e l’evoluzione del bimbo, il suo carattere, le sue paure e il suo stato emotivo. nel bene e nel male.
L’indicazione è quindi chiarissima: fin dai primi giorni della nostra vita intrauterina siamo esseri che entrano in relazione, relazione fondante per noi, con un tu diverso da noi, che all’inizio è la nostra mamma, ma poi, crescendo, subentrano il padre, i fratelli e pian piano tutto l’ambiente sociale. E’ evidente che abbiamo il desiderio di avere una relazione positiva, di affetto e di amore con le persone intorno a noi. Le ricerche dimostrano che se il bambino non viene accolto, coccolato, amato, abbracciato, accarezzato e riempito di tutto quello che è l’humus umano, deperisce fino anche a morire. Questo perchè il bambino ha bisogno di essere nutrito non solo nel corpo ma anche nello spirito.
Nello sviluppo di ogni persona, sintetizzando, esistono due strade: andare verso l’umanità piena o andare verso la disumanità.
Se percorriamo un percorso positivo di crescita relazionale con gli altri, è facile che percorriamo la prima strada, che diventiamo persone con le quali è bello stare, è bello relazionarsi ed è bello vivere. Se al contrario il nostro percorso di crescita è caratterizzato da umiliazioni, ferite profonde, botte, ingiurie facilmente imboccheremo la seconda strada, e rischieremo fortemente di incarnare in noi stessi quello che abbiamo vissuto e subito sulla nostra pelle.
Le persone che chiamiamo disumane e cattive molto difficilmente arrivano ad esserlo perchè hanno scelto di essere così. Spesso dipende dal contesto sociale e familiare in cui si sono trovate che le ha indotte e le ha trasformate in ciò che non sono realmente, almeno in potenza. E’ stato impossibile per loro tirare fuori tutte quelle che sono le qualità umane scritte dentro ogni uomo.
Gesù quando si rapporta alle persone, siano esse anche le più peccatrici, vede in loro non ciò che sono in quel momento, ma quello che possono diventare con l’amore, persone pienamente umane.
Adesso possiamo rispondere. Io chi sono? Sono un essere chiamato all’amore.
Qual’è il senso della mia vita? Il senso della mia vita è vivere l’amore.
Se tu vivrai una vita nel segno dell’amore, avrai un’esistenza pienamente e umanamente realizzata, da cui la gioia, da cui la felicità. In caso contrario potrai avere tutto il mondo, ma senza l’amore sarai una persona infelice.
Vedremo nella prossima puntata cosa significa amore e amare.
Antonio e Luisa (dalla catechesi di Andrea Guerriero)
prima puntata La legge morale naturale
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