Sembra strano doverlo dire, ma esistono delle fasi del rapporto sessuale che devono essere rispettate, perchè sono il corpo e la psiche dell’uomo e della donna che devono essere rispettati, per vivere un rapporto ecologico e autentico.
ll primo momento dell’intimità fisica sono i cosidetti preliminari. Iniziamo col dire cosa sono: sono gesti di amore, quindi gesti che partono dal cuore, ricchi di tenerezza, dote che si esprime con il linguaggio del corpo (baci, abbracci, sguardi, carezze, parole), aventi come scopo di preparare fisicamente ed emotivamente gli sposi, in particolare la donna, all’intimità fisica completa.
I preliminari non sono un’opzione, ma sono necessari. I preliminari aiutano il nostro corpo, ma in realtà tutta la persona, a dischiudersi gradualmente alla gioia del dono. E’ importante che non ci siano forzature o passaggi brutali, non è un assalto alla diligenza. I preliminari non sono un’invenzione di qualcuno, ma rispondono ad una esigenza naturale, sono fisiologici, qualcosa di scritto nel nostro corpo di uomo o di donna. Soprattutto sono importanti per la donna che ha bisogno di questo passaggio. Non sono qualcosa che dobbiamo imporci, ma qualcosa da riscoprire per vivere in pienezza la gioia dell’intimità fisica. Non confondiamo i preliminari con una tecnica eccitatoria dove al centro ci sono i genitali. Questa è l’idea della pornografia che purtroppo tanti danni ha fatto. Al centro c’è tutta la persona. Soprattutto al centro non deve esserci l’uomo, ma la donna. L’uomo è pronto in pochi secondi, la donna al contrario necessità di tempo. Vedrete che se vivrete i preliminari in questo modo, esercitando e sperimentando attraverso il corpo un amore che sorge nel cuore, sarà sempre un’esperienza bella e nuova, anche dopo diversi anni di matrimonio. C’è un libro della Bibbia che esprime benissimo queste dinamiche e questi concetti ed è il Cantico dei Cantici, in particolare il terzo poema.
Il Cantico dei Cantici è un libro poetico e molto bello, scritto in modo particolare, forse inusuale per noi, ma esprime benissimo questa armonia, ecologia, ordine naturale che è presente nel creato e anche nell’uomo e nel suo modo di amare. Ordine, armonia ed ecologia che permettono di sperimentare la gioia e la bellezza.
Non è importante ora leggerlo per capire, ma è importante leggerlo con il cuore, ascoltare le emozioni e le sensazioni che vi trasmette. Vedrete che sentirete la bellezza e la gioia che scaturiscono dall’ecologia umana e da un amore vissuto in pienezza e verità, quella verità scritta dentro ognuno.
Cantico dei Cantici – Capitolo 4
Lo sposo
[1]Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
[2]I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
[3]Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.
[4]Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
[5]I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.
[6]Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell’incenso.
[7]Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.
[8]Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Osserva dalla cima dell’Amana,
dalla cima del Senìr e dell’Ermon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.
[9]Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
[10]Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L’odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
[11]Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
[12]Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
[13]I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
[14]nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d’alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.
[15]Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.
La sposa
[16]Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
Cantico dei Cantici – Capitolo 5
Lo sposo
[1]Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi, o cari.
Quello che colpisce tanto di questo poema è la contemplazione, è una contemplazione con tutti i sensi. Viene descritto, ammirato, visitato e gustato il corpo dell’amata. La vista abbraccia l’amata, con un’esplosione di meraviglia. Non è escluso nulla, nulla è vergogna. I capelli, le chiome, i denti, le labbra, la bocca, i seni, il monte della mirra che è una metafora per indicare gli organi genitali. Viene da paragonarlo al brano della Genesi dove Adamo ed Eva si coprirono perchè provavano vergogna. Qui invece non c’è vergogna. Nel matrimonio c’è questa capacità di recuperare quell’ordine delle origini, appunto quella ecologia di cui tanto stiamo parlando. Quanto poco noi celebriamo il corpo del nostro amato e della nostra amata, quanto lo diamo per scontato. Questo poema non è solo un abbellimento romantico del corpo dell’altro, qualcosa che si scrive per deliziare il lettore ma come a dire che le cose non stanno proprio così, i due provano davvero ciò che esclamano. Quando si vive un amore ecologico e ci si dona in questo modo anche nel rapporto intimo, il corpo dell’altro è davvero meraviglioso, nonostante le rughe, i chili di troppo, le smagliature e tutte le imperfezioni che ognuno di noi ha. Il mio sguardo d’amore trasforma e trasfigura il corpo dell’amato/a. Quello che è oggettivamente un inestetismo diventa soggettivamente parte di una meraviglia, di un tutto che è unico e irripetibile. Si comprende sempre leggendo il poema che il corpo di lei non si limita a mostrare ciò che c’è di concreto e tangibile ma esprime tutta la persona. Il corpo è parte visibile del sè e quando tocchiamo il suo corpo stiamo toccando anche la sua anima. Nel nostro rapporto d’amore sono necessarie anche le parole. Parole che celebrano la bellezza, la parola detta ammette l’altro/a nella nostra intimità. Dire durante i preliminari alla propria sposa quanto sei bella è tutta un’altra cosa dal solo pensarlo. Celebrare l’amore non ha bisogno di frasi ad effetto o poesie strabilianti ma può bastare un semplice quanto sei bella/o per far sentire l’altra/o desiderato ed amato. Noi che viviamo l’amore sappiamo che balsamo possono essere questi semplici parole dette reciprocamente, anche dopo anni di matrimonio. Vivere i preliminari in questo modo ci prepara alla totalità, ad essere una carne sola.
Continua la prossima puntata con qualche indicazione pratica su come vivere in modo ecologico ii preliminari.
Antonio e Luisa (dall’insegnamento di Emanuele e Luisa Bocchi)
Prima puntata La legge morale naturale
Seconda puntata Chi sono? Perchè vivo?
Terza puntata Io personale, spirito e corpo.
Quarta puntata Anima e corpo: un equilibrio importante
Quinta puntata Matrimonio naturale e matrimonio sociale
Sesta puntata Le esigenze del cuore si realizzano nel matrimonio naturale
Settima puntata Un dono totale!
Ottava puntata L’intimità degli sposi nell’ecologia umana
Grazie per descrivere l’amore in un concetto così puro…poi il cantico dei cantici è meraviglioso…
La donna era più desiderata secoli fa…adesso invece c’è la concessione del tutto e subito e il corpo non viene più contemplato come dovrebbe! Bellissimo quanto è scritto, grazie ancora. Buona giornata
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grazie!
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