Vale anche col pensiero?

Vale anche col pensiero?

Quando si parla di tradimento, vale pure col pensiero? Questa è la domanda che mi rivolge una lettrice del blog. Siccome mi prega e mi scongiura di non rivelare il suo vero nome, la chiameremo Cunegonda. Sono pronta a scommettere che non conoscete nessuna che si chiami così. Cunegonda è sposata e la sua storia d’amore le sembrava perfettamente normale. Finché non ha scoperto che il marito ha una intensa relazione virtuale con una signorina, attraverso una app di incontri. Lui ha ammesso e minimizzato l’accaduto. Ma lei non trova pace. E chiede a chiunque le capiti a tiro (me compresa) se sia veramente così.

Se sia una cosa da niente. Mica un vero tradimento. Oppure, se l’infedeltà valga anche col pensiero. In linea di principio siamo tutti abbastanza concordi nell’affermare che un tradimento consumato fisicamente sia una ferita grave in un rapporto amoroso. Ci sono matrimoni che si sfasciano, a causa dell’infedeltà. Ma come classificare tutta quella zona grigia, che non è più del tutto innocente, ma non è ancora in flagranza di tradimento? È davvero così irrilevante?

Anche il pensiero ha il suo valore

Se lui mette i cuoricini a tutte le foto in cui l’altra appare ammiccante, sta tradendo la moglie o no? E se lei gli manda foto senza veli? O se entrambi condividono una fantasia compromettente? E’ tradimento anche se poi non succede niente? Il problema è che la virtualità ha innescato tutta una serie di interazioni impossibili nella vita reale. Interazioni che lusingano la vanità, rilasciano l’adrenalina, fanno assaporare il gusto della conquista, ma si fermano a un passo dalla realizzazione concreta di un adulterio. E allora? Questi comportamenti sono da condannare o li dobbiamo assolvere, ascrivendoli alla sfera dei giochi innocui? Nostro Signore, che conosceva il cuore umano, ha pensato bene di sgomberare il campo da ipocrisie:

Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore. Mt 5:27-28.

E quindi sì, vale anche con il pensiero. inutile girarci attorno.

Il tradimento del corpo e quello del cuore

Il tradimento del corpo è più tangibile, più immediato. È innegabile. Ma non è l’unico modo di tradire il coniuge. Né necessariamente il più grave. Esiste una forma di infedeltà altrettanto grave e distruttiva, che avviene anche se il partner non ha una relazione intima al di fuori del matrimonio. C’è un tipo di infedeltà che, addirittura, avviene anche in assenza di un/un’amante. Si tratta del tradimento del cuore. Avviene anche se il coniuge è fisicamente presente e la vita di coppia sembra normale. In questi casi, al di là dell’apparenza, quella persona non è emotivamente fedele. Questo significa che non prova sentimenti profondi o non è coinvolta affettivamente dal rapporto con l’altro.

In questi casi, si crea terreno fertile perché fra marito e moglie si insinui qualcun altro. Una persona estranea che gratifichi questi bisogni emotivi non soddisfatti nel matrimonio. I tradimenti del cuore o del pensiero sono altrettanto gravi e pericolosi di quelli fisici. Anche se potrebbero sembrare meno importanti. In questo vuoto affettivo, si crea spazio per una relazione parallela. È solo questione di tempo: appena le condizioni esterne lo renderanno possibile, ci sarà l’infedeltà. Una relazione affettiva parallela può minare le fondamenta del matrimonio, anche se con l’amante non c’è stato nemmeno un bacio.

Perché tradire col pensiero è grave?

In un matrimonio, ci si giura fedeltà reciproca. Esiste, fra marito e moglie, una sorta di patto di esclusività, che include l’amarsi, ma non solo. Anche l’onorarsi l’un l’altro e l’essere fedeli sempre. Il matrimonio non prevede che si intrattenga con nessun’altra persona un rapporto della profondità e dell’intimità che si ha con il coniuge. Spesso non si considera che, essendo gli sposi una carne sola, tradire l’altro equivale a commettere un gesto di slealtà. Non solo verso la moglie (o il marito) ma nei riguardi di sé stessi, verso l’impegno matrimoniale che si è assunto liberamente. E anche rispetto alle promesse fatte in prima persona. In definitiva si tradiscono i propri valori, oltre che l’altra persona. Questo indispensabile patto di lealtà con sé stessi e con il coniuge viene meno sia che il tradimento si consumi davvero, sia che rimanga allo stadio di pensiero.

Come affrontare la situazione

Alla nostra amica Cunegonda, io consiglierei di capire cosa ci sia dietro al tradimento del marito. Aveva bisogno di conferme? Questa nuova conoscenza ha lusingato il suo amor proprio? O lui sente che qualcosa nel rapporto matrimoniale gli manca, e ha pensato di cercarlo fuori? Se lui minimizza l’accaduto, può darsi che non voglia mettere in discussione il matrimonio. Questo non vuol dire che si debba fare finta che non sia accaduto nulla. Un tradimento, seppure realizzato solo col pensiero, è un segnale d’allarme. Una sorta di spia rossa nel cruscotto della relazione matrimoniale. Richiede comprensione della situazione e del contesto. Comprensione ancora prima del perdono, per fare sì che l’esperienza dolorosa aiuti a capire su cosa lavorare nella coppia, per evitare di tradirsi ancora e lasciarsi.

Anna Porchetti

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Manca il desiderio nella coppia? La soluzione non può essere la pornografia.

Torno sul discorso pornografia. Alcuni giorni fa feci un articolo al riguardo. Un articolo che è stato molto apprezzato e condiviso. Questo mi fa molto piacere. Non tutti i commenti sono stati positivi come è normale che sia. Ognuno di noi ha delle idee e una storia che ci portano a pensare anche in modo diverso su determinate situazioni. Voglio riprendere una delle obiezioni ricevute perché mi permette di approfondire meglio il discorso.

Dipende! L’assenza di eros nella coppia è peggio, fidatevi!

Questa persona ci sta dicendo che a volte la pornografia può essere positiva se riesce a risvegliare il desiderio di avere una vita sessuale nella coppia. Sta dicendo anche un’altra cosa, forse ancora più importante: la pornografia aiuterebbe a risvegliare l’amore. Già perché l’eros nell’insegnamento morale della Chiesa è una manifestazione dell’amore. Ma stanno proprio così le cose? Facciamoci aiutare da chi queste dinamiche le ha analizzate e le ha insegnate in quella meravigliosa raccolta di catechesi che è la Teologia del Corpo. Mi riferisco naturalmente a papa Giovanni Paolo II. E poi mi direte voi se la pornografia può essere in grado di favorire davvero l’Eros. Metto in evidenza un pensiero del Santo polacco espresso nell’udienza del 5 novembre 1980.

Se ammettiamo che l’”eros” significa la forza interiore che “attira” l’uomo verso il vero, il buono e il bello, allora, nell’ambito di questo concetto si vede anche aprirsi la via verso ciò che Cristo ha voluto esprimere nel Discorso della montagna. Le parole di Matteo 5,27-28, se sono “accusa” del cuore umano, al tempo stesso sono ancor più un appello ad esso rivolto. Tale appello è la categoria propria dell’ethos della redenzione. La chiamata a ciò che è vero, buono e bello significa contemporaneamente, nell’ethos della redenzione, la necessità di vincere ciò che deriva dalla triplice concupiscenza. Significa pure la possibilità e la necessità di trasformare ciò che è stato appesantito dalla concupiscenza della carne. Inoltre, se le parole di Matteo 5,27-28 rappresentano tale chiamata allora significano che, nell’ambito erotico, l’”eros” e l’”ethos” non divergono tra di loro, non si contrappongono a vicenda, ma sono chiamati ad incontrarsi nel cuore umano, ed, in questo incontro, a fruttificare. Ben degno del “cuore” umano è che la forma di ciò che è “erotico” sia contemporaneamente forma dell’ethos, cioè di ciò che è “etico”.

Capisco che papa Giovanni Paolo II non è mai tanto semplice nelle sue analisi, anche quando si rivolge ai fedeli. E’ un fine teologo e filosofo e questo traspare nella complessità del suo pensiero. Per questo cercherò di rendere semplici e fruibili alcuni concetti chiave.

L’eros attira l’uomo verso il bello, il buono e il vero. La pornografia può mai attirare verso il bello? L’eros è una forza che spinge l’uomo (inteso come maschio e femmina) ad aprirsi all’altro. L’eros mi ha attirato verso Luisa, mi ha dato la forza di uscire dalla mia solitudine e dal mio sguardo ripiegato su me stesso, sulle mie esigenze, sulle mie emozioni, e mi ha dato la forza di volgere lo sguardo verso una alterità, una persona diversa da me. Mi ha dato la forza di voler bene a Luisa, di volere il suo bene. Anche quando facciamo l’amore per me è importante che stia bene lei, che si senta amata lei, che riceva i gesti da parte mia che più le piacciono, che la facciano sentire preziosa e al centro delle mie attenzioni. La pornografia può permettere questo tipo di relazione? Oppure la pornografia conduce l’uomo a ripiegarsi sulle sue fantasie e ad usare l’altro come strumento per metterle in atto?

Eros e Ethos si incontrano nell’amore vero. Giovanni Paolo II dice un’altra cosa importante. L’ethos non è contro l’eros. Al contrario l’ethos permette di realizzare l’eros in modo pieno. Cosa significa? L’ethos non è altro che la nostra responsabilità di agire secondo la nostra coscienza e la legge naturale universale. L’ethos è reso concreto dalla morale cattolica, cioè da tutte quelle regole e norme che ci sembrano tanto frustranti. In realtà il Papa ci dice che se vogliamo fare esperienza di un amore pieno ed autentico anche nel corpo dobbiamo cercare di viverlo in modo pienamente umano ed ecologico. Quelle regoline ci permettono di fare l’amore davvero. Ci permettono di vivere la nostra sessualità di maschio e di femmina in modo di riuscire a realizzare quello che siamo: una sola carne. Ci permettono di essere sempre più uno nell’altra e insieme uno nell’amore. La pornografia può permettere questo?

L’assenza di eros è peggio. Torniamo ora sull’affermazione della lettrice. Ha ragione quando scrive che l’assenza di eros (intende credo desiderio sessuale) sia un grave problema della coppia. Ma la soluzione non può essere nella pornografia. La pornografia stimola risposte basiche a livello pulsionale. E’ una falsa soluzione che aggrava solo la situazione allontanando sempre di più la coppia. Se non si crea comunione neanche durante il rapporto sessuale, è davvero grave. Se la persona c’è col corpo ma è distante presa dalle sue fantasie, con chi si sta unendo? La soluzione è un’altra. La soluzione si trova nella relazione. Incominciate a prendervi cura di voi, a prendervi del tempo, a corteggiarvi, a mettere l’altro al centro di attenzioni e di cura e vedrete che il desiderio tornerà, il desiderio buono, quello che spinge alla comunione, ad una comunione che esiste nei cuori e che si vuole concretizzare nel corpo.

Antonio e Luisa

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