Probabilmente non lo avete mai notato. Il quarto comandamento del decalogo non è messo in quella posizione a caso. C’è una motivazione e credo che cercare di comprenderla sia anche molto importante. Importante per noi, per la nostra vita, per il nostro matrimonio e per i nostri figli.
I dieci comandamenti sappiamo che sono costituiti da due parti. I primi tre comandi riguardano la nostra relazione con Dio, mentre i successivi sette concernono i nostri rapporti con le altre persone. Relazione verticale con Dio e orizzontale con i fratelli. Come una croce. Il quarto punto del decalogo, onora il padre e la madre, non è solo il primo della seconda parte, ma è il trait d’union tra le due parti. Diventa, come in una croce, il punto d’incontro tra la trave orizzontale e il palo verticale.
Perche onorare il padre e la madre deve venire prima di non uccidere? Non è scontato. Non rispettare i genitori è sicuramente un comportamento indegno, ma uccidere una persona è un gesto enormenmente più grave. Mi sono sempre chiesto il perchè di questa scelta. Il motivo in realtà è semplice. E’ fondamentale riconoscerci figli per poter poi accogliere tutti gli altri comandamenti, e per poterci quindi relazionare in modo positivo e con amore nei confronti del nostro prossimo.
Riconoscerci figli di Dio e riconoscerci figli dei nostri genitori. Riconoscerci parte di una storia che ci precede. Anselm Grun dice che chi disonora il padre e la madre sta disonorando anche se stesso, perchè sta disonorando le proprie radici. Siamo venuti al mondo perchè due persone, i nostri genitori, si sono voluti bene e noi siamo frutto di quell’amore. Non siamo al mondo per caso. Siamo stati voluti. Siamo stati e siamo tuttora amati profondamente. E’ vero che non tutti sono figli di genitori che li hanno desiderati ed amati. Conosco tante storie di persone ferite e che hanno sofferto per questo. Siamo però sempre amati e voluti da Dio.
Il quarto comandamento ci dice che la nostra vita è un dono d’amore. Le persone che si comportano male di solito hanno alle spalle delle grandi sofferenze dovute proprio a questa mancanza di consapevolezza. Non sanno di essere amate. Mi ha colpito molto leggere un aneddoto di Franco Nembrini. Nembrini raccontava di un confronto avuto in classe, lui è stato insegnante, con degli alunni. Ragazzi di 15 anni. Chiese agli studenti quale fosse il senso della vita. Uno di questi gli rispose: non c’è un senso. Sono al mondo per una scopata. Lui rimase completamente spiazzato e non rispose nulla. Rimase amareggiato profondamente pensando alla sofferenza che quel giovane doveva aver dentro di sè.
Riconoscersi dentro una storia d’amore è il primo passo per amare se stessi e quindi anche per essere capaci di amare. Per questo fare esperienza di Dio e permettergli di entrare nella nostra vita cambia tutto. Sentirci amati e perdonati è il solo modo per accogliere il decalogo non come una lista di prescrizioni ma come un dono che Dio ci fa per vivere una vita da amati e da amanti, da persone che sanno donarsi, da persone che non usano l’altro. Sentirci amati ci fa vivere da persone felici perchè l’amore è la sola cosa che, in fondo, ognuno di noi desidera davvero. Per questo onora il padre e la madre è stato scritto prima di non uccidere.
Antonio e Luisa
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