Conversione di… coppia

Il tema del Vangelo odierno è la conversione in vista dell’arrivo del Messia. Conversione, è questa infatti la parola chiave del breve discorso di Giovanni, il quale si può dividere in 3 momenti, ciascuno con un senso preciso. Il primo è “preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”; poi il secondo “Ogni burrone sarà riempito e ogni colle sarà abbassato”; infine, “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.

La prima parte è un invito perentorio a cambiare condotta morale, assomiglia molto a un “datti da fare, cerca di correggerti, fai ordine…”. Sappiamo bene quanto questo richiamo, se rivolto a certi nostri modi di fare, ci risulti estremamente pesante da accettare e mettere in pratica. Non è facile mutare forme di vita, i modi di pensare, di parlare. Quante volte sappiamo a memoria la morale della favola o come dovremmo agire ma non ce la facciamo proprio, ci sono situazioni che ci superano. È allora lampante che la conversione suppone sì la nostra buona disposizione, richiede quantomeno la nostra piena disposizione ma non basta assolutamente. Difatti “l’uomo da solo non può operare la sua conversione, è di estrema importanza l’insistenza sull’iniziativa divina” (Dizionario biblico, Francesco Spadafora, voce “conversione”).

Ecco l’assist alla seconda parte: colli e monti saranno o abbassati o rialzati. Qui l’accento va messo sui verbi che sono entrambi al passivo. Generalmente questa forma nella Bibbia manifesta l’azione divina, gratuita e indipendente dalle nostre aspettative.

In terzo luogo, c’è il frutto di tutto ciò: “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Storicamente questo versetto di Isaia si riferisce alla profezia del tanto anelato Messia che avrebbe liberato il popolo di Israele, ancora prigioniero dell’Esilio. In senso più figurato, questa parte si può intendere come il frutto che dipende sia da noi ma soprattutto da Dio. Tuttavia, ricordiamolo bene, non si dà l’uno senza l’altro, ci vogliono sempre entrambi. Come direbbe S. Ignazio di Loyola: «prega come se tutto dipendesse da Dio e lavora come se tutto dipendesse da te».

Fin qui l’accento è stato sempre sulla singola persona. Ma ora vi pongo una domanda: e come fare questo per voi coppie? Evidentemente bisogna essere in due per voler camminare assieme verso la conversione, ognuno con i suoi tempi e ritmi, la sua sensibilità. Certamente è importante volerlo, metterci lo sforzo personale, trovare i tempi e le occasioni. Ma poi cari sposi è tutto a carico dello Spirito Santo! Confidate che in questo Avvento lo Spirito vuole ravvivare la vostra fede, la vostra unione matrimoniale e portarvi all’esperienza di incontrare Cristo Sposo. Invocatelo spesso, personalmente e assieme per essere appunto terreno fertile su cui Lui possa agire.

Penso sia provvidenziale che vi scriva questo articolo dopo aver partecipato a un seminario per coppie, chiamato Talità kum. È stato un fine settimana meraviglioso in cui ho fatto l’esperienza di come il Signore ha il potere di trasformare radicalmente una coppia, di farla passare dalla morte alla vita spirituale, di operare la risurrezione nel cuore e nella vita, anche da situazioni molto complicate.

Care coppie, posso dirvi di aver “visto la salvezza di Dio” incarnata in coniugi normali e semplici. E sono sicuro che pure voi “vedrete” questa salvezza se ci metterete il vostro tutto e vi aprirete all’azione dello Spirito.

ANTONIO E LUISA

Leggendo il Vangelo e le riflessioni di padre Luca mi viene un pensiero. Il matrimonio è proprio quella relazione che con il nostro impegno e la Grazia di Dio può trasformare la nostra vita. Cosa è il matrimonio se non un percorso verso una sempre più profonda amicizia con Dio? Amando sempre più profondamente il nostro coniuge ci prepariamo ad amare sempre meglio Gesù. Ci stiamo preparando alla vita eterna. Non è meraviglioso? Il matrimonio diventa per me e per la mia sposa una vera palestra. Dove non si costruiscono i muscoli e non si combatte il grasso in eccesso. E’ una palestra dell’anima dove si costruisce un amore sempre più vero e dove si distrugge l’egoismo che ci avvelena il cuore.

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“Nessuno si converte con le bastonate” – “Sposi&Spose di Cristo”

..di Pietro e Filomena, “Sposi&Spose di Cristo”

“Mio marito non viene a fare shopping con me…io mi arrabbio e gli tengo il muso…e lui mi segue”.

“Mia moglie non vuole parlare di altro se non di figli…io allora la umilio con qualche parolaccia…le faccio credere che non vale nulla e lei allora cerca di parlare di altro”.

Quanti altri esempi si potrebbero fare e sicuramente ciascuno di voi ne ha in mente qualcuno.

A volte la realtà delle cose non ci piace. Vorremmo cambiare le situazioni, vorremmo che ci fosse gioia in famiglia, vorremmo che i nostri figli ci ascoltassero di più…vorremmo……vorremmo…………

E allora mettiamo in atto tutta una serie di comportamenti più o meno coercitivi (dallo stimolare nell’altro i sensi di colpa…fino a picchiarlo in alcuni casi) affinché la realtà si pieghi secondo il nostro volere.

Le ricette per modificare i comportamenti delle persone non mancano…soprattutto quando ci crediamo paladini del bene, del vero e del giusto…e ci eleviamo a salvatori delle situazioni e delle persone.

Quante ricette.

Quante ricette abbiamo per salvare il pianeta, per salvare le anime, per salvare gli animali, per salvare i matrimoni, per salvare le piante, per salvare gli oceani, per salvare le parrocchie, per salvare le amicizie, per salvare i gatti sugli alberi, per salvare l’economia globale, per salvare i rifugiati, per salvare i rapporti con i suoceri, per salvare gli embrioni congelati, per salvare i mobili antichi dai tarli, per salvare i ragazzi dalle nuove e vecchie dipendenze, per salvare l’albo degli avvocati, per salvare lo schermo dello smartphone, per salvare gli ornitorinco dall’estinzione (quale sarà il plurale di ornitorinco??), per salvare i ricordi, per salvare i bambini dai trafficanti di organi, per salvare l’arte, per salvare l’ozono, per salvare quello che ti pare…

Vi sveleremo un segreto. Se in queste ricette c’è l’ingrediente “bastone”…il risultato sarà una schifezza.

Una volta un prete mi disse: “Fratello, nessuno si converte con le bastonate”.

Questa frase mi ha fatto pensare e alla fine ho capito che qualsiasi cosa tu voglia salvare…in realtà…solo la mitezza, la preghiera, la cura, l’ascolto, la dolcezza, la simpatia, la comprensione, la gentilezza….solo questi ingredienti possono aprire dei varchi per far passare l’unico che può salvare veramente qualcosa o qualcuno: il Signore Gesù Cristo.

E allora mi torna in mente e nel cuore quel bel dialogo de Lo Hobbit in cui Gandalf si rivolge a Galadriel e le dice:

“… Saruman ritiene che solo un grande potere riesca a tenere il Male sotto scacco…ma non è ciò che ho scoperto io. Io ho scoperto che sono le piccole cose, le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l’Oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore…”

E allora con la nostra gentilezza in famiglia, con la cura del dialogo con nostro marito o con nostra moglie…con la dolcezza di un ascolto vero che possiamo offrire al nostro coniuge…con la tenerezza dei gesti quotidiani da cui può nascere una bella intimità sponsale tra i coniugi…con la preghiera a volte silenziosa fatta nel nascondimento del cuore per i nostri cari….solo così apriremo varchi al Signore!

E allora camminando per la via dell’umiltà spalancheremo le porte del cuore dell’altro.

Impariamo da Gesù…da Colui che è Mite ed Umile di Cuore.

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Grazie, “Il Signore ti dia Pace!”

Cosa resta della Pasqua il lunedì?

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli.  
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
«Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo.
E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

Il lunedì dopo Pasqua è un giorno strano. E’ passata la botta emotiva della Veglia del Sabato Santo. E’ passata la domenica di Pasqua fatta di momenti in famiglia e di festa insieme. E’ come se la vita ordinaria fosse ricominciata. Cosa ci ha lasciato la Pasqua? Siamo come prima? Ricominciamo a vivere le nostre difficoltà, le nostre sofferenze, le nostre fatiche allo stesso modo di prima? Nulla è quindi cambiato? Gesù è morto e risorto per niente allora?

E’ una domanda che faccio a me stesso. Questo blog è prima di tutto un modo per condividere pensieri ad alta voce con tutti voi. E’ una domanda decisiva. Perchè, se davvero credo che Gesù è morto per me, se credo davvero che Gesù mi ama così tanto da dare la sua vita per me, se davvero credo che Gesù è risorto e ha sconfitto la morte, allora nulla può più essere come prima.

La Pasqua credo serva soprattutto a questo. Per tanti serve a fare memoria di quanto avvenuto in quei giorni di 2000 anni fa. Solo per pochi però diventa molto più di una semplice celebrazione e di una memoria. Per alcuni diventa esperienza d’amore, diventa abbraccio di Gesù, diventa relazione concreta. Solo a questi ultimi la Pasqua cambia davvero la vita.

Per vivere davvero la Pasqua non basta essere religiosi, dirsi cattolici, sentirsi parte di un gruppo di persone che condividono con noi valori e riti. Serve diventare cristiani. Serve iniziare e perfezionare una relazione d’amore con Gesù da costruire ogni giorno. Come ogni altra relazione d’amore. Più di ogni altra relazione d’amore perchè questo Amore diventa sorgente per ogni altro amore.

Quando riusciamo a fare questo salto di qualità nella nostra vita spirituale allora avviene una vera conversione. Conversione che non significa altro che cambiare direzione. Ecco è proprio questo. Sappiamo di avere una vera relazione con Gesù quando la nostra vita non è più la stessa. Quando siamo capaci di fare scelte che per altri sono folli. Quando il nostro amore diventa radicale. Quando nel nostro matrimonio siamo capaci di donarci l’uno all’altro davvero in modo incondizionato e gratuito. Quando vogliamo riempire l’altro del nostro amore e non cerchiamo che lui/lei riempia la nostra povertà come avviene per la maggior parte delle coppie. Il nostro matrimonio è la nostra cartina al tornasole anche di come sta la nostra fede. Quando siamo lì, a pesare ogni volta quanto l’altro ci sta dando e quanto stiamo dando noi, a pensare a quanto ci convenga stare con lui/lei, a valutare quanto ci fa stare bene significa che anche in Gesù cerchiamo la stessa cosa. Gesù diventa un mezzo per riempire le nostre paure, il nostro bisogno di non sentirci soli in questo mondo difficile, ma non lo stiamo amando. Lo stiamo usando esattamente come stiamo usando il nostro coniuge.

Coraggio Antonio datti da fare perchè la strada è ancora lunga. Il matrimonio con Luisa mi ha pernesso di intraprendere un cammino, Pasqua dopo Pasqua mi sento sempre più vicino a Gesù, ma ancora non sono un cristiano vero. Non riesco ancora a fidarmi fino in fondo. C’è una parte di me che ancora fa resistenza, c’è ancora tanto egoismo in me, però so che la strada è quella giusta e non voglio smettere di percorrela.

La Pasqua è passata ma la nostra relazione con Gesù ricomincia ogni giorno. Tutta la nostra vita passa da una domanda che Gesù rivolge ad ognuno di noi: Chi dite che io sia? (Marco 8, 29) domanda che ribalto sul nostro matrimonio: Cosa è il nostro matrimonio? Un modo per riempire dei bisogni affettivi e sessuali o la nostra strada per essere santi e per imparare ad amare e a lasciarci amare?

Antonio e Luisa

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Sposarsi significa assumere la vocazione dell’altro come propria

In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Matteo 9,9-13)

Un Vangelo che non può lasciare indifferenti. Tocca il messaggio più profondo della nostra fede. Gesù non si ferma alle apparenze. Gesù non si ferma al comportamento e alle azioni di Matteo. Gesù vede oltre. Matteo era un esattore delle tasse. Era una persona considerata malissimo dai suoi concittadini. Matteo era quello che oggi si può dire un mafioso e un profittatore. Un collaborazionista degli oppressori. Colui che dall’esazione coattiva delle tasse traeva una percentuale di guadagno. Uno strozzino. Ma c’è un ma. Non era ancora un cuore perso. Probabilmente era un cuore tormentato. Non era felice. Non aveva un cuore ancora corrotto dal male. Aveva un cuore sanguinante per il male che faceva, anche se non lo mostrava esteriormente. Se non fosse stato così neanche lo sguardo di Gesù sarebbe riuscito a toccarlo. Era una persona triste. Faceva quello che tutti si aspettavano da lui. Tutti lo consideravano un poco di buono e si era convinto di esserlo lui stesso. Quanto male può fare il giudizio della gente. Gesù si ferma e lo guarda. Lo guarda mentre è intento nei suoi traffici. Lo guarda in tutta la miseria e lo squallore di quel momento. Lo guarda mentre ruba alla povera gente. Lo guarda e vede un miserabile? No vede una meraviglia. Lo guarda dentro, come solo lui riusciva a fare, e vede quell’inquietudine di un cuore che non si è arreso al male. Lo guarda e vede un uomo in ricerca e che non ha pace, un uomo che non è felice, perchè nel suo profondo sa che la bellezza della vita è un’altra cosa. Sa che la bellezza è data da altro, non certo dai soldi e dai beni materiali. Lo guarda e lo chiama. Matteo aveva bisogno proprio di quello sguardo. Si è visto riflesso negli occhi di Gesù e ha visto  quello che poteva diventare. Ha visto le sue potenzialità. Lui non era quella vita che conduceva. Lui era una meravigliosa creatura amata dal suo Dio. Probabilmente in Gesù ha riscoperto ciò che nel profondo già sapeva. Seguirlo è stato solo l’ovvia conseguenza. Si è sentito finalmente bello e desiderato. Ha trovato qualcuno che lo guardava con meraviglia. Come io? Sei sicuro? Ma hai capito chi sono? Hai capito cosa faccio?

Gesù è straordinario per questo. Nel nostro matrimonio può e deve essere così. C’è una forza salvifica che viene dallo sguardo dell’altra persona. Dalla sua fiducia che non cessa mai. Per chi ne ha fatto esperienza sa cosa significa. Ricordo che nel matrimonio l’altro è mediatore tra noi è Dio. Il suo sguardo  può davvero essere lo sguardo di Dio su di noi. Tutte quelle volte che ho sbagliato, che mi sono comportato male, che non sono stato  capace di mostrare amore, che sono stato egoista. Tutte quelle volte ho trovato lo sguardo della mia sposa che non ha mai smesso di amarmi. Ha sempre continuato a credere in me anche quando mi sentivo povero in canna. Questo suo amore mi ha dato una forza incredibile. Lei aveva due possibilità. Poteva considerarmi come il mondo. Poteva distruggermi con le sue parole e il suo giudizio. Oppure poteva scegliere di prestare i suoi occhi a Gesù. Mi ha guardato con un amore che andava oltre il mio comportamento. Quello sguardo ha continuato a dirmi So che sei bellissimo. Hai sbagliato, ma so che tu non sei quell’errore. E’ uno sguardo che fa davvero miracoli e che ti provoca il desiderio fortissimo  di essere ciò che l’altro vede in te. Di essere completamente uomo per lei. Di essere completamente donna per lui. Allora fare esperienza di questo amore può davvero cambiare la vita. Può davvero dare una svolta, una conversione. Come disse Papa Benedetto:

Nella figura di Matteo i Vangeli ci propongono un vero e proprio paradosso: chi è apparentemente più lontano dalla santità può diventare persino un modello di accoglienza della misericordia di Dio e lasciarne intravedere i meravigliosi effetti nella propria esistenza.

L’amore della persona che hai accanto può darti la motivazione che ti mancava per diventare finalmente ciò per cui sei stato creato. Una persona capace di dare e accogliere amore. Don Giussani spiegava bene questo concetto con una frase molto semplice, ma illuminante: Sposarsi significa assumere la vocazione dell’altro come propria.

Lo sguardo di Luisa mi ha aiutato a incamminarmi verso la mia vocazione personale all’amore.

Antonio e Luisa

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La preghiera funziona se cambia il nostro cuore.

Mi capita spesso di ricevere richieste di consiglio o di aiuto. Persone che mi raccontano della loro sofferenza e mi dicono di pregare per la conversione del loro sposo o della loro sposa. Li faccio sempre ragionare su una cosa fondamentale. Cosa significa pregare per il nostro sposo o la mia sposa? Davvero crediamo che Dio possa, attraverso una magia, cambiare il cuore del nostro amato o della nostra amata? Non credo funzioni così. Dio non opera in questo modo. Lui non si impone. Lascia sempre che la prima mossa sia nostra, aspetta che siamo noi a desiderare il suo amore e a cercarlo. Certo una volta che noi apriamo la porta del nostro cuore poi lui fa miracoli. Ma la fatica di aprire il cuore dobbiamo farla noi. Allora cosa significa pregare per lui o per lei? Significa, prima di ogni altra cosa, renderci disponibili a farci strumento di Dio per la conversione dell’altro/a. Lui non va a Messa? Non crede? Nella preghiera chiediamo a Dio la grazia di essere capaci di mostrare la gioia e la pace che la relazione con Dio ci dona. Chiediamo di farci capaci di provocare nel nostro lui o nella nostra lei la nostalgia dell’amore di Dio.

Lui o lei è freddo/a, scostante, non ci mostra amore. Chiediamo a Dio la forza di amarlo/a con tutte le nostre forze, di essere accoglienti sempre, nonostante lui/lei non se lo meriti. Solo così potrà comprendere quanto è bello essere amati incondizionatamente e forse, a me è successo proprio così, sentirà il desiderio di aprirsi finalmente all’amore per ricambiare un dono tanto grande.

Abbiamo timore per i nostri figli? Per le loro scelte? Chiediamo a Dio di mostrare loro la pienezza della vita di chi è stato capace di una scelta radicale e definitiva. Che il matrimonio è meraviglioso nonostante i nostri limiti e i nostri difetti. Perchè è bellissimo volersi bene, ma è bello anche quando non si è capaci di farlo e si sa riconoscerlo e perdonarsi per ricominciare.

La preghiera è importante perchè ci aiuta non solo ad intercedere per le persone a cui vogliamo bene, ma, verità ancora più importante, ci aiuta a cambiare il nostro cuore affinchè Dio attraverso la nostra umanità possa condurre le persone che amiamo a Lui. La preghiera è renderci disponibili, metterci in gioco, farci strumento. La nostra preghiera può cambiare il cuore degli altri se cambia prima il nostro cuore.

Antonio e Luisa

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La mia conversione a Medjugorje

Oggi condivido una testimonianza non nostra ma di Antonino Cuomo che non abbiamo il piacere di conoscere personalmete ma che ci ha molto colpito oltre che per questa meravigliosa testimonianza, anche per l’amore che traspare dai suoi post:

Cercherò di non essere troppo lungo,perchè le cose che mi son successe prima,durante e dopo Medjugorje sono state davvero tantissime;Segno che Dio esiste e ci ama immensamente. Fino a Ottobre 2007 ero una persona completamente diversa da quella che sono ora.E molti che mi conoscono ne sono testimoni.Inizia tutto così senza motivo,poco alla volta e poi ti ritrovi ad essere un grande peccatore anche se per il mondo sei una persona normale che si gode la vita.Non andavo mai a Messa,mai confessato,mai pregato,ero una persona molto razionale nelle cose e detestavo i sacerdoti,il Papa. e tutti i fedeli che seguivano la Chiesa.Sono sposato dal 99 e sia prima che dopo avevo sempre tradito mia moglie.La donna per me era come un oggetto di trasgressione da usare a mio piacimento.Fatto sta che anche il giorno del mio matrimonio avevo tra gli invitati una delle mie amanti,si perchè non mi fermavo certo ad una.Frequentavo le discoteche,all’inizio mi divertivo sballandomi con gli spinelli,poi ci andavo per conquistare le ragazze e non facevo distinzioni se erano sposate o fidanzate,l’importante era possederle.Poi pian piano mi scocciavo anche di perdere il tempo in questo modo e per facilitare la cosa iniziai anche a frequentare ogni tanto locali per scambisti,logicamente all’insaputa di mia moglie,ero un marito padrone.Tante sere dopo il lavoro invece di andare a casa andavo a casa di amiche per soddisfare i miei desideri perversi.Avevo un bel giro di amicizie,se così si possono chiamare, ed ero uno che consigliava aborti e vita mondana.Bestemmiavo praticamente ogni giorno,soprattutto la Vergine Santissima,per lei avevo le parole più schifose.Col tempo poi perdi il controllo dei sensi e diventi Dio di te stesso fino al punto di lasciare mia moglie e separarmi da lei per andar a vivere con un’altra donna.Ormai la mia famiglia era demolita,i miei bimbi vivevano con la mamma ed io di rado andavo a casa perchè pensavo di tenere la coscienza pulita vivendo da papà part time.Mia moglie ,non era una che andava in Chiesa e dopo che io l’avevo ferita non aveva più nessuna speranza di rivedere la famiglia unita.Poi quando tutto sembrava finito lei venne a sapere che esisteva un posto dove appariva la Madonna questo posto è Medjugorje.Così nel giro di 1 mese partì da sola per questo pellegrinaggio.Nessuno nella nostra famiglia aveva mai sentito parlare di quel posto.Al suo ritorno però qualcosa era successo,qualcosa era cambiato in lei.Doveva partire per Napoli con i bimbi e invece decise di rimanere a casa nostra a Reggio Emilia.Nonostante tutti,compresi i miei genitori la sconsigliavano.Aveva deciso di vivere completametne nel cuore Imacolato di Maria e mettere in pratica le 5 pietre che la Madonna ci consiglia di fare.Andava a Messa tutti i giorni e offriva l’Eucarestia per me.Pregava il Rosario completo ogni giorno,anzi a volte capitava che ne pregava anche 10.Digiunava a pane e acqua mercoledì e venerdì.Ogni settimana si confessava.E iniziò a leggere la Bibbia,anzi a viverla.Tutto a mia insaputa.L’effetto però era devastante sulla mia anima perversa.Senza motivo e senza capire il perchè mi capitava spesso di piangere fiumi di lacrime in quel periodo dopo il suo ritorno da Medjugorje.Iniziai ad avere pensieri di suicidio e caddì in una specie di depressione.Ero molto arrabbiato perchè dopo aver raggiunto il mio traguardo di uomo “libero”non riuscivo a capire quegli stati d’animo e spesso quando di rado andavo a casa dai bimbi e incrociavo mia moglie,la insultavo crudelmente e la sputavo in faccia.Ma lei ,che fino a quel momento rispondeva alle mie provocazioni con “occhio per occhio dente per dente”,cambiò atteggiamento rispondendomi con il silenzio,la pazienza e la comprensione che di fronte non averva il marito,ma il diavolo.No sò il perchè ma iniziai a provare paura quando incrociavo gl’occhi di mia moglie,in lei si avvertiva una pace e un amore che non avevo mai trovato in nessun luogo,in nessuna donna,nemmeno in mia moglie stessa.Ricordo benissimo un gesto che mi fece provare tenerezza nei suoi confronti:una mattina andando a casa per prendere delle cose,lei mi accolse dicendomi se avevo fatto colazione,se volveo un caffè e se avevo bisogno di una camicia stirata.Avevo compreso che tutto quello che faceva lo faceva nella consapevolezza di non ricevere niente in cambio,se no bestemmie e insulti da parte mia,avevo capito che non stava amando più il marito,ma la persona bisognosa di luce che aveva difronte.Non sò spiegarmi bene,ma nell’aria si avvertiva una forza soprannaturale che a tratti mi faceva stare bene e che poi mi infastidiva fino al punto di bestemmiare la Madonna come un diavolo inferocito.La notte avevo incubi,sognavo il demonio ai piedi del mio letto che mi guardava e mi svegliavo in una pozza d’acqua provocata dal mio sudore ,impaurito e scioccato.Anche se una notte (sogno che poi ha avuto importanza poi dopo qualche mese) sognai un bambino di nome Raffaele che mi accompagnò in una grande Chiesa dove incontrai solo una decina di frati vestiti di bianco giù ad una cappellina che pregavano in cerchio il Rosario.Poi uscito dal quel posto mi ritrovai di fianco ad un posto pieno di lumini rossi accesi e lì davanti a me un’aiuola dove delle signore in ginocchio piangevano.Alzati poi gl’occhi mi ritrovai in mezzo a 2 colline sassose e un vecchietto che mi disse: “non avere paura,aiuta quelle persone in difficoltà,abbi solo fede e i macigni che ci crollano addosso si fermeranno.Il sogno finì poi con mia figlia che uscì dalla Chiesa dicendomi :papà basta,torniamo a casa”.Nel frattempo un pensiero avevo fisso nella mia mente: “io chi sono?”..Vivendo quei giorni in queste condizioni decisi che se quel posto aveva aiutato mia moglie a vivere la separazione più serena,allora poteva aiutare anche me a vivere meglio la mia esistenza.Ero incosapevole che stavo rispondendo alla chiamata della Gospa.Così decisi di andare a Medjugorje e venuti i giorni della partenza andai lì con mia moglie.Non sò il perchè ma avevo paura di andare da solo e decisi di andare con lei.Il primo giorno fu tremendo,appena mesi piede in chiesa durante il Rosario mi venne di bestemmiare e lo feci.Volevo scappare via da quel posto,sentivo dentro di me tantissima cattiveria.Mia moglie mi suggerì di andarmi a confessarmi,ma appena vidi la fila che dovevo fare insultai anche tutti i pellegrini.Mi sedetti su di una panchina,nel mio cuore era in atto una vera battaglia e dopo aver fumato un paio di sigarette decisi di andare in confessionale.Queste le mie parole:Ok Madonna,vuoi che mi confessi,vuoi che preghi,ok lo faccio,vediamo così se esisti davvero.Andai in confessionale e con mio stupore non c’era più la fila,entrai spavaldo in quella stanzetta e battendo i pugni sulla sedia dissi al sacerdote che avevo commesso tutti i peccati,tranne quello di uccidere.Dopo un breve colloquio,mi benedisse e usci dal quel posto.In effetti qualcosa già stava cambiando,non avvertivo più dentro di me la cattiveria,ma non stavo ancora bene.Facemmo il giro della Chiesa e riconobbi i luoghi del mio sogno fatto 2/3 mesi prima.Volevo piangere ma un vero uomo non piange mai,così nascondevo le lacrime.Poi andammo da padre Jozo e lì un’altra mazzata.Durante la Messa ci fece fare la consacrazione alla Madonna….(ogni volta che arrivo in questo punto mi viene sempre da piangere,ancora oggi)fatto sta che piansi e versai fiumi di lacrime con la faccia per terra.Pregai il mio primo Rosario salendo il Podbro..altre lacrime.Ci fu poi il 2 ottobre l’apparizione e in quel momento davvero affidai alla Madonna la mia vita e chiesi perdono per averla offesa.Capii che dovevo confessarmi per bene e lo feci.Il confessore mi diede come penitenza di pregare 10 Rosari,accettai ma nessuno credeva a quella penitenza.Pensavo di non aver mai ucciso nessuno,forse però era il peccato più grande che vivevo.Perchè uccidevo il prossimo con la mia condotta.L’ultimo giorno prima di partire durante la Messa nel momento dello scambio della pace una mano mi afferrò la maglia da dietro,era una bambina che fino a quell’istante non c’era e mi disse tendendomi le braccia :PEACE.Mi sconvolse,somigliava molto a mia figlia,l’abbracciai e seguendola con lo sguardo vidi che se ne andò soddisfatta dal papà che l’aspettava sotto la statua della Madonna.E senza nemmeno aspettare la fine della Messa se ne andarono via sorridenti.Quella bambina che fino a quel moneto non c’era venne solo da me e se ne andò.Da quel giorno la mia vita è cambiata,la mia famiglia è rinata a nuova vita.Dopo quell’esperienza ho capito che Dio esiste veramente e tutti quei castelli che mi ero costruito non erano altro che frutto dell’azione del maligno che mira a distruggere le famiglie e la nostra esistenza.Mi permetto di dare un consiglio a tutti quelli che si trovano nelle condizioni che mi trovavo io .

Non abbiate paura di aprire il cuore alla Madonna,Lei vi aiuterà,voi però mettetevi nelle condizioni di essere aiutati e fate tutto quello che nei messaggi Maria ci suggerisce. La famiglia è un dono preziosissimo,vigilate su di essa mariti e mogli ,perché come dice S.Pietro : “il diavolo come leone ruggente và in giro cercando chi divorare”.

Ecco Medjugorje è stata  la mia via per Damasco,sono caduto ma Gesù mi ha rialzato e mi ha aperto gl’occhi.

Un grazie ancora ad Antonino e una lode a Dio e alla Gospa.

Antonio e Luisa