Oggi con me in paradiso

Il regno di Dio è già in mezzo a voi. Siamo rientrati a casa dopo giorni di immensa Grazia. Giorni fatti di fatica, sudore, magliette puzzolenti, 4 bagni per 130 persone, sveglie all’alba per arrivare prima degli altri a fare colazione alla macchinetta onde evitare di stare un ora e più in fila ad aspettare con le tazze in mano per tutta la famiglia.

Notti fredde e notti calde, notti silenziose e notti rumorose, 60 bambini di tutte le età, bambini che piangono, che si lamentano a ogni passo, che corrono, giocano, fanno mille domande sotto il sole. Giorni fatti di passeggini che si incastrano sul ciottolato lungo i sentieri (facciamo un elogio alla Chicco, perché siamo tornati a casa e il nostro passeggino, contro ogni aspettativa, è tornato a casa integro e funzionante!-non è una pubblicità per loro, nessuno ci paga per dire questo!), di spalle e braccia che fanno invidia a Yuri chechi, di mani volenterose e fratelli e sorelle disponibili, che faticando con te e come te, spingono, sollevano, trainano figli che non sono loro ma che in quel momento è un po’ come se lo diventassero.

Giorni di canto, di festa, di giochi, di inno, ripetuto, gustato: “con me tu sei, in Paradiso, con me tu sei in paradiiiisooooo”. Giorni di fratellanza, in cui abbiamo assaporato cosa vuole dire essere una grande Famiglia, dove ciascuno segue il suo passo ma la meta è la stessa e la carità rende tutto più tollerabile e bello oltre che più forti lungo la strada. Abbiamo percorso 6 giorni di tutta sta roba per andare dove? Chi ce l’ha fatto fare?!

Eravamo in cammino verso il PERDONO DI ASSISI! Festa che si celebra il 2 agosto. (Se non sai di cosa si tratta, in fondo all’articolo c’è un breve racconto). Quest’anno la marcia francescana aveva come titolo e tema: OGGI CON ME IN PARADISO!!

Ecco cosa ci ha spinto: il Paradiso!! Ma chi non vorrebbe conquistarselo, arrivarci correndo! Spesso si pensa al Paradiso come qualcosa che ci accoglierà in un futuro (più in là possibile), dopo che siamo morti. Pensarla così, non è propriamente una cosa tanto bella a cui aspirare.. è bello sicuramente, ti fidi che sia così, ma questa cosa mette anche paura. Il Paradiso può arrivare solo se facciamo esperienza del passaggio dalla vita alla morte. Quindi magari, Paradiso aspetta va.. ci risentiamo più in là.

Alt! Forse non è poi così vero. Quando da giovani seguivamo i corsi di Padre Giovanni, abbiamo capito una cosa bellissima, difficile da mettere sempre in pratica, ma bella perchè ti avvicina al pensiero di Dio.. ovvero a ragionare fuori schema. Dio ragiona andando fuori schema. Ma spesso questi fuori schemi sono più semplici di quanto possa sembrare.

Gesù ci dice nel Vangelo di Luca che il Regno dei Cieli è già qui in mezzo a voi. Waaaaa!!  Allora non devo morire per forza per cominciare ad assaporare un piccolo pezzetto di Paradiso. E anche quando questo passaggio avverrà, allora il Paradiso sarà totale!! Ecco allora cos’è il Paradiso: è la presenza viva di Gesù in mezzo a noi! È qui, oggi, mentre sto leggendo questo articolo di sta famiglia pazza e squinternata, che anela al Paradiso ma che ha tanto bisogno di essere perdonata!

È qui oggi, mentre stai prendendo la macchina per andare al lavoro, tempo prezioso per metterti in relazione con il Padre. È qui oggi, mentre stai lavando, stirando, facendo la spesa, urlando a tuo figlio di fermarsi prima del capitombolo seriale seguito da pianto e stridore di denti (e intano tu pensi “glielo avevo detto”). È qui oggi, quando pensi che la tua vita non abbia un senso, uno scopo, dove ti senti triste perché vorresti un di più che non hai. È qui oggi, quando devi arrancare per arrivare a fine mese. È qui oggi nell’abbraccio del tuo sposo, nelle risate con i tuoi figli, nel desiderio grande di una benedizione nell’arrivo di figli che non arrivano, o che arrivano e sono più pronti di te, di voi per varcare già ora le porte del Paradiso. Il Paradiso è già qui. Tutti possiamo già ora sperimentarlo.. non riesci a vederlo?

Fai questa prova: prenditi del Tempo e vai a messa. Fermati e sosta durante l’Eucarestia. Semplicemente guarda quello che accade di fronte a te… non è allucinazione, non è un gesto tanto per… è lì! Gesù ti chiama lì! In quell’ostia spezzata, il quel corpo dato e offerto solo per te, per amore tuo. Per dirti ancora una volta che Lui è la tua salvezza, e che non devi temere. Ogni volta che avviene quel miracolo, la distanza tra cielo e terra svanisce. Cielo e terra si toccano, per dirti che il paradiso è già qui, è già ora. E che Gesù è vivo!

Quando poi esci da messa, torna a casa. E anche se quando varchi la porta può venirti voglia di richiuderla e tornare dopo, non farlo. Entra e guarda. Quell’assaggio di Paradiso è nell’intimità con tuo marito o tua moglie. È quella paternità e maternità verso i tuoi figli, e quando questi non ci sono verso l’umanità intera: la genitorialità è sempre un privilegio, il cui unico obiettivo è far conoscere il Padre. Il Paradiso è nel Tempo che scegli di vivere, come vivere, con chi vivere. Trova sempre un pretesto per metterti in relazione con Lui.

Il Paradiso è come già detto, anche nei gesti spesso abitudinari della quotidianità. Tutto ciò che faccio lo faccio perché amo! E non dimenticare che anche nella sofferenza di coppia, qualsiasi essa sia, la morte non ha l’ultima parola!

Allora concludiamo con questo incoraggiamento, che ci è stato donato e che ci accompagna in questo nostro oggi: NON TEMERE, Anna .. Stefano… Michele… Marta… (metti il tuo nome) PERCHÉ HAI TROVATO GRAZIA PRESSO DIO. Ripeti ogni giorno questo annuncio dell’angelo a te! Così è davvero! Ieri, oggi e domani sei figlio Amato.

A presto!

Anna e Ste – Cercatori di Bellezza

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Sotto un breve riassunto di come è nata la festa del perdono di Assisi

l 2 agosto si ricorda SANTA MARIA DEGLI ANGELI e del perdono, Madonna alla quale è dedicata una Basilica in Assisi, e dove Ella apparve a San Francesco, il quale svolse parte della sua opera nella cosiddetta Porziuncola, una chiesetta ottenuta in dono dai monaci Benedettini del monte Subasio nella quale fondò l’Ordine dei Frati Minori, da lui stesso rimodernata e sistemata e presso cui si ritirava in preghiera e meditazione.

Proprio qui si narra che un giorno di luglio del 1216 San Francesco si trovasse a pregare quando gli apparve in tutto il suo fulgore la Madonna seduta alla destra di Gesù Cristo e circondata da angeli la quale gli chiese in che modo poter esaudire il suo desiderio di mandare tutti in paradiso.

San Francesco rispose prontamente: “Signore, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. Quale altruistica richiesta! Che tutti quelli che nel corso degli anni si fossero recati a pregare nella Porziuncola, avessero ottenuto la completa remissione delle loro colpe, quello che viene conosciuto come il Perdono di Assisi.

Gli fu infatti risposto di recarsi dal Papa in carica, ovvero il Pontefice Onorio III il quale dopo averlo ascoltato e concessa l’indulgenza gli chiese se volesse un documento, ma il frate rispose sicuro: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”. Così il 2 agosto di quell’anno San Francesco promulgò il Grande Perdono per ogni anno in quella data a coloro che fossero andati nella chiesetta della Porziuncola, oggi all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Va e ripara la mia casa

San Francesco!

Oggi vogliamo fermarci a contemplare ancora una volta la bellezza del poverello di Assisi! Santo a noi molto caro, patrono della nostra Italia, piccolo giovane proveniente da una città per noi seconda casa.

C’è quell’aggettivo che abbiamo usato prima per descriverlo che però dovrebbe stonare con la bellezza: poverello.

Un povero ma bel giovane!

Francesco ha scelto davvero una vita povera, Francesco ha lasciato una famiglia ricca per farsi vicino al povero, per vivere secondo il Vangelo! Un gesto estremo per i nostri giorni, ma anche per 800 anni fa!

Trovare il coraggio di lasciare tutto per vivere nella verità del cuore, per vivere per l’Amore. Trovare il coraggio anzitutto di cercare il significato di quelle parole che risuonavano nella sua mente. È da un ascolto profondo, da una ricerca di verità, di bellezza che lui è partito e ancora oggi si mostra a noi.

Fra le tante parole che Francesco ha ascoltato ce n’è una che gli è arrivata dal crocefisso di San Damiano: VA E RIPARA LA MIA CASA.

Una frase semplice, breve, da far risuonare nel cuore.

Va: mettiti in cammino, alzati, parti, non star fermo. L’amore è un verbo di movimento non statico. L’amore ha fretta di amare, domani sarà tardi. Va allora! Cosa aspetti? Non lasciare che le cose le faccia qualcun altro.

Ripara: aggiusta, sistema, non scartare, non buttare, non dividere, non vedere la fine come se non ci fosse più speranza. Va e aggiusta, abbi fede! C’è speranza! Ripara! Fidati!

Che bello! Il Signore ci rilancia (va..), ci spinge a partire ma non per nuove costruzioni ma per riparare, verso quel che c’è già! Bellissimo!

Il nostro non è un Dio dello spreco, non è il general manager di una compagnia usa e getta, acquista – monta e quando ti stanchi o si rompe: cambia! No, ripara!

Nel libro dell’apocalisse al capitolo 21 sta scritto “ecco io faccio nuove tutte le cose”, il Signore non fa nuove cosa ma fa nuove tutte le cose! Bellissimo!

Il Signore Gesù: artigiano d’amore!

La mia casa: cos’è questa casa? La Chiesa in senso di struttura fisica? La Chiesa in quanto istituzione? Cos’è “la mia casa”? Come posso fare a risanare la mia casa, la chiesa?

È qua che ci siamo soffermati, è qua che nasce il dubbio, l’incomprensione, il vuoto, forse ci sentiamo spaesati, sembrava una frase semplice che avevamo compreso ora sorge una domanda “dov’è la tua casa Signore? Cosa vuoi che ripari? Dove mi mandi? “

Per noi, questa casa è il tuo cuore!

Per noi, questa casa è la tua vocazione!

Per noi questa casa, è il tuo vivere quotidiano! Quanto calcestruzzo serve per curare la vita di ognuno di noi, ognuno con i propri limiti, i propri peccati, le proprie cadute più o meno grandi, le abitudini sbagliate etc

Quanti cuori feriti, infranti, traditi, freddi, insensibili.

VA E RIPARA il tuo cuore, LA MIA CASA!

Quante vocazioni non curate, non scelte, non allenate con il passare degli anni che si smarriscono, rallentano, si inaridiscono. Quanta difficoltà a dire sì, quanta fatica oggi a scegliere di mettersi in ascolto della Parola che dona vita, invece di continuare ad inseguire come Francesco i propri sterili sogni di gloria, il sogno di diventare cavaliere. Lui ha avuto la (s)fortuna di cadere da cavallo. Te che aspetti a dire sì all’amore?

VA E RIPARA la tua vocazione, LA MIA CASA.

Ed il significato più bello, il più nostro, per questo blog. Va e ripara la mia casa; per noi, questa casa è la famiglia! La tua famiglia!

La tua relazione sponsale. Da qui si può aiutare e riparare la Sua casa, la Chiesa: che altro non è che famiglia di famiglie.

Come riparare la chiesa se litigo con mia moglie? se non so essere volto di amore per i miei figli? se non coltivo la mia relazione? se non dialogo con lei/lui? Se non ho tempo per lei/lui? Se non vivo la nuzialità, l’unione, quell’eros e agape che rende saldo il nostro essere marito e moglie?

Quante crepe, quanti litigi, quante fatiche anche nelle nostre famiglie! Cosa aspetti, la festa del Poverello di Assisi arriva anche quest’anno e ci riporta quelle parole “VA E RIPARA la tua famiglia, LA MIA CASA”.

Sposi sì ma testimoni di amore! Famiglia sì ma che viva con ambizione di santità, in casa, con i figli, ma anche in ogni ambito in cui papà, mamma e figli vivono!

Da come ci amiamo dovranno capire che il Signore è risorto!

“Va e ripara la mia casa”

Forse anche noi oggi possiamo fermarci a contemplare san Francesco chiedendogli di aiutare a vivere in risposta a questa richiesta vivendo l’amore che oggi son chiamato a dare, per me, per il mio prossimo, per il mio collega, per mia moglie, per mio marito, per i miei figli.

Mettendoci in ascolto, facendo spazio a Lui, alla sua parola.

Questo è il il lavoro più bello che possiamo fare per riparare la SUA CASA.

La sua casa sei te! È la tua vocazione! È la tua famiglia! È il tuo cuore!

Anna Lisa e Stefano – @cercatori di bellezza

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ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO! La gioia dell’amore

Continuiamo oggi in questo Monday in love, a parlare di anniversario, ripartendo da dove vi avevamo lasciato lunedì scorso, ovvero dal dire Grazie! (clicca qui se vuoi rileggere il precedente articolo) Dall’imparare a ringraziare per quanto abbiamo vissuto, e andando poi a svelarvi l’originale del nostro 2-3 giugno. Come avremo passato l’anniversario? In una Spa? In un rifugio di montagna isolato? In una grande Città ricca di fascino, bellezza e amore? … buona lettura

Nel nostro ringraziamento, un piccolo spazio lo tagliamo per la realtà che ci ha reso ciò che siamo. Realtà che è la Chiesa stessa, e che si manifesta attraverso i documenti conciliari, le encicliche, tradotte e spiegate a noi da sacerdoti, sposi e famiglie che fanno parte di un progetto volto proprio ad aiutare ogni coppia di fidanzati e sposi a scoprire la grazia del Sacramento del matrimonio. Il matrimonio è un Mistero Grande che non si può vivere da soli, chiusi nella nostra casa ma ci chiede di metterci in cammino con la Chiesa, con altre famiglie, con altri sposi e in complementarietà con i sacerdoti, e con tutti i religiosi che incontriamo nel nostro percorso di crescita, nel nostro essere famiglia, nel nostro avvicinarci a Gesù sposo.

Noi abbiamo deciso di passare il nostro anniversario di matrimonio nella casa madre di Mistero Grande, realtà al servizio della Chiesa intera, che propone dei corsi per giovani coppie, per fidanzati. Realtà che non nasce con l’intento di creare un’appartenenza, ma semplicemente mette a disposizione di tutti degli strumenti che aiutano, e ci hanno aiutato, ad essere famiglia con tutti i nostri limiti ed errori di cui a loro non attribuiamo colpa. Eheh. Perché questa scelta?

Perché quando abbiamo pensato a come e con chi passare il nostro anniversario di nozze, ci è venuto in mente che quel giorno ci siamo sposati con Gesù in Chiesa. Senza di Lui quel matrimonio sarebbe stato un accordo politico, una cerimonia civile o che altro ma non il nostro matrimonio. Ben vengano gli anniversari festeggiati in città d’arte, in Resort o spa di lusso, noi non sapendo con quale hotel vivere l’anniversario, non sapendo a quale località regalare la possibilità di ospitarci nel giorno del nostro far memoria del Sì all’amore abbiamo scelto una Chiesa, abbiamo scelto Gesù.

Abbiamo pensato, in un tocco di pazzia o inventiva d’amore che sarebbe stato bello poter passare a celebrare il rinnovo delle promesse nuziali presso la casa madre del…presso la casa madre del progetto Mistero Grande. Realtà che da quando abbiamo scelto di sposarci ci ha aiutato ad essere quel che siamo: famiglia – sposi! Realtà che con corsi, seminari, convegni, ascolto di catechesi, ci ha aiutato a rimanere saldi, uniti. Ci ha aiutato ad essere famiglia non a fare la famiglia. Realtà che non ci ha chiesto nulla in cambio e tutt’ora non ce ne chiede, perché a far crescere belle famiglie chi ci guadagna è la Chiesa stessa.

Realtà che mette poco di suo e tanto dei documenti che scrive la chiesa, riletti e spezzati per le coppie: dall’enciclica Amoris Laetitia, alla gaudium te spes, ai vangeli, etc. Realtà che aiuta ogni coppia ad essere parte di un unico corpo, anche se in quella Chiesa di paese, non ci sono altre coppie giovani, o ci si sente soli, o ci si sente non accolti. Percorsi anche online o che si fanno comodamente in casa con i quali si può mantenere viva la grazia sacramentale e imparare cosa si cela dietro il Mistero Grande del matrimonio cristiano.

Un grazie quindi al dono che ci ha fatto il Signore nelle sue Dioincidenze di trovare 2 splendidi sacerdoti che hanno potuto passare con noi del tempo il giorno del nostro anniversario, celebrando l’eucarestia, rinnovando le promesse matrimoniali, spezzando per noi la parola e vivendo del tempo in semplice ma necessaria, vitale complementarietà. Perché passare con Lui il giorno dell’anniversario?

Perché è Lui che ci ha costituito. Ogni coppia dovrebbe rileggere il suo stare insieme e farne memoria, come occasione per ringraziare del dono ricevuto. L’uomo, o la donna che ci stanno accanto non son frutto di conquiste, di caparbietà o di ingegno. Con l’ingegno si fa altro nella vita ma non si porta avanti per anni un matrimonio. L’altro è un dono che ci è dato per vivere l’amore e lasciarci amare, per generare la vita e l’amore.

Se uno ti regala una casa, una macchina, cosa fai? non lo ringrazi? Non lo andresti a trovare nel giorno dell’anniversario per vedere se magari ti regala qualcos’altro? Per questo ci è sembrato giusto passarlo con Lui. Perché è Lui che ci ha confermato con la grazia del Sacramento del Matrimonio, intrecciando la sua vita con le nostre. Mischiandoci e donandoci quell’unicità, quell’ indissolubilità, quella bellezza, quell’amore, quella forza che ci abita e ci fa camminare ogni giorno mano nella mano.

Le caratteristiche del matrimonio forse non sono proprio umane: chi sa promettere amore per sempre? Esclusivo? Fedele? Nelle difficoltà?.. nella nostra perfezione di esseri umani, siamo tutti imperfetti, abitati dai nostri limiti, dalle nostre ferite. Come possiamo pensare di essere totalmente fedeli all’altro, e che l’altro lo sia altrettanto con noi? forse se la si legge dal basso verso l’alto può sembrare facile, l’indissolubilità, la fedeltà, il perdono reciproco.. ma chiedete alle coppie sposate da tanti anni, se ogni tanto non si è faticato. Se quello stare insieme è capacità umana o c’è di più. Senza quel collante che è Gesù, non riusciremmo ad essere quel che siamo. Gesù è l’unico collante che non ti lascia mai.

Perché è Lui l’unica presenza certa che riconferma ogni giorno il nostro amore. Che vuole festeggiare con ogni coppia il proprio anniversario, la propria voglia di amare. Chi altro farà festa per il vostro anniversario? Forse i genitori, forse i familiari stretti che si ricordano la data, o che sanno che lo festeggerai. Forse i figli che sanno di essere frutto di quell’amore per sempre. Il numero si è già è ridotto; eravate in tanti il giorno del sì a far festa, a ballare, a pranzare, ma non tutti oggi si ricordano della vostra data. Più passano gli anni, più la memoria toglierà invitati a quel giorno. Ed è giusto, è normale, perché è il vostro, è il nostro giorno di amore, di Anna e di Ste e di Gesù. Non della nonna, dell’amico, del testimone; ognuno avrà la sua strada di amore da percorrere. Gesù invece non ci lascerà mai, anche durante un lockdown lui è presenza certa. Primo tifoso di ogni storia di amore!

Perché Lui è l’unico maestro d’amore, e se vogliamo continuare a camminare su questa via, lo possiamo fare solo stando in cordata con Lui. Perché poi in amore, e nessuno lo può negare, non si è mai arrivati! Abbiamo bisogno di continui corsi di aggiornamento sul lavoro… e sull’amore no? Lui è il maestro a cui rivolgerci. Lui è lo sposo della Chiesa Sposa, Lui insegnante di misericordia, Lui che si inginocchia a lavarci i piedi, che li bacia, li asciuga. Lui che entra in casa nostra. Lui che ci chiama Amici, Fratelli. Lui che ci bene-dice. Lui Re fatto uomo, fatto bambino. Lui parola fatta carne. Lui amore fatto carne. Stupendo!

Che bello aver scelto di passare con Lui il giorno del nostro anniversario, aver partecipato all’eucarestia. Quel giorno, venerdì 3 giugno, la Liturgia ci ha fatto leggere il Vangelo dell’amore, quando Gesù sul lago di Tiberiade dialoga con Pietro, il quale non capisce e sembra non comprendere perché quella domanda ripetuta tre volte; quasi a voler rassicurare, confermare quanto rispondeva. Che bello aver ascoltato quella lettura, spezzata in chiave sponsale. Gesù chiede a Pietro: “mi ami tu Pietro”? .. “ Si ti voglio bene” e anche noi, ci siamo ridetti il nostro TI AMO, ci siamo ripromessi lo stesso amore. Che bello che in quel dialogo di Vangelo, Gesù Amore, ci viene incontro, va in contro a Pietro. Scende quegli scalini sulla riva del mar di Galilea per arrivare ad amare allo stesso livello di come riesce ad amare Pietro. Che bello che proprio quel giorno ci ha voluto dire “mi ami più di costoro?” Più del tuo coniuge? Ecco così vuole che ci amiamo…amandolo perché da Lui possiamo amare nostro marito, nostra moglie.

Ecco questa è la bellezza di passare l’anniversario con Gesù, farci amare da Lui. Farci amare dall’Amore. Provare ad amare nel nostro piccolo l’Amore.

Grazie!

L’augurio nostro è che tutti possano vivere la propria vocazione sentendosi amati, celebrare il proprio anniversario lasciandosi amare dall’amore! Vivere il proprio matrimonio riuscendo a benedirlo con l’aiuto di Gesù e imparando da Lui ad amare!

Compito di quest’oggi? Mettersi nelle Sue mani.. mettersi in ascolto del Maestro grande dell’Amore che è Gesù!

Buona lunedì

Anna Lisa e Stefano – @cercatori di bellezza

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Anniversario di matrimonio!

3/06/2017-3/06/2022…5 anni da quella promessa di Bene.. 4 doni grandi di cui due pronti per il Cielo, un Amore il nostro che si nutre di Lui. Una complementarietà che ci ha permesso di rivivere le nostre promesse e di offrire di nuovo oggi le nostre vite a quel Padre che ci ha voluto l’uno per l’altro. Per tutto questo e tanto ancora diciamo GRAZIE!!!

Da questo semplice pensiero di auguri, partiamo quest’oggi per darvi la lettura di cosa per noi vuol dire anniversario. Tu come lo hai passato il tuo anniversario? Lo festeggi ancora? È occasione di memoria bella di un giorno speciale? È occasione per rinnovare quella benedizione che hai ricevuto, di rinnovare quella scelta di vita nell’amore che hai fatto?

L’anniversario crediamo in primis che sia un’occasione speciale di crescita, è il far memoria della bellezza vissuta in un giorno passato ed il rinnovarsi nell’amore, rifacendo la stessa scelta libera di amore fatta allora, guardando ai passi fatti e a quelli che ancora sono da fare.

Vi doniamo allora queste righe, in cu abbiamo riletto il nostro anniversario che ad inizio mese abbiamo vissuto in un modo nuovo, speciale… buona lettura.

5 anni, il tempo passa, il corpo inizia a registrare la vita che scorre. Le fatiche e responsabilità che crescono, l’essere sposi che non basta più, si diventa padre, si diventa madre, si diventa adulti nel prendersi responsabilmente cura dell’altro, nell’accorgersi come il vivere familiare ci trasforma.

5 anni, di litigi che son rimasti sempre quelli, di conoscenza reciproca che non basta mai, perché l’altro non è un oggetto di cui ne conosci la forma o il colore, ma è una persona che vive e cambia, e così la bellezza dell’imparare a conoscerti ogni giorno, sempre di più, dell’imparare insieme a conoscere quel vulcano di nostro figlio che come noi cambia ogni giorno.

5 anni, un piccolo traguardo che non ci dice che siamo arrivati, ma che ci permette di guardare al passato con il cuore grato, perché ogni giorno lo rivivremmo in ugual misura, e a pensare oggi a qualcosa del passato che cambieremmo, la risposta sarebbe: l’amore donato. Ma per questo c’è il presente, c’è il guardare avanti, volendo amare di più.

La vita ci è data per amare, e per lasciarci amare, e questo è ciò che possiamo impegnarci a fare, di tutto il resto non ne rimarrà traccia, dell’amore donato e dell’amore ricevuto sì.

L’amore è ciò che della vita resta infinito, per generazioni. Il nostro corpo scomparirà. Gli anniversari servono per accorgerci con gioia che siamo finiti ma viviamo la bellezza infinita dell’amore. Gli anniversari servono per dire Grazie! E allora… L’anniversario cos’è allora?

Un giorno per dire GRAZIE, grazie per il dono del mio sposo, della mia sposa, grazie per il dono della vita, grazie per il dono dei figli, grazie per gli amici tanti, per le coppie di sposi, di fidanzati che camminano con noi, o che hanno fatto un tratto di strada insieme a noi.

Grazie a tutti gli invitati di quel giorno, che hanno reso il nostro matrimonio una festa, grazie a chi si è donato per noi, a chi ha cantato, a chi ha cucinato, a chi ha gioito, ballato, animato, amato con noi l’amore. Viene voglia di ritaggarvi tutti, per dire ad ognuno il nostro grazie, ma si sa i social son limitati e non si può taggare più di un certo numero di persone, l’amore invece è infinito nel numero di posti a tavola, di invitati, di abbracci calorosi di gesti di amore.

Grazie ai parenti che son con noi per legame, che ci hanno insegnato il valore della famiglia, dove fin da piccoli siamo cresciuti.

Grazie ai sacerdoti, alle suore, ai religiosi, a chi ci ha aiutato a conoscere di più l’amore, a chi senza saperlo è stato seminatore, gettando semi di bene su di noi, gettando benedizioni e amore gratuito.

Grazie a chi prega e ha pregato per noi, perché è invisibile ma necessaria la preghiera, come quel sale che gettato nell’acqua della pasta non vedi, ma dona gusto.

Grazie alle nostre famiglie che ci aiutano ad essere ciò che siamo.

Grazie alla Chiesa tutta, e non guardiamo solo a quella parrocchia, o a quella chiesetta, a quel sacerdote, ma alla Chiesa Sposa senza la quale vivere il matrimonio sarebbe più difficile.

Grazie a chi ci guarda da lassù e ci protegge, e ci aiuta a guardare alla nostra vita finita come ad un passaggio sulla via dell’amore da percorrere vivendo, non vivacchiando.

Grazie alla parola di Dio che lavora in noi, che ci plasma e ci dona forma e forza, che ogni giorno ci dice: “io sono con voi” e “non abbiate paura”.

Grazie a mamma Maria, al santo Giuseppe e all’amico Gesù che si son trovati con degli scappati di casa come noi a rivivere il mistero della famiglia.

Grazie alle figure dei santi che sono entrati in casa nostra, per portarci un esempio, un insegnamento, una parola che ci aiuta a camminare più in alto.

Sicuramente abbiamo dimenticato qualcosa o qualcuno in questo nostro salmo di ringraziamento, e quindi ci scusiamo con chi non abbiamo ringraziato, con chi soprattutto non siamo più riusciti ad incontrare, a vedere, in questi anni. Chi abbiamo perso di vista, non per volere, ma che portiamo con benedizione nel cuore.

Che bello fermarsi il giorno dell’anniversario e rivivere quel giorno con l’aiuto di foto, dei filmini, delle dediche o messaggi conservati. Che bello ripensare alla gioia di quel giorno, che bello ricordare i momenti di amore e quelli di fatica da cui siamo passati in questi 5 anni.

Far memoria con gratitudine, così si può camminare in avanti.

E allora a lunedì prossimo, quando insieme a voi, proveremo a raccontare di più del nostro anniversario di matrimonio. … to be continued

Vogliamo provare a lasciarvi un compito, perché queste righe non rimangano solo lette, ma diventino concrete, e quindi vi chiediamo di prendervi del tempo, perché l’amore ne ha bisogno, fermati e prova anche a te a rispondere a queste domande.

Cosa cambieresti del tuo vissuto, celebrando il tuo anniversario?

Per cosa dici grazie? A chi dici grazie? Quale pagine scriveresti sul tuo diario di questi anni di bellezza di amore trapassato sicuramente anche dalla fatica, ma che profuma di resurrezione?

Anna Lisa e Stefano – @cercatori di bellezza

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Se mi sposo in Chiesa che mai potrà succedermi?!

Articolo scritto per il blog Amati per amare www.amatiperamare.it E’ deciso ci sposiamo l’8 dicembre del 2005, ad Assisi dopo 2 anni di fidanzamento casto. Ci sposiamo in Chiesa e celebrano tre frati. La Chiesa è il nostro porto sicuro. Apposta ci sposiamo in Chiesa, per avere certezze e le benedizioni giuste! Del resto siamo cristiani, abbiamo fatto un lungo cammino, corso per fidanzati, corso prematrimoniale, ritiri vari, padri spirituali, che mai ci potrà succedere?! Non avevamo capito assolutamente niente del passo che stavamo facendo e della consacrazione che stavamo abbracciando.

Una convinzione che spesso ci portiamo dietro dal fidanzamento al matrimonio, è che noi cristiani siamo intoccabili dalla separazione o dal divorzio. Siamo intoccabili dalle crisi pesanti. Il corso di preparazione al matrimonio lo abbiamo fatto con don Fabio Rosini. Durata circa 4 mesi con ritiro finale. Non ha fatto altro che cercare di dissuaderci dallo sposarci. Strano. Di solito un prete cerca di convincerti. Lui no. Lui, urlava che il 67% delle coppie laziali si separano. Che anche se sei cristiano e fai un cammino non hai idea di cosa combinerà tuo marito fra vent’anni, di come diventerà tua moglie fra dieci. Tradimenti, perversioni, violenze. Uno strazio di prospettiva. Una prospettiva con cui tutti dobbiamo fare i conti perché il matrimonio cristiano è indissolubile. Allora che significa che se ti sposi in Chiesa devi prenderti botte o tradimenti? Assolutamente no. I problemi vanno affrontati umanamente e spiritualmente in percorsi opportuni. Quello a cui voglio rendere testimonianza oggi è cosa ho vissuto nel mio matrimonio e come ho attraversato momenti in cui ho creduto che il Signore mi avesse mentito e fregato. Momenti in cui la crisi personale e di coppia sembrava avere la meglio su tutto. Don Fabio ci diceva che se non avessimo curato il nostro matrimonio come qualcosa di fondamentale più del lavoro, della realizzazione personale, della stabilità economica, più dei figli, degli hobbies, degli amici, non eravamo immuni dalla crisi o dalla separazione. Io invece ho cominciato il mio matrimonio prendendomi cura di me. Perché prima di allora forse non lo avevo mai fatto e questo mi ha portato a concentrarmi unicamente e completamente su di me perdendomi l’altro. In tutto questo ero anche agevolato da una moglie disponibile a farmi prendermi questa libertà. Nella Bibbia Dio ci dice che è nostro scudo, nostra difesa e nostro aiuto ma questo non vuol dire che siamo esenti da dolori, sofferenze e prove. Soprattutto le prove, quelle in cui sei chiamato a scegliere, e a prenderti la responsabilità del tuo peccato o del tuo amore. NEMMENO DIO TI PUO’ TOGLIERE LA RESPONSABILITA’ CHE HAI DI CUSTODIRE IL TUO MATRIMONIO!!! E tutti quei cristiani ferventi che si sono sposati in chiesa e si sono separati?! Che è successo Dio li ha abbandonati?! Un Frate mi diceva che Dio senza di te non ti salva! Questa storia della libertà e della responsabilità all’inizio del mio cammino non la capivo. Ero ancora immaturo e preferivo pensare a Dio come uno che fa al posto mio: io sono la nave e Lui sta al timone, fa tutto Lui, guida lui e io mi rilassi. Quando mi sono sposato non passa neanche un mese e si scatena l’inferno. Il nostro matrimonio comincia ad andare a picco: litigate feroci, incomprensioni estenuanti. Sembrava che parlassimo due lingue diverse non riuscivamo a comunicare e a capirci. Ci stavamo facendo veramente male. Non c’era quasi più nulla di quella fighissima coppia sposata ad Assisi nel coro degli angeli, fra frati e suore. E Dio dove sta? S’è preso una vacanza da noi?! Mio rifugio… mia salvezza… parole che non mi dicevano più nulla. Dio è rimasto li a guardare come un sadico e non interviene per cambiare le cose. Mi sento abbandonato ma soprattutto incompreso. Soffrivo profondamente ma non lo davo a vedere (come la maggior parte dei maschi che non devono chiedere mai!). Vivevo un dolore e una sofferenza incredibili e pensavo che fosse mia moglie la causa! Sarei voluto fuggire. E forse certe volte lo facevo. Fuggivo da lei, dalla relazione, dal dialogo, perché esisteva solo il mio disagio, le mie esigenze e ciò che sentivo. E se fosse una grazia?! Dice don Fabio Rosini. E se in quello che ti sta capitando non c’è nulla di sbagliato ma è Dio che sta cercando di parlarti e farti diventare uomo? Oggi vedo questa parola come un dono ma lì e allora, quello che mi stava capitando era una tortura. Non si è trattato di mesi ma di anni. Ci sono voluti anni prima di realizzare quel desiderio che avevo condiviso durante il nostro matrimonio in una pubblica testimonianza. DIVENTARE UN VERO UOMO. Ma per fare un vero uomo ci vuole una VERA DONNA. Così grazie alla caparbietà di mia moglie che ha saputo affrontare la nostra crisi senza arrendersi mai, andando oltre il suo e il mio dolore, oltre le feroci litigate, oltre le ragioni, abbiamo recuperato il nostro matrimonio. Ci siamo fatti aiutare spiritualmente e umanamente prendendo in mano la nostra vita e ho dovuto con molto dolore vedere come i miei Peccati e le mie difficoltà affettive pesavano su Claudia. Gradualmente ho cominciato a scorgere la presenza di Dio che è l’Emanuele Dio-con –noi, che non stava affatto a guardare, ma mi stava aspettando, e mi stava dando il tempo di capire che cosa significasse realizzare quel mio desiderio: diventare un vero uomo, uno che sta al timone della propria famiglia prendendo responsabilità di sé e dell’altro. Mi mostrava le mie ferite, e la mia incapacità di tenere il peso di mia moglie proprio quando lei ne aveva più bisogno. Io l’amavo ma non sapevo dimostrarlo, non scorgevo le parole, i gesti giusti che potessero farla sentire amata. Perché ero troppo preso da me stesso e dalle mie ferite. Tutto preso dal mio desiderio di riscatto, non avevo capito che sposarsi è consacrarsi a Dio nell’amore a quella donna e a quell’uomo, per tutta la vita. Farla sentire amata ogni giorno. Ma per fare questo passaggio avevo bisogno di sentirmi amato e voluto bene in quel buco nero affettivo che la mia storia aveva creato. Un vuoto che ne Claudia ne nessun altro può colmare. Solo Dio. A volte le nostre ferite ci portano ad arrogarci il diritto di essere amati e questo ci fa perdere lo scambio e la reciprocità. Si chiama ferita narcisistica. Ci chiude in noi stessi e si esclude l’altro dall’amore, mentre per noi pretendiamo tutto. Lavorando con una psicoterapeuta su quelle ferite ho trovato me stesso, mi sono rinnamorato di Dio in modo adulto, non come un bambino che frignava, ma un uomo che desidera una relazione. Ho cominciato a guardare mia moglie scoprendo che IL MATRIMONIO E’ UNA MIA RESPONSABILITA’. La mia responsabilità è stato scegliere di curare le mie ferite piuttosto che scaricarle nella relazione con mia moglie o di lasciarla per dare libero sfogo alle mie rivalse. E la tua responsabilità qual’è?! Pensaci. Scegli BENE. La Grazia di Cristo mi ha accompagnato facendomi incontrare le persone giuste e i percorsi adatti a me. Si un matrimonio cristiano può finire! Nessuno è esente a questo rischio. Perchè siamo liberi, LIBERI DI SCEGLIERE che il male, il peccato e il dolore abbiano l’ultima parola. Se non curiamo il nostro rapporto con Dio, con noi stessi e con nostra moglie o marito, se non ci rinnamoriamo di Dio vivendo da FIGLI AMATI non sapremo mai di cosa abbiamo veramente bisogno per vivere una vita piena e nella gioia. IL MIO MATRIMONIO PUO’ DURARE TUTTA LA VITA se riverso tutto l’amore di cui sono capace su Claudia, se la metto al primo posto, se mi prendo cura di me per prendermi cura di lei. Non c’è bisogno di essere forti, ma di essere alleati con IL FORTE (cit. D. F. Rosini) e avere il coraggio di scegliere affrontando i problemi, perché la VITA e l’AMORE abbiano l’ultima parola.

Claudia e Roberto.