Gravidanza, scuola di amore nuziale!

Attendere, infinito del verbo amare.

La gravidanza è un tempo di attesa. Attendere che lo possiamo tradurre anche in Tendere a..

tendere a quel bambino che nascerà, a quella vita nuova che diciamo entro una ventina di giorni avremo tra le braccia.

La gravidanza è un tempo bellissimo, e bellissima è la donna in gravidanza. Gravidanza tempo bello ma anche tempo di fatiche. Quasi in contraddizione a ciò che dall’esterno si vede. Tra le più comuni: Esami, ecografie, mal di schiena, nei primi mesi vomito, per qualcuno non solo nei primi mesi. Negli ultimi mesi, continue pipì anche durante la notte, ogni due e tre ore la donna ha quel bisogno. Difficoltà a muoversi. Alimentazione controllata, è una leggenda quella che in gravidanza si mangia il doppio, piuttosto ci sono tutti i controlli legati al ferro, al glucosio. Si cerca di evitare il diabete gestazionale, modificando l’alimentazione con cibi integrali. Non si possono mangiare salami ed insaccati crudi. Togli alcuni pesci, i crostacei, togli il vino, alcool, bevande gassate. Frutta e verdura da sterilizzare. Etc etc

Che rimane dopo questo elenco della bellezza della gravidanza? Ma è davvero un tempo bello?

La gravidanza ci insegna a portare il bello al di fuori di noi, con un pancione che cresce, che si mostra. Con la vita che cresce e che la mamma è chiamata a custodire, a proteggere, stando attenta, amandola senza conoscerla.

La gravidanza ci insegna che nel vivere la grande bellezza del fiorire della vita, ci sono anche fatiche, dolori, attenzioni, preoccupazioni che ci abitano ma che non sono tutto.

La gravidanza diventa scuola di amore, avete mai amato qualcuno che non conoscete? Che non avete mai visto? Che non avete mai toccato? Sentito? Con cui non avete mai parlato? Che non vi ama, perché ancora non sa cos’è l’amore? Che prende tutto da voi, senza darvi in cambio niente?

Il bimbo nella pancia è dono di amore, è frutto del nostro, vostro amore. Amandoci, il nostro amore, la nostra pianta, fatta da quell’io e te, ha compreso che c’era spazio per un’altra fioritura, e in un atto di amore ha iniziato a far crescere nuova vita.

Che bellezza la gravidanza!

La gravidanza allora è davvero bellezza, anche se il cambiamento passa dalla fatica. Non c’è alba se prima non si attraversa il buio della notte. La donna è l’essere vivente che ci può raccontare la bellezza di un cambiamento che vive, qualcosa di unico. Altri mammiferi lo vivono ma la donna può raccontartelo, descrivertelo, renderti partecipe di come si vive il miracolo della vita, di come si custodisce dentro di sè e si fa crescere la vita.

Che bellezza!

Scrive anche il papa Francy: “Ci è stato dato un figlio. Si sente spesso dire che la gioia più grande della vita è la nascita di un bambino. È qualcosa che mette in moto energie impensate e fa superare fatiche, disagi e veglie insonni, perché la felicità che porta è così grande che di fronte a lui niente sembra pesare.

Ora passiamo a te caro Tommasino, tra poco ti vedremo, ti toccheremo, ti conosceremo.

Mamma Anna qualche giorno fa mi domandava: ma tu non hai voglia di conoscerlo?

Proprio così, sei in mezzo a noi, ma non ti conosciamo. Ogni tanto i medici controllandoti ci han detto che sei agitato, ci han detto le tue misure, il tuo peso, mostrato il tuo profilo in bianco e nero, fatto sentire il cuore.

Un battito: tum tum, tum tum, è quel che abbiamo di tuo.

Alcuni scatti, su delle foto tascabili che per noi umani senza il camice, alcune son davvero incomprensibili. Noi che amiamo le foto quelle belle, noi che andiamo dai fotografi per gli shooting, le prime foto tue le abbiamo fatte fare a ostetriche e ginecologhe e son uscite tutte in bianco e nero.

Papà e mamma, quei due che senti più spesso parlare, desiderosi di conoscere qualcuno di sconosciuto. Un bambino che deve prendere ancora forma, deve svilupparsi, crescere, imparare a parlare, a mangiare, a toccare, a camminare.

Tommaso, questo è il nome, che non sai di avere, che non ti sei dato, che ti abbiamo dato per chiamarti, con cui ti sentirai chiamato. Ti piacerà? Forse un giorno ce lo dirai.

Tommaso, stai per entrare nella nostra vita da sconosciuto, per restarci da figlio amato. Stai per entrare dalla porta di casa, a scombinare le nostre giornate e quello che più di tranquillo vivevamo io e mamma fino a qualche anno fa e che ora aveva ripreso una parvenza di normalità: il riposo notturno.

Stai per prenderti uno spazio in casa, a tavola, in camera da letto, in bagno, in cameretta, dove non sai ma ti attende tuo fratello. Non vi siete scelti, lui ti avrà lì a cambiar la sua giornata, il suo mondo genitoriale. Te non lo sceglierai, te lo troverai li a darti fastidio o forse a curarti.

Un figlio che arriva, è totalmente sconosciuto a mamma e papà, eppure ti accoglieremo in casa nostra, non ti potremo cambiare, entrerai nelle nostre vite per restarci per viverle.

A pensarci, un lavoro lo scegliamo e se non ci piace, possiamo cambiarlo, possiamo stracciare noi il contratto.

La propria moglie o il marito, lo scegliamo, lo conosciamo, lo corteggiamo, e forse quando siamo convinti lo/la sposiamo.

Ci scegliamo gli amici, la casa, l’arredamento la macchina, e se non ci va bene: si cambia.

Le altre cose, persone, le abbiamo scelte noi eppure dopo un po’ spesso le cambiamo, non ci piacciono più.

Un figlio non lo scegli, non lo conosci, è un dono a sorpresa, te lo tieni, non lo puoi sostituire con un altro.. ma il bello di tutto ciò è che è l’unica creatura che Ami ancora prima di conoscerla..

Sconvolgente!

Ed è in questa logica unica dell’amore che ti attendiamo Tommasino! È per questo che desideriamo tantissimo poterti conoscere, vivere e amare.

Sei ancora nella pancia di mamma e ci insegni la logica dell’amore, ci educhi al desiderio, ci insegni ad aver fiducia.

Ci dimostri che l’amore non è qualcosa di costruito da noi, scelto da noi, comprato da noi. Ma è dono! Non dono fatto, ma dono ricevuto che ci viene fatto! Amore è accogliere l’altro come un dono! Bellissimo!

Ci mostri, come ci dice il caro papa Francy, “che tu sei dono gratuito, senza merito di ognuno di noi, pura grazia.”

Ci insegni che un figlio nasce già amato, e anche noi come figli siamo amati da un Padre che ci conosce, ci ha pensato, ancor prima che altri sulla terra potessero farlo.

Ci dimostri che possiamo amare solo partendo da un Padre, che è donatore, solo accogliendo Lui nella nostra vita. Lui che ci da la forza e gli strumenti come la tenacia, la fedeltà, che da soli neanche lontanamente avremmo per amare uno sconosciuto.

Chi da solo saprebbe farlo?

Ci insegni ad affidarci che è oramai difficilissimo! Ad avere fiducia in se stessi e nell’altro. Se ne avessimo di più non vivremmo fidanzamenti indecisi, ma sceglieremmo l’amore: un per sempre un po’ a scatola chiusa, un per sempre come quello che abbiamo detto quando abbiamo capito di attendere.

Questo affidarci, non si basa ancora una volta sulle proprie capacità di amare, non si basa sulle capacità di un bambino di amare, al cui posto puoi pensare ci sia il tuo compagno, la tua compagna. Ma sulla capacità di Dio di riuscire a star in quel dono, in quell’amore.

Anche il matrimonio è un affidarsi, chi sa come sarà la vita da sposato con quella persona? Ci siamo inventati la convivenza per provare. Ma non è lo stesso, non sarà mai vivere il per sempre dell’amore. Come dire sì ad un figlio che nasce per sempre per stare con te.

Ci fermiamo qua, tanto si può ancora dire, vi lasciamo solo con l’augurio di vivere la bellezza dell’amore, di scoprire che siamo amati, di imparare ad accogliere i doni della vita, di abbandonarsi nelle braccia del donatore che vuole la tua felicità!

La vita, la gravidanza, unicità infinita di amore!

Giovedì 14/07/2022 alle 20.13 è nato Tommaso! Un parto splendido, veloce, naturale!

Anna Lisa e Stefano – @cercatori di bellezza

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Non sempre il nostro cuore è pronto a ricevere un dono.

Quante volte mi è capitato di ricevere un regalo non gradito; quante altrettante mi si diceva di uno scontrino di cortesia per poterlo cambiare. E quante altre, in effetti, quello scontrino di cortesia l’ho utilizzato. Nel post-matrimonio, io e mio marito ci siamo armati di tutti gli scontrini di cortesia possibili per cambiare quei regali che poco si sposavano – a proposito di matrimonio – con i nostri gusti. D’altronde come biasimare chi avesse eliminato l’opzione “bustarella”, come lista nozze – se così si può definire – noi abbiamo scelto un cafonissimo iban schiaffato sulla partecipazione infiocchettata nel modo più elegante e raffinato possibile per mascherare la cosa (il nostro nido ancora non era pronto né del tutto arredato, e in ogni caso avremmo voluto scegliere noi personalmente cosa ci sarebbe finito dentro). Ma nella realtà ci si misura con una cosa chiamata Vita, e la Vita non dispone certo di scontrini di cortesia, e ad un certo punto la Vita ti sorprende, ti stravolge, ti rigira.  La Vita ti regala una vita che non senti, che non immaginavi di certo ora, che speravi tardasse un po’ ad arrivare perché infondo tu hai tutti i tuoi progetti, devi ancora laurearti, realizzarti (non che ci fossero aspettative di diventare una first lady). E tutto crolla; se sei abituata ad avere tutto sotto controllo poi? Catastrofe. Un figlio ora? A te che sei il Grinch? (come mio marito adora soprannominarmi). Non è possibile. Non è pensabile.

A volte penso ci siano diverse sfaccettature di una stessa cosa, ma della gravidanza viene presa in considerazione sempre e solo la parte “rosa”.  Nessuno ci dice che potrebbe capitare che non ci sentiremo pronte, che non accoglieremo la notizia come è normale che sia. Anche se sei sposata, e anche se nei tuoi progetti un figlio certamente era considerato fin dal principio. Ma subito subito? Eh, subito subito. E via al toto scommesse sul perché qualcuno abbia scelto di affidare questa cosa fragile a te che hai la grazia di un camionista. Ma ehi, qualcuno – o meglio Qualcuno – ha affidato questa cosa proprio a te, anche se a te in questo momento quel Qualcuno non va proprio a genio. Le preoccupazioni e le paure umane prendono totalmente il sopravvento; l’egoismo, che è l’antitesi di ciò che invece sta alla base della maternità perché significa scomodarsi, compromettersi per fare spazio ad una creatura che è “altro da te”, oh l’egoismo vien fuori con tutta la sua prepotenza, perché te non sei disposta a rinunciare a qualcosa “perché sei incinta”. E così non sopporti nemmeno l’idea di essere incinta.

E poi doverlo dire a tutti, e si sa che tutti hanno una propria opinione, tutti sanno tutto ma poi alla fine non sanno proprio niente.

“Lo sai che non puoi mangiare questo?

Lo sai che questo puoi mangiarlo solo se lavato con Amuchina?

Ma lo sapevi che non puoi sollevare pesi?

Non camminare in salita.

Non mangiare troppo.

Non mangiare troppo poco.

Non stancarti.

Non parlare.

Non respirare.”

E qui, miei cari, so bene che l’unica risposta plausibile l’avete pensata anche voi leggendo, proprio come me scrivendo. E poi? Qui sta il bello, qui comincia il combattimento tra te e te stessa, un combattimento vero, concreto e che ti mette con le spalle al muro e ti rende consapevole del fatto che, ehi, non sei invincibile. Qui arriva la consapevolezza che quanto è facile cambiare un regalo che non ci piace con uno “più meglio”.  Ma la Vita no. La Vita non si cambia con lo scontrino di cortesia, perché è un salto nel vuoto, proprio come quando io e mio marito ci siamo sposati. E lì mi ricordo della cieca fiducia che intercorre tra me e Dio, quella fiducia che ha guidato ogni mia scelta, anche la più inconsapevole, e forse questa rientra tra quelle. Quando tutti dicevano che eravamo pazzi a sposarci e noi invece no, non abbiamo mollato mai, forti del nome nel quale camminavamo. Quando, guardandolo negli occhi, ho detto a Michele che lo avrei accolto con la grazia di Cristo tutti i giorni della mia vita, non mi sembrava una cosa tanto infattibile… fino al 12 di Novembre, quando fino all’ultimo momento, con il fiato trattenuto, ho sperato in una sola linea e ne sono apparse due, belle nitide. È lì, in quei neanche cinque minuti di attesa, che ho capito che l’accoglienza è umanamente impossibile, ma miracolosamente salvifica, che una croce può essere qualcosa di bello che accade ma sconvolge tutto e diventa il tuo limite. Perciò, anche se attualmente con un enorme nodo in gola, non posso che essere grata per quello che avrei voluto avere e non ho, per quello che non avrei voluto avere e invece è arrivato travolgendomi come un fiume in piena, per quello che vorrei cambiare di me stessa e che non posso cambiare, per tutti gli scontrini di cortesia che avrei volentieri utilizzato e che mi sono stati strappati davanti agli occhi. A ricordarmi che un dono è un gesto gratuito e che non arriva mai sotto richiesta.

Vittoria Epicoco

Articolo originale sul suo blog vittoriaepicoco.wordpress.com

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Maria: stella polare di ogni sposa

Maria sposa. Maria sposa dello Spirito Santo. Ma ancora meglio, Maria sposa di Cristo.

Maria madre e sposa di Cristo. Così afferma don Bruno Forte, vescovo e teologo molto apprezzato. Maria sposa di Cristo perchè Maria è la Chiesa. Maria incarna tutto ciò che è Chiesa. Maria che non chiede nulla. Maria umile. Maria che non chiede ma si mette completamente a disposizione di Dio. Maria che attende e ascolta. Maria creatura perfetta non toccata dal peccato dei progenitori. Maria odiata da Satana. Satana che sa di essere meno di Dio ma non può invece accettare che una donna, una creatura non abbia mai ceduto alle sue tentazioni e alle sue insidie. Maria che non si domanda perchè proprio lei, ma chiede come poter essere serva del suo amato Dio. Maria indica la strada ad ogni moglie e ad ogni mamma. Maria che crede in ogni moglie e in ogni mamma. E ogni moglie e mamma che si affida come Maria al suo Signore compie meraviglie, rende di nuovo presente l’amore di Maria concretamente nel mondo, porta luce, amore e vita.

Come non pensare a Chiara Corbella. Chiara che come Maria ha accettato ogni figlio come dono di Dio per sè, per il suo sposo, per tutto il mondo. Chiara che non si è chiesta perchè i suoi due bambini avessero quelle malformazioni che rendevano loro la vita impossibile. Chiara ha visto in ognuno di loro un dono bellissimo, perfetto così, e quella mezzora in cui gli ha stretti tra le braccia prima di riconsegnarli al Padre, è stato per lei un momento di Grazia e di bellezza infinita. Alcune donne non vogliono figli. Dicono che questo mondo è troppo brutto, c’è troppa violenza per generare dei bambini. Queste donne si sono arrese, arrese alla paura, arrese allo scoraggiamento, arrese alla morte. Ogni bambino, come Gesù, è un dono. Un dono di Dio a tutto il mondo. Ogni figlio è vita, amore, speranza e luce.

Maria vera donna, vera moglie e vera madre diventi stella polare per ogni sposa. Non guardiamo a lei come ad una donna impossibile da imitare perchè troppo perfetta e bella.

Guardiamo a lei come colei che si è offerta completamente a Dio, si è abbandonata alla Sua volontà e che ha fatto dell’umiltà la propria veste. Ogni donna che riesce a mettere in pratica questo, come ha fatto Chiara, diviene come Maria e illumina la propria famiglia e il mondo intero con la luce di Dio.

Antonio e Luisa

I si di Elena, la mia mamma

Si può credere e amare anche nelle sofferenze più forti, anche quando, mentre si soffre, si è giudicati o non capiti o evitati  da tante persone? Si può continuare a credere, amare, sorridere, donare amore anche quando, per le sofferenze si è costretti a vivere grandi perdite e possibilità di continuare a fare ciò che si amava, anche quando si perde l’amore della propria vita? si può amare, credere, donare luce e pace anche mentre si sta morendo? Si, si può. Mia mamma l’ha fatto, con l’aiuto grande di Dio.

Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore”. E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!” (dal salmo 121),….

…se né andata nella Luce, anche lei, come quasi 11 mesi prima se n’era andato mio papà.

La mia mamma se n’è andata, lungo quella “Scala” che andava su in Cielo che aveva sognato con chiarezza una settimana prima che mio padre si sentisse male,  e dove lei nella visione vedeva salire prima mio papà, e poi lei, poco dopo, accolti da Gesù Buon Pastore.

Strana coincidenza, sia mio papà sia mia mamma sono morti entrambi nello stesso modo, per una improvvisa polmonite ab ingestis, uniti anche nella morte, su quella stessa Scala che li ha portati nella Luce.

La mia mamma è andata dal Signore in una notte di novembre, il 10 novembre 2013, mentre mancavano pochissime ore alla nascita dell’aurora, quell’aurora che lei amava tanto e che citava spesso nella sua vita, piena di luce e di sorriso  negli occhi e nel cuore.

La sua vita è stata una aurora continua, una aurora che rinasceva ogni volta dopo ogni notte, quelle notti così difficili della vita che la mia mamma ha dovuto vivere, e che ha vissuto con una fede sempre piena e pronta, con un amore che mai ho visto da altri nella vita. Anche nei dolori più grandi e devastanti, lei ha scelto ogni volta di amare, di ricominciare, e ha coltivato, affidandosi a Dio e alla Madonna, ogni giorno della sua vita una bellezza e una luce che era davvero un miracolo perché splendeva chiaramente anche quando era schiacciata da croci pesantissime. Una delle croci più pesanti che la mia mamma ha dovuto vivere con grande amore e dignità, è stata una malattia che l’ha “marcata stretta” per anni, la malattia bipolare, una malattia che ha una croce e un dolore in più rispetto alle altre malattie: mentre quando qualcuno soffre per una malattia solo fisica, riceve spesso compassione, comprensione, tenerezza, e le persone volentieri la consolano e incoraggiano, vanno a trovare chi sta male e donano vicinanza, nel tipo di malattia che ha vissuto la mia mamma, il dolore assume degli aspetti  a tratti devastanti, soprattutto in alcuni momenti “nasconde” la vera essenza della persona che appare imprigionata e sofferente, bisognosa di aiuto,  per chi in quel momento accetta di cogliere la vera essenza di quel dolore e andare al di là delle apparenze, o appare “incattivita” e poco piacevole, per chi la guarda solo con gli occhi della paura e del pregiudizio.

Eppure io voglio e posso testimoniare che nella mia vita le croci che ha vissuto la mia mamma mi hanno aperto, grazie all’amore e alla fede con cui lei le ha vissute, “strade nuove”, poco battute ma bellissime: quante volte ho potuto intuire e vedere chiaramente che quando mia mamma  viveva periodi in cui era abbattuta dalla malattia

in quei momenti io vedevo Gesù Servo Sofferente, consegnato al ludibrio della gente che si faceva beffe di Lui,  un Gesù crocifisso, abbandonato, non capito ed evitato, e penso che solo chi ha vissuto una malattia di quel genere, che spesso è occasione per molte persone di allontanamento, e solo chi come famigliare ha vissuto vicino a chi è così crocifisso, può capire cosa vuol dire soffrire e non solo soffrire, ma soffrire anche nel non essere riconosciuti, nel percepire la avversione dei cosiddetti “sani” per chi in quel momento è così debole e sofferente.

Ma … “quando sono debole è allora che sono forte”(2 Corinzi 12, 10), dice un testo di San Paolo….è proprio così. Mia mamma ha sempre dato a mio papà e a noi figli un amore infinito, speciale, e quando stava bene era piena di una vitalità, un entusiasmo,  una amorevolezza, una gioia davvero rari e difficili da trovare. Con una attenzione anche concreta ai poveri, ai deboli e piccoli, meravigliosa, piena di vero amore. Mia mamma ci ha riempito la vita di gioia, amore, dolcezza, entusiasmo, fede.  La mia mamma ha sempre pregato tantissimo, col cuore, e ha sempre visto ogni dolore piccolo e grande come occasione di offerta per il bene di tutti, e di coloro che soffrono o non amano Dio. Mi ricordo che addirittura una delle volte che è stata malissimo e sono andata a trovarla dove era ricoverata, l’ho trovata intenta a insegnare, con un amore dolce e umile (lei era una ex insegnante) a scrivere e leggere a una signora anziana che era ricoverata lì con lei e che non sapeva né leggere né scrivere. Invece di trovarla che si autocompativa e inacidita, aveva anche in quel luogo trovato il modo di aprirsi e amare chi era lì con lei.

Sarebbero tanti gli episodi da raccontare, vorrei però sottolineare quanto sia importante sfatare i pregiudizi su malattie come quella bipolare: spesso chi soffre di questo tipo di malattie viene considerato con meno valore, solo fragile e inutile, o addirittura “cattivo”,  eppure non dimentichiamo mai, mai che Dio sa essere presente con tutta la Sua Grazia e il suo Amore anche in quelle situazioni che sembrano solo di dolore e non senso, anche e soprattutto nel cuore di chi è schiacciato da croci che in alcuni momenti toglie anche la capacità di gestire bene se stessi e la propria vita.

Quanto bene scopriremmo e quanta gioia troveremmo, quanto amore svilupperemmo e quante “lezioni” impareremmo  se smettessimo di guardare chi ha una malattia mentale solo con paura o scostandola! In mia mamma, nella sua vita e nelle sue croci e nel modo in cui le ha vissute, io ho scoperto quanto l’Amore c’è e quanto è senza limiti, e ho potuto sviluppare uno “sguardo” , un entusiasmo e fiducia che mi permettono  di trovare o almeno intuire il bene e ricchezze enormi anche in chi sembra solo incattivito, fragile, non amabile.

Alcune persone davanti a ciò che viveva mia mamma e noi figli mi hanno fatto capire quanto mi “compativano” per le sofferenze che ho dovuto vivere, ma nella verità di ciò che ho vissuto devo invece dire che io sono una privilegiata, (quanto sono diverse le situazioni da “dentro” e quanto ci si ferma alle apparenze delle vite degli altri!)  perché attraverso mia mamma, così com’era, con la sua infinita bellezza interiore, la sua fede, attraverso anche le sue croci devastanti, ho potuto sperimentare in maniera grandissima quanto Dio c’è, quanto è vero che è Lui con la Sua Grazia che fa doni immensi e riempie di ricchezze inimmaginabili tutti, anche o soprattutto chi deve vivere croci molto grandi e poco capite dagli altri, e quanto mia mamma mi amava e amava tutti, al punto che ogni volta che stava meglio dopo un suo momento di grande malattia, chiedeva scusa alle persone perché nei momenti in cui era “imprigionata” dalla malattia a volte esprimeva anche cose che non pensava davvero, e mi chiedo: quante persone, quante mamme  scelgono l’umiltà e chiedono scusa alle persone e ai propri famigliari se sbagliano, pur non essendo imprigionate a volte in una malattia che a volte le schiaccia?

Anche in questo io ho avuto (e ho) una mamma speciale, specialissima, una mamma che mi ha sempre amato, e che anche nei momenti più bui e brutti della malattia non si dimenticava né di mio papà, né di me, né di mio fratello, ma cercava comunque di amarci anche in quegli inferni umani in cui a volte, indipendentemente dalla sua volontà, cadeva. Ma sempre il Signore l’ha sostenuta e rialzata, sempre ha lavorato in Lei dandole anche Grazie speciali che lei ci testimoniava e ci faceva scoprire, anche per aiutarci.

Gli ultimi tre anni della sua vita, mia mamma ha vissuto ulteriori grandissime croci, nelle quali ha dovuto accettare di essere “spogliata” dal male anche da ulteriori gioie che gustava tantissimo: la possibilità di camminare autonomamente (lei che amava così tanto camminare ore in montagna e gustarsi le montagne), la capacità di ricordare ogni cosa (la sua memoria in alcuni momenti del giorno diminuiva per un problema grosso), la possibilità di leggere (vedeva ma le si era abbassata troppo la vista), lei che amava tanto leggere, e, negli ultimi mesi, le è stato tolto anche l’amore della sua vita, il marito che amava con un amore infinito e commovente: mio papà.

In queste enormi spoliazioni chiunque forse avrebbe reagito con grande scoraggiamento, chiusura, rabbia verso Dio, e forse anche grande invidia e rabbia per tutti coloro che invece ancora possono camminare, andare in montagna, correre, leggere, ecc.   e invece… invece ho visto mia mamma amare ancora di più, affidarsi a Dio e alla Madonna ancora di più, e anche quando aveva momenti di scoraggiamento, subito trasformava tutto in offerta, subito riapriva il cuore, e quando parlava con me o con qualcuno che le raccontava al telefono o di persona quante cose belle stava vivendo, per esempio dalla montagna, o cosa aveva letto, ecc. mia mamma spalancava il cuore con sorrisi profondissimi e meravigliosi, e nonostante il grande dolore di non poter più fare lei quelle cose, gioiva di vero cuore per chi invece poteva fare le cose più normali e belle, e amava, amava anche superando la malinconia di non poter vivere più alcune situazioni, e io guardandola la contemplavo commossa.

Mia mamma ha sempre  pregato e amato la Madonna, era devota in particolare alla Madonna delle Grazie del Santuario della Mentorella, e diceva sempre che la Madonna delle Grazie le aveva fatto tante Grazie. E anche negli ultimi mesi, nonostante i dolori fisici e le difficoltà pratiche, andava con noi famigliari spesso al santuario della Mentorella, sdrammatizzando anche i dolori fisici che aumentavano per lo sforzo di viaggiare un po’ di tempo in macchina, piena di fiducia, e andava  alla Madonna di quel Santuario anche per portarle in pellegrinaggio tutti i bisogni e le intenzioni di ogni persona.  Anche quando stava lunghe ore ferma a letto anche per una piaga dolorosissima che le imponeva qualche ora a letto, lei non si lamentava mai, per tutti aveva parole di conforto, luce, gioia, pace, e quando le si telefonava o la si andava a trovare, era lei che si interessava pienamente e con gioia e accoglienza a noi tutti, era lei che dava gioia, entusiasmo, amore e fiducia a noi. E perdonava chi non la capiva. Chi non credeva in Dio se fosse venuto a trovare mia mamma penso che avrebbe subito iniziato a credere in Dio.

Anche la morte di mio papà è stata vissuta con mia mamma non solo con immenso dolore, ma con una certezza amorevole che il suo sposo era comunque lì vicino a lei, e che si sarebbero ritrovati di nuovo, dopo la morte.

Non ho mai conosciuto una persona che amasse così tanto Dio e si fidasse così realmente di Lui, che si interessasse alla vita, alle persone con gioia e pienamente come faceva mia mamma, anche mentre era nel pieno di dolori fisici o emotivi o spirituali.

E nonostante le sue difficoltà alterne di memoria, nonostante le sue sofferenze si percepiva benissimo quanto Dio era in lei e quanto è vero che esiste l’anima, che non è mai soffocata da difficoltà di memoria, mentali, o fisiche. Dal letto di mia mamma partivano verso tutti e verso il Cielo continue offerte di amore delle sue sofferenze e gioie, un compito importantissimo  e utilissimo per gli altri: mia mamma infatti pregava incessantemente e quasi ininterrottamente per tutti, (in particolare con il Rosario), e per tutte le situazioni che conosceva di dolore, e per tutti coloro che non amano o soffrono, pregava anche per chi è nel Purgatorio, e penso che anche  attraverso le preghiere di mia mamma per tutti il Signore abbia salvato tante situazioni e persone.

E quando, pochi giorni prima di morire è stata ricoverata per un problema fisico grave, mia mamma ha mantenuto la sua fede e serenità, era lei che incoraggiava noi, sorrideva continuamente e si preoccupava di me e di mio fratello, di mio marito, di mio figlio, il nipotino a lei tanto tanto caro  a cui voleva un bene immenso.

Poco più di un  giorno prima di morire, era migliorata dopo una operazione, e mentre le dicevo, per le notizie positive che avevo ricevuto su di lei io, che stava meglio e che sarebbe tornata a casa, lei con un sorriso meraviglioso e pieno di pace mi ha risposto “Come a Dio piacerà”

… era totalmente, ancora una volta, come aveva fatto in tutta la sua vita,  abbandonata a Dio e alla Sua Volontà di Amore per lei.

Le ultime ore improvvise e tremende,  prima che mia mamma entrasse in coma, mentre non si era ancora capito cosa avesse, e respirava a fatica, anche in quei momenti lei si preoccupava per me, e per mio fratello, che eravamo lì con lei, si interessava a come stavamo, e io, intuendo a quel punto che in realtà stava per andarsene dal Signore, per darle forza le facevo vedere l’immagine di Gesù Misericordioso, che lei amava tanto, e a cui lei era molto devota: quando ho partorito mio figlio, mia mamma è venuta quella mattina di qualche anno prima, quando ancora camminava da sola,   e mi ha portato in regalo il regalo più bello, una immagine di Gesù Misericordioso, e ora ero io, che sul letto dove lei stava per “nascere” alla vera Vita, le portavo e le facevo vedere per sostenerla una immagine di Gesù Misericordioso.  Morte e vita, amore e misericordia, è tutto collegato. E in quelle ore di agonia mia mamma ha avuto una esperienza fortissima della vicinanza della Madonna che era lì con lei, e che ho potuto intuire anche io, e che mi ha fatto capire che la Madonna, la Madonna che mia mamma amava tanto da sempre, era venuta a prenderla per portarla per sempre in Paradiso con Lei. E quando stavano portando in sala operatoria mia mamma per intervenire d’urgenza, ancora una volta, l’ultima volta che l’ho vista sveglia, mia mamma, mentre suonava all’impazzata l’allarme della macchinetta dei parametri vitali, mia mamma mi ha sorriso, con un ultimo, bellissimo, dolcissimo  e sereno sorriso.

Dopo qualche ora eravamo mio fratello ed io in sala rianimazione, e straziata dal dolore nel vedere mia mamma, come circa  11 mesi prima mio papà, in coma  e intubata, che stava lasciandoci fisicamente, siamo rimasti con lei davanti a quel mistero dove intuivo che mia mamma era lì, anche se non potevamo ascoltarla e percepire la sua voce o il suo sguardo, ma che era lì e si stava preparando per andare dal suo Signore. Quando tutti pensiamo che le persone in coma non percepiscano, non siano in qualche modo spiritualmente presenti, facciamo un atto di fede in Dio e crediamo che invece la persona in coma è lì, e può in un modo misterioso ricevere il nostro amore, la nostra attenzione, la nostra preghiera e affetto, le nostre parole e pensieri.  Io ho potuto anche sperimentare questa realtà concretamente: infatti quando mio fratello ed io siamo entrati in quella sala di rianimazione, io mi sono avvicinata a mia mamma e ho fatto un gesto di amore che lei ed io facevamo sempre l’una all’altra quando ci salutavamo ed io tornavo a casa: le ho fatto il segno della croce sulla fronte: e sono rimasta colpitissima quando, appena mi sono avvicinata  a mia mamma intubata, e ho iniziato il segno della croce, il monitor a cui era collegato il suo cuore e i parametri vitali ha iniziato a fare un suono fortissimo e improvviso, il cuore di mia mamma era emozionato, con un aumento di battiti, e tutto questo è durato solo i pochi secondi che io le ho fatto il segno della croce. Mia mamma mi aveva percepito, (come circa undici mesi prima era successo a mio papà, anche lui mi aveva percepito quando ero andata a trovarlo intubato e in coma,  e anche il suo monitor per qualche secondo appena sono arrivata ha segnalato che il suo cuore era emozionato e batteva forte forte), e lei  “sapeva” che la stavo salutando anche così. Mio fratello ed io siamo poi rimasti accanto a lei, quelle ore che lei stava per andare nella luce, entrambi pieni di straziante dolore ma pieni anche di intense e ininterrotte preghiere per lei; mia mamma è morta circa dieci minuti dopo che io ho pregato accanto a lei, per lei, con la coroncina della Divina Misericordia, a cui lei era devota: e ancora una volta Gesù era presente anche attraverso le Sue Promesse fatte attraverso la Sua Divina Misericordia, e mia mamma ha potuto avere accanto a sé qualcuno, sua figlia, che insieme a suo figlio pregavano, anche attraverso la coroncina della Divina Misericordia: non sottovalutiamo questo grande strumento di consolazione, la coroncina della Divina Misericordia, (e soprattutto la Divina e infinita Misericordia del Signore per ognuno di noi), accompagnamento e  Salvezza per ogni persona, per i morenti, e diffondiamola e preghiamola con amore per tutti.

E quando mio fratello ed io, dopo poche ore, siamo andati alla camera ardente, abbiamo trovato la mia mamma con sul volto apparso un sorriso bellissimo, una espressione e un sorriso che sembrava esprimere la gioia di aver finalmente raggiunto e trovato per sempre il Suo Signore, tanto amato,  e il suo sposo tanto amato, mio papà

La morte non ha l’ultima parola neanche sulla gioia dell’amore, la morte nasconde, ma i nostri cari ci sono sempre vicini, senza più limiti umani, e dopo la morte di mia mamma ho potuto, pur nel mio dolore infinito per la sua perdita umana, ho potuto “ritrovarla” comunque in una sua vicinanza sollecita e gioiosa che è spirituale, e anche se rivedrò la mia mamma solo quando andrò anche io nel mio ultimo viaggio, so e sperimento in un modo misterioso ma reale, che lei mi segue, ci segue, e intercede anche dal Paradiso con immenso amore e gioia.

Francesca Bisogno

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