Sposi sacerdoti. Mi hai rapito il cuore con un tuo sguardo. (48 articolo)

Lo sguardo è decisivo. Spesso non c’è bisogno di parlare. Basta scambiarsi uno sguardo e già si capisce tutto. Soprattutto quando a scambiarselo sono due sposi con alcuni anni di matrimonio alle spalle.  Si capisce la tristezza, la gioia, la stanchezza, il desiderio, l’attrazione.

Lo sguardo è immediato arriva prima di ogni altro gesto perchè è diretto, ma non per forza ravvicinato. Uno sguardo può incoraggiare ad avvicinarsi o al contrario può allontanare e far sentire l’altro/a  non desiderato. Lo sguardo è la prima parte di noi che interagisce con la persona amata ed instaura un dialogo con essa. Come non pensare alla nostra vita di coppia? Se ci si conosce profondamente e dopo anni di matrimonio di solito è così, uno sguardo dice tutto.  Lo sguardo non si improvvisa e non mente. Se voglio mantenere uno sguardo su mia moglie limpido e sincero, che trasmette a lei tutto il mio desiderio e le permette di specchiarsi dentro i miei occhi e di vedersi bellissima, devo educarlo, devo rinunciare ad inquinarlo con immagini che trasformano le donne in oggetti. Se mi nutrirò di pornografia e di immagini degradanti, la mia sposa vedrà nel mio sguardo non la sua bellezza ma la mia voglia di farne il mio oggetto di piacere, rovinando tutto e facendola sentire svalutata e violentata. Uno sguardo, che viene dal profondo di noi stessi e che si arricchisce di tutto il vissuto carico di amore e tenerezza, ci permetterà di far sentire la nostra sposa bellissima sempre e a noi di vedere in lei una creatura che ci meraviglia ogni giorno. Questa è la bellezza del matrimonio.

Sentite quello che scrive don Oreste Benzi a proposito dello sguardo:

Sentirete, guardandovi negli occhi l’un l’altro di essere costruttori di pace, di essere misericordiosi, di essere miti e semplici, di essere affamati e assetati di giustizia. Sentirete la gioia stupenda che viene dal sentirsi chiamati: questa è la vocazione che il Signore ci dona.

E allora, ripieni di Dio, tu sposa leggerai la tua bellezza negli occhi del tuo sposo, perchè credo che una sposa non possa leggere la propria bellezza guardandosi allo specchio, ma guardandolo negli occhi del proprio marito sente tutta la propria preziosità e la propria bellezza.

Ogni tanto fate questo esercizio. Abbiamo bisogno di meravigliarci ancora di quella donna o di quell’uomo che anni orsono, tanti o pochi non importa, ci ha rapito il cuore. Prendetevi qualche minuto solo per voi. Non esistono figli, lavoro, telefono, casa e preoccupazioni. Mettetevi l’uno di fronte all’altra, seduti per star comodi, ma vicino che potete toccarvi. Guardatevi, prima il viso poi il corpo, dall’alto al basso e poi tornate indietro. Guardatevi con attenzione, guardate anche i vostri difetti e i segni del tempo, non distogliete lo sguardo dai capelli bianchi, dalle rughe, dalle imperfezioni, dalle rotondità. Non abbiate fretta, prendetevi tutto il tempo che vi serve, saziatevi e riempitevi dell’altro/a, della bellezza dell’altro/a.  Ripetete allora dentro di voi le parole del Cantico dei Cantici:

Quanto sei bella amica mia, quanto sei bella!

Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!

Guardatevi negli occhi, resistete perchè non è facile, se non si è abituati,  guardarsi per più di qualche secondo senza ridere o rompere l’atmosfera, vedrete che avrete voglia di accarezzare quel volto. Accarezzatelo e senza distogliere lo sguardo dagli occhi dell’altro/a, tastate come un cieco quel volto, guardatelo attraverso il tatto. Accompagnate questa presa di possesso dell’altro/a con le parole del Cantico: Tu sei mio/a, io sono tua/o.

A questo punto, lo dico per esperienza, l’altro/a vi appare in tutta la sua bellezza, una bellezza che commuove e riempie di meraviglia gli occhi e il cuore.

La nostra preghiera guidata finisce qui, ora a guidarvi sarà il desiderio e la meraviglia che vi riempie il cuore.

Questo tipo di “esercizio” non è una mia invenzione ma l’ho preso in prestito da un libro di Roberta Vinerba. Non solo serve a fare memoria della meraviglia dell’altro/a ma quando ci riesce difficile farlo ci dice che forse dobbiamo ritrovare un’intesa perduta e imparare nuovamente a parlare il linguaggio dell’amore fatto di tenerezza e dialogo.

Antonio e Luisa

1 Introduzione 2 Popolo sacerdotale 3 Gesù ci sposa sulla croce 4 Un’offerta d’amore 5 Nasce una piccola chiesa 6 Una meraviglia da ritrovare 7 Amplesso gesto sacerdotale 8 Sacrificio o sacrilegio 9 L’eucarestia nutre il matrimonio 10 Dio è nella coppia11 Materialismo o spiritualismo 12 Amplesso fonte e culmine 13 Armonia tra anima e corpo 15 L’amore sponsale segno di quello divino 16 L’unione intima degli sposi cantata nella Bibbia 17 Un libro da comprendere in profondità 18 I protagonisti del Cantico siamo noi 19 Cantico dei Cantici che è di Salomone 20 Sposi sacerdoti un profumo che ti entra dentro.21 Ricorderemo le tue tenerezze più del vino.22 Bruna sono ma bella 23 Perchè io non sia come una vagabonda 24 Bellissima tra le donne 25 Belle sono le tue guance tra i pendenti 26 Il mio nardo spande il suo profumo 27 L’amato mio è per me un sacchetto di mirra 28 Di cipresso il nostro soffitto 29 Il suo vessillo su di me è amore 30 Sono malata d’amore 31 Siate amabili 32 Siate amabili (seconda parte) 33 I frutti dell’amabilità34 Abbracciami con il tuo sguardo 35 L’amore si nutre nel rispetto. 36 L’inverno è passato 37 Uno sguardo infinito 38 Le piccole volpi che infestano il nostro amore. 39 Il mio diletto è per me. 40 Voglio cercare l’amato del mio cuore 41 Cos’è che sale dal deserto 42 Ecco, la lettiga di Salomone 43 I tuoi seni sono come due cerbiatti 44 Vieni con me dal Libano 45 Un giardino da curare 46 L’eros è un amore tenero 47 La tenerezza è amare come Dio ci ama