Dopo la premessa dell’articolo precedente, tenendo presente la storia e il significato di questo libro che attraverso la storia d’amore di due giovani sposi vuole raccontare la storia della relazione tra Dio e gli uomini, possiamo ora affrontare il tema del libro. Nel Cantico dei Cantici viene cantato l’amore. L’amore umano. E’ un libro che narra un’esperienza d’amore, concreta, tra un uomo e una donna. Un amore di tipo sponsale. Tutto il contesto lo fa credere. Non è solo un amore oblativo, di dono. Non è un amore platonico. E’ un amore prevalentemente carnale. E’ un amore completo, totale. Un amore passionale con risvolti erotici, per nulla velati, ma molto espliciti. Dove, seppur in modo poetico e mai volgare, non viene tralasciato nulla del corpo dell’amato e dell’amata. Non viene tralasciato nulla di sensazioni, emozioni, sapori, odori e colori. Una bellezza che piano piano si svela, proporzionalmente allo svelarsi e all’accogliersi vicendevole dei due sposi, in un crescendo di esperienza sempre più concreta ed intima dell’uno con l’altra. Cosa possiamo comprendere immediatamente da questa introduzione al testo. Per vivere questo amore cantato nel Cantico dobbiamo purificare il nostro sguardo. Dobbiamo essere capaci di eliminare una certa malizia che spesso si nasconde dietro certe idee di amore erotico. Dobbiamo eliminare anche un falso pudore che spesso nasconde la nostra chiusura all’altro e incapacità di farci dono. L’amore erotico tra due sposi non è nulla di vergognoso o di sporco. Certo possiamo sporcarlo noi con il nostro egoismo. L’amore erotico che Dio ha pensato per noi è qualcosa che apre alla meraviglia dell’amore che diventa esperienza concreta vissuta nel corpo. Lo sguardo di Dio sulla sessualità umana, da sempre, è uno sguardo buono e positivo. L’espressione che troviamo nella Genesi al cap. 1 E’ Dio vide che era cosa molto buona è posta proprio al termine della creazione dove aveva appena formato uomo e donna. Due creature sessuate, diverse e complementari, che, nell’unione intima, diventano una sola carne e diventano fecondi. Due creature fatte a somiglianza di Dio e che nella loro relazione sponsale riproducono la relazione d’amore di Dio Trinità in se stesso. Detto in altre parole Dio ci ha voluto sessuati perchè nell’unione intima e completa di due sposi si potesse scorgere, in maniera diversa e limitata, ma concreta, la relazione perfetta delle persone della Trinità. Il corpo, che non solo ci appartiene ma ci costituisce come persone insieme all’anima, diventa strumento per esprimere in modo chiaro e netto quell’amore che abbiamo nel profondo di noi. Il corpo rende visibile ciò che non è visibile. Una realtà non solo lecita, ma santissima. Santissima come lo è il Cantico. Il Cantico parla di questo amore. Un libro da leggere con lo stupore di chi si addentra nella profondità del pensiero di Dio. Un libro che apre alle meraviglia di un’esperienza che noi sposi possiamo e dobbiamo vivere nella concretezza della nostra relazione e della nostra vita insieme.
Antonio e Luisa
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