Famiglia vuol dire speranza! 

Famiglia è sinonimo di speranza, è sinonimo di vita nascente, è bellezza, è testimonianza del volto di amore concreto del Padre, è amore vivente, è esperienza di futuro, è investimento coraggioso sul quale ci giochiamo tutto noi stessi. Sì perché “dove nasce un bambino, nasce la speranza”, diceva la voce di un presepe molto bello che abbiamo visitato nel tempo di Natale in una parrocchia vicino a casa. Dove nasce un bambino, nasce il futuro, nasce la vita, germoglia l’infinito. Che bello! 

Viaggiando in questi fine settimana fuori dalla nostra parrocchia ci siamo accorti di quale ruolo grande abbiamo come famiglie, di quale progetto grande ci aspetta dal giorno del nostro matrimonio. Un mistero grande tutto da scoprire, missione che la famiglia è chiamata a vivere, che trova il suo fulcro nell’amore che deve crescere e moltiplicarsi. La famiglia deve scoprirsi fabbrica di amore sempre in produzione. 

Dove c’è una famiglia, c’è un amore che può generare vita, sia essa di carne o spirituale. E al giorno d’oggi abbiamo terribilmente bisogno di questo ruolo che hanno due sposi: di chi ci dona la vita che nasce, e di chi ci fa nascere nella vita all’amore. 

Forse non ce ne rendiamo conto, abituati a stare nel nostro mondo fatto di altre famiglie, fatto di asili dove ci sono altri figli, di scuole dove ci sono altri ragazzi, fatto di amicizie, di posti affollati, di code, di parcheggi pieni e centri commerciali sempre più grandi, rischiamo di perdere la visione della nostra unicità, bellezza, importanza. Rischiamo di vivere come uno fra tanti. Ascoltiamo i dati istat relativi alle nascite e ai matrimoni come qualcosa che non ci riguarda, perché attorno a noi c’è ancora vita e amore che nasce. 

Viviamo la nostra vita di famiglie nella nebbia della collettività, dove crediamo di non essere visti. Viviamo la nostra vita di famiglia nel quartiere ristretto delle solite relazioni familiari, lavorative, parrocchiali, hobbistiche o sportive, pensando che quanto succede poco più in là non sia per me. 

Spingiamo più in là il nostro sguardo, fermiamoci pochi secondi, usciamo da quel circolo scolastico o parrocchiale, spingiamo via la nebbia che ci nasconde in mezzo a tanti. La famiglia, ogni famiglia, la tua famiglia, la mia è unica ed indispensabile, benedetta, ed ha un ruolo grande, gigante nel mondo: quello di portare speranza, quello di generare vita, quello di rendere visibile l’amore! L’amore di Gesù.

Facciamo un esempio: prendiamo una piazza, tante persone, dei giovani, delle famiglie, dei bambini, degli anziani, e delle forze dell’ordine in divisa. Questi ultimi potrebbero sembrare ai nostri occhi gli unici che nella folla si distinguono, che hanno un ruolo nella piazza: garantire la sicurezza. Non sono i soli! Una famiglia in quella piazza ha una divisa speciale: quella dell’amore, e dobbiamo mostrarlo! Non facendo gesti gloriosi, non indossando costumi da super eroi, ma curando il nostro stesso amore di sposi, il nostro essere genitori. Vivendo nell’amore, amandoci, amando i nostri figli e amando il prossimo. Chi ci osserva nella vita quotidiana non può vedere solo come nella folla in piazza, una persona, una mamma, una moglie, un’amica qualunque e lo stesso per il.. genitore 2 ma deve riuscire a vedere il nostro amore, devo vedere il nostro essere Cristiani, e ancor più, facilitati nei gesti che ci è dato di compiere, vedere nella coppia di sposi, una famiglia che testimonia il volto d’amore di Gesù, semplicemente vivendo. 

Dobbiamo imparare ad amarci di più, ad amare di più, a scoprire la grazia ricevuta il giorno delle nozze, il Mistero Grande del matrimonio, la nostra missione di sposi, per poter essere segno concreto di amore che attrae, che dona bellezza, che dona speranza, che dona vita. Che bello poter scegliere il vestito della famiglia vivendo l’amore! 

Vedere una coppia è vedere l’amore! Vedere una coppia è vedere il volto di Dio amore. Vedere una coppia che passeggia mano nella mano, che si aiuta, che si stringe in un abbraccio, è vedere l’amore! Essere una famiglia per mostrare e raccontarci non solo le difficoltà, le notti in bianco, le fatiche, ma la bellezza di avere un figlio, dei piccoli nuovi passi che compie, della sua crescita, delle sue scelte, è vedere la vita e l’amore! Vedere una famiglia con dei figli è vedere il futuro, la vita, è vedere una start up bellissima che profuma d’infinito! Un figlio è il titolo azionario più ad alto rischio ma allo stesso tempo con più certezza, sicurezza di futuro. Chiedetelo ad un nonno se non investirebbe sul suo nipote che ancora non sa neanche parlare. 

È difficile quello che diciamo? È presuntuoso forse?  Qualcuno potrebbe dirci che spesso litiga con il marito, con la moglie. Che non siete una così brava coppia cristiana e neanche una famiglia DOC o una famiglia sempre felice. Qualcuno che non ha i mezzi e modi, le conoscenze, le capacità. È vero! Avete ragione! Ma sappiate che anche noi ci sentiamo poveri, ultimi, peccatori, vediamo il nostro matrimonio a volte in bilico, ci sentiamo genitori non all’altezza e spesso incapaci. Le fatiche tue sono anche le nostre e di tante altre famiglie. Non è un certificato di qualità che ti rende famiglia, ma la disponibilità ad amare e lasciarsi amare. È la voglia di mettersi in cammino come i Magi e di ascoltare come i pastori, due figure che di famiglia non ne sapevano quasi nulla, ma che sono stati tra i primi ad andare, adorare, ringraziare e testimoniare l’amore! 

Là dove è grande il peccato più grande è la grazia! (Rm 5,20 – 1 Tm 1,12 -14)

Quando sono debole è allora che sono forte perché Tu sei la mia forza. (2 Cor 12,10)

Il nostro Signore è il re dei deboli, degli ultimi, dei peccatori. Non dimenticarlo.

Concludiamo con un ultimo pensiero, perché oggi ci siamo fatti prendere la mano e ti abbiamo rubato già troppo tempo di lettura. 

I Cristiani in Medio Oriente hanno trovato nella “stella” un’immagine della vocazione cristiana. I Cristiani stessi, e ancora più le famiglie devono essere un simbolo come la stella, che conduce tutti i popoli verso Cristo. I Magi, come ha affermato Benedetto XVI, erano: “uomini dal cuore inquieto. Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale. Erano ricercatori di Dio”. Questa sana inquietudine nasce dal desiderio. Ecco il loro segreto interiore: saper desiderare. 

Allora buona ricerca, lasciate che il vostro cuore sia inquieto di cercare la stella, fatevi poi trasformare per essere voi bellezza che attrae e volto d’amore! Famiglia sorgente di vita e speranza! 

Anna Lisa e Stefano – @cercatori di bellezza

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La coppia di sposi porta in sè il nome di Dio ma scritto con succo di limone.

Come spiegare che gli sposi sono immagine di Dio. Come disse Papa Francesco in un’udienza del 2014: L’immagine di Dio è la coppia matrimoniale: l’uomo e la donna; non soltanto l’uomo, non soltanto la donna, ma tutti e due.

Io e Luisa, come ogni altra coppia sposata in Gesù, siamo ciò che più si avvicina a mostrare chi è Dio. Perchè proprio nella nostra differenza uomo-donna, nel nostro essere sessuati e diversi, c’è la possibilità di generare una relazione feconda e l’occasione di farsi dono l’uno per l’altra in una comunione d’amore. Come accade nella Trinità. Certo rappresentiamo un’immagine molto limitata ed imperfetta, ma riusciamo a raccontare qualcosa di Dio come nessuna altra realtà umana può fare. Allora perché tutta questa miseria anche tra gli sposi uniti sacramentalmente? Perchè tanti sposi si separano, si tradiscono, si feriscono nello spirito e talvolta anche nel corpo? Queste coppie non sono immagine di Dio? Non è facile rispondere. Ci proverò con un esempio che può essere esplicativo. Presupponiamo che il matrimonio sia valido (purtroppo non è detto lo sia). Lo Spirito Santo è sceso sugli sposi e Gesù ha preso casa nella relazione dei due. I due sono immagine di Dio? Lo sono già? La risposta è ni. Si e no. Sicuramente in potenza lo sono. Hanno questa immagine impressa dentro di loro. Impronta impressa dal fuoco consacratorio dello Spirito Santo che li ha resi uno e che li ha resi di Dio. C’è l’immagine di Dio. In tutti i matrimoni validi anche i più disgraziati. C’è ma non si vede. Come se Gesù avesse scritto il Suo nome sul foglio del loro matrimonio con il succo di limone. Lo ha scritto, ma è invisibile. Come renderlo visibile? Bisogna avvicinarlo ad una fonte di calore. Ad esempio ad una candela. Candela che genera luce e calore. Una piccola luce e una piccola fiamma. Candela che rappresenta la nostra misera capacità di donarci l’uno all’altra con tutta la volontà, con tutto il corpo e con tutta la mente. Se il nostro matrimonio è vissuto nel calore del nostro amore umano reciproco ecco che accade il miracolo. I fogli bianchi della nostra relazione mostrano ciò che Dio aveva scritto fin dal giorno delle nostre nozze in modo non visibile. Il nome di Dio prende forma e colore nella nostra vita. Diventiamo davvero immagine di Dio e del suo amore. Ecco perchè tanti matrimoni falliscono. Perchè manca il calore e la luce dell’amore naturale degli sposi. L’immagine di Dio resta nascosta e il matrimonio rischia di restare una relazione molto povera, come tante altre. Come tante altre finisce. Non diamo la colpa a Dio per questo. Solo dando tutto avremo in cambio il centuplo in gioia, pace e grazia fin da questa vita.

Antonio e Luisa

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Il vincolo coniugale: uniti verso il paradiso. (13 puntata corso famiglie Gaver 2017)

Dopo aver spiegato chi siamo e cosa diventiamo con il sacramento del matrimonio, ora cerchiamo di dire qualcosa sui doni con cui Dio ci colma per renderci capaci di un compito tanto grande.

Il primo dono è il legame coniugale cristiano. Il fuoco dello Spirito Santo stabilisce un un vincolo d’amore indissolubile tra gli sposi. Realizza quanto da loro espresso con il consenso e con il loro primo amplesso ecologico (ormai dovrebbe essere chiaro il significato). Non sono più due ma una carne e un cuore solo. Questa unità d’amore rende gli sposi sacramento vivente e perenne. Nel loro amore abita Gesù vivo e reale. D’ora in poi gli sposi ameranno Dio non più individualmente, ma insieme. Saranno mediatori l’uno della santità dell’altro. Come spiegare questo concetto? Non è facile perché seppur unite restano due persone con la propria individualità. Prendo le parole di don Emilio Lonzi, che per farci capire disse una frase che mi fece trasecolare: “O andate in paradiso insieme o nessuno dei due andrà”. Come, se io mi comporto bene, se faccio tutto il possibile per una vita buona e la mia sposa invece si comporta male, devo subirne anche io le conseguenze? Che giustizia è? La prospettiva è da ribaltare. Il concetto è che la mia priorità deve diventare la santità della mia sposa. Devo far di tutto per aiutarla a santificarsi.  Questo non toglie le buone azioni, il bene e i sacrifici che ogni persona offre nella sua vita, ma, per la bontà di Cristo e per la grandezza redentiva del sacramento, esse hanno un influsso positivo anche sul coniuge. Come non pensare a tutte quelle persone abbandonate, le quali offrono la loro sofferenza e solitudine a Dio anche per la salvezza di chi le ha fatto del male. Mi viene in mente Anna, una giovane donna siciliana. Lei ha scelto la fedeltà con il marito che, invece, vive con un’altra donna. Anna mi scrisse in un messaggio: “E’ difficile una vita senza mio marito, non posso pensare ad una eternità senza di lui” Questo è il senso più profondo del legame coniugale cristiano.

La nostra unità sacramentale, fusa dal fuoco consacratorio dello Spirito, diventa immagine e profezia dell’amore di Dio in sé e di Gesù per la  sua Chiesa. Gesù sposo della Chiesa, sua sposa. Il matrimonio rimanda alla nuova ed eterna alleanza come questa rimanda ad un patto coniugale. L’amore fedele di Cristo per la sua Chiesa diviene nostro esempio e noi dovremmo saper mostrare qualcosa di quell’amore al mondo, anche se soltanto in una pallida immagine.

Antonio e Luisa

Prima puntata La legge morale naturale 

Seconda puntata Chi sono? Perchè vivo?

Terza puntata Io personale, spirito e corpo.

Quarta puntata Anima e corpo: un equilibrio importante

Quinta puntata Matrimonio naturale e matrimonio sociale

Sesta puntata Le esigenze del cuore si realizzano nel matrimonio naturale

Settima puntata Un dono totale!

Ottava puntata L’intimità degli sposi nell’ecologia umana

Nona puntata La liturgia dell’intimità alla luce del Cantico dei Cantici

Decima puntata Preliminari: tempo per entrare in comunione

Undicesima puntata. Un piacere che diventa, forza, vita e amore

Dodicesima Puntata Sposi ministri di un sacramento